Salgono a tre le opposizioni al progetto che prevede di costruire sedici abitazioni in zona Torraccia, al confine con il Parco Valle della Motta
Prende forza il fronte dei contrari che, a Novazzano, intende contestare la costruzione di un nuovo complesso residenziale in zona Torraccia. Accanto ai vicini della via Lischéé e alla Stan, la Società ticinese per l'arte e la natura, a opporsi al progetto presentato (per la terza volta) dai promotori immobiliari - proprietari dei dieci fondi interessati dall'operazione - sono anche i ‘Cittadini per il territorio’. Fedele alla sua missione a tutela del territorio, dell'ambiente, della natura, del paesaggio e delle superfici agricole del Mendrisiotto e Basso Ceresio, l'Associazione vede infatti nella realizzazione di sedici villette unifamiliari non solo l‘’occupazione‘ del prato esistente, ma altresì un modo per stravolgere completamente quello scenario, confinante peraltro con il Parco della Valle della Motta.
Agli occhi dei ’Cittadini per il territorio‘ ci sono almeno tre ragioni per bocciare la domanda di costruzione e negare la licenza edilizia - cosa che il Municipio ha già fatto davanti a una precedente richiesta -: innanzitutto, la proposta "viola i principi di un corretto insediamento nel paesaggio"; quindi risulta non compatibile "con l’utilizzo sostenibile del suolo"; infine, "si pone in contrasto con i principi di protezione della natura". E questo, si rimarca, "malgrado le affermazioni altisonanti di voler ’integrare il costruito con lo scenario del Parco‘".
Del resto, si fa notare nell'opposizione firmata dai coordinatori Ivo Durisch e Grazia Bianchi, "le dimensioni del progetto avranno un impatto rilevante sul territorio e il paesaggio". La stessa visione plastica delle modine fa capire che l'area verrà "sfruttata al massimo". Per i censori non basta, insomma, aver rinunciato a una abitazione (in origine erano diciassette). Quanto poi all'attenzione dichiarata per l'ambiente circostante, "si fatica davvero – scrivono gli opponenti – a capire in che modo questo progetto presti attenzione al paesaggio e alla natura". Tanto più che, annotano i ’Cittadini', stando a degli esperti "la prevista edificazione potrebbe comportare il taglio dei due alberi – due grandi salici bianchi, ndr – all’interno del Parco della Valle della Motta". Allo stesso modo non si intravvede quell'inserimento ordinato e armonioso ancorato alla Legge sullo sviluppo territoriale, né, si rincara, viene "rispettato il principio dello sviluppo centripeto degli insediamenti previsto dal Piano direttore cantonale".
Ecco che davanti alle norme che evocano un ridimensionamento delle zone edificabili e pur in attesa di stabilire in via definitiva la contenibilità del Piano regolatore, il Comune, si conclude seguendo su questa strada la Stan, "non dovrebbe rilasciare licenze per progetti che riguardano terreni pregiati, soprattutto se di grandi dimensioni".