Il Municipio ha in mente una strategia, trasformare il Corso San Gottardo nord da asse di transito a strada vivibile
Ai chiassesi è permesso sognare (di nuovo). Immaginare un ‘vestito’ diverso per il proprio Corso principale, magari con più verde e spazi in cui ritrovarsi. Utopia? Non del tutto. Vent’anni dopo (o giù di lì) aver restituito ai pedoni il tratto iniziale della spina dorsale della cittadina di confine, si guarda in direzione della porta nord con l’intento di ridisegnarne il volto urbano. Adesso che la ‘rivoluzione’ viaria comunale è ormai compiuta e che si è spostato il traffico di transito, da e per la dogana, all’esterno – lì sull’asse di via Como-via Comacini –, si può dare al centrocittà un’altra identità funzionale. Il Municipio locale, del resto, ha da tempo un impegno da mantenere. Lo ha preso anni fa con la sua popolazione, quando la trasformazione urbanistica ha cominciato a prender forma. Nei piani c’era, in effetti, la garanzia di "una migliore qualità urbana e una maggiore vivibilità". Certo, il tutto con la consapevolezza che con il viavai quotidiano bisognerà continuare a conviverci. Ne va, del resto, dell’avvenire delle attività economiche e commerciali locali (come si intuisce tra le righe della strategia viaria).
A Chiasso spunteranno così nuovi alberi (anche se in vaso) e si creeranno delle piattaforme lignee dover potersi intrattenere. Tra largo Kennedy e piazza Bernasconi, insomma, Corso San Gottardo nel futuro prossimo non sarà più lo stesso. L’esecutivo cittadino parla di un vero e proprio "rilancio urbanistico". Sia chiaro, anche in questo caso (come in passato), si procederà per gradi. Si esordirà con una riqualifica temporanea, realizzabile a breve termine – si parla di circa 4 mesi di lavori, orizzonte finale il dicembre del 2023 – e a costi contenuti. A conti fatti il Comune se la caverà (per così dire) con meno di mezzo milione di franchi a fronte di una spesa globale di quasi 950mila franchi. Indirizzi e cifre sono ancorati al progetto comunale fresco di pubblicazione e consultabile in tutte le sue parti tecniche e descrittive sino all’11 ottobre prossimo all’Ufficio tecnico o sul portale del Comune.
Ciò che conta è che si volta pagina. Agli occhi di chi Chiasso la vive il cambiamento sarà, per stessa ammissione dell’autorità comunale, radicale. "Si tratterà – si preannuncia – di lasciarsi definitivamente alle spalle il passato di strada di transito, per creare un boulevard urbano elegante e attrattivo". Un obiettivo non di sicuro trascurabile, in prospettiva. Anche perché l’andirivieni veicolare verrà ridotto, e con esso pure il carico ambientale e fonico. Di converso il Corso si consoliderà come asse di collegamento per il trasporto pubblico e per la mobilità lenta, oltre che come arteria di allacciamento ai quartieri del centro cittadino – dove nella visione di una viabilità anno 2024 prevalgono zone 30 e sensi unici –, grazie alle vie parallele e a quelle che la intersecano. Prima di portare a compimento la riqualifica globale e definitiva, certo, ci si dovrà confrontare anche con i lavori di sottostruttura.
Il primo assaggio di quanto ci si propone di realizzare, lo si avrà con gli interventi previsti a "breve termine" e ancorati al dossier appena reso pubblico. Si comincerà con il ristrutturare le fermate del trasporto pubblico: tre e bidirezionali quelle presenti lungo il tracciato alto di Corso San Gottardo. Ovvero Boffalora, Rampa e Municipio che contano, in media, centinaia di utenti ogni giorno. Oltre a sistemare i marciapiedi in corrispondenza delle soste ufficiali, si abbatteranno le barriere architettoniche. In questa operazione si lambirà piazza Bernasconi, ma non si entrerà nel merito. La sua sistemazione, come si precisa nel documento, esula da questo studio e sarà un ‘affaire à suivre’.
I lavori comprendono altresì l’adeguamento della segnaletica alla nuova ‘era’ della viabilità chiassese, dopo la costruzione del nodo intermodale alla stazione ferroviaria, e la posa dell’asfalto fonoassorbente secondo il piano cantonale messo a punto nel segno del risanamento fonico (quanto mai necessario in zona), che darà modo di rinnovare una pavimentazione che si mostra oggi usurata e rappezzata. Ma soprattutto si pianificano opere di moderazione del traffico e di valorizzazione dello spazio pubblico.
Un centro più a misura di residenti è anche alla portata di pedoni e ciclisti. Pochi (forse) sanno che Chiasso è un crocevia di percorsi ciclabili di interesse regionale o superiore. In più la strada principale, si legge a chiare lettere nel progetto, va considerata "quale itinerario privilegiato per i residenti e fruitori della stazione ferroviaria e del terminale bus, del comparto scolastico e della piscina, costituendo una sorta di spina dorsale della mobilità ciclabile a Chiasso". Di conseguenza, si conferma, il Corso "dovrà presentarsi attrattivo per il traffico ciclistico sia longitudinale che in attraversamento alle diverse intersezioni. Per fare ciò è importante predisporre una configurazione dove le velocità di tutti i veicoli sono contenute e vige l’interazione pacifica tra i diversi utenti della strada".
Allo stesso modo, infatti, anche i pedoni avranno un posto particolare nella gerarchia degli utenti della ‘via delle genti’, sebbene non sia immaginabile, qui come a sud, una pedonalizzazione della tratta. Del resto, lungo questo asse lineare è possibile "spostarsi tra le zone abitative e i principali attrattori". In tal senso "un aumento del comfort e della qualità dello spazio pubblico permette senz’altro di ravvivare questa zona e valorizzare il carattere di centro urbano. In questo modo – si ribadisce – si compensa il calo di utenti motorizzati in transito (da cui le attività presenti traevano visibilità), con vantaggi per gli utenti a passeggio".
La ricetta, d’altro canto, è semplice. Basta restringere la carreggiata, allungare i marciapiedi, eliminare gli ostacoli e facilitare l’attraversamento della strada; così da far coesistere traffico privato, pubblico e ciclistico, prevedendo, sì, dei posteggi, ma in numero limitato e di breve durata. Il resto sarà affidato agli arredi, mirando, si assicura, "alla qualità degli spazi e a creare un ambiente in cui sia piacevole intrattenersi". E qui si innesta l’alberatura – "posata in appositi vasi (rimovibili)" –, peraltro, si riconosce, inserita a Piano regolatore fin dagli anni Ottanta e che oggi "assume sempre maggiore importanza con l’aumento della temperatura terrestre, per contrastare la formazione di isole di calore". A ciò si aggiungeranno quattro piattaforme "in legno composito e acciaio" larghe due metri e dotate, si elenca, di "panchine, vegetazione, posteggi per biciclette e altri elementi destinati al traffico lento", con la finalità di "ampliare lo spazio di circolazione, di sosta e di incontro per i pedoni".
Con questo piano d’azione, di fatto, si sperimenterà, come si dichiara nel progetto, "un uso diverso degli spazi della città", mettendo apertamente in atto "strategie a lungo termine per promuovere la vivibilità dei quartieri e rivitalizzare la strada che prima era quasi esclusivamente asse di scorrimento". Un intento che vale la promessa di una città ‘altra’ da quella conosciuta sinora, tra aromi di rosmarino e aceri rossi.