In gita fuori porta, il Consiglio federale si è ritrovato a tu per tu con politici e popolazione. Incursione dei contrari a terza corsia A2 e area Tir
Basta una dozzina di parole per far capire subito a Berna come la pensano (in tanti) nel lembo più a sud del Paese. Lo striscione steso nelle prime ore della giornata giusto dirimpetto Palazzo Turconi a Mendrisio la dice lunga. Vi si legge: ‘Caro Consiglio federale liberaci dai Tir, dal PoLuMe e collegaci all’AlpTransit’. L’obiettivo degli ‘incursori’ è chiaro; il messaggio rivolto al governo centrale in trasferta è forte. Nella giornata di oggi (venerdì), del resto, la ‘formula magica’ qui nel Mendrisiotto e Basso Ceresio è ‘fare lobby’. Da perorare, in effetti, c’è la causa di un territorio in affanno tra i piani per il potenziamento dell’autostrada A2 da una parte, e collegamenti ferroviari insufficienti dall’altra. Senza alzare la voce e con una discrezione tutta elvetica, i momò però si sono fatti vedere (almeno qualcuno), ma soprattutto sentire. Non potevano, d’altra parte, lasciarsi sfuggire questa occasione.
E quando ricapita alla popolazione di una delle periferie della Svizzera di ritrovarsi a un palmo di naso dal Consiglio federale; sbarcato fin dalla prima mattinata a Mendrisio nella sua formazione (quasi) al completo per l’ultima tappa della irrinunciabile gita fuori porta (quella di Palazzo federale). Abbigliamento informale, clima rilassato tipico da ‘passeggiata scolastica’, i Consiglieri federali non hanno proprio voglia di far entrare la politica nelle loro ore di svago; e lo fanno capire con nitidezza. Ma la contaminazione è inevitabile. Soprattutto in una regione che da mesi fa a pugni con i progetti messi sul tavolo da Ustra, l’Ufficio federale delle strade; è stanca di aspettare che si fermino gli InterCity (anche durante la giornata); ed è delusa per l’ennesimo rinvio (al 2050) del dossier sulla propaggine meridionale della Trasversale ferroviaria alpina.
I ‘maestri di cerimonia’ di Palazzo ben presto si rendono conto che il protocollo non ce la fa ad arginare le domande dei giornalisti e la voglia di autorità locali e cittadini di dire la loro. Così un cartellone qua (dal ‘Mendrisiotto regione più inquinata della Svizzera’), una frasetta là – piazzata con sapienza anche dalla vice sindaca di Mendrisio, Francesca Luisoni, nel saluto che ha preceduto l’aperitivo –, un riferimento disinvolto tra un selfie (immancabile) e un brindisi, il Distretto ha fatto passare la sua missiva. A fare da sottofondo le note della bandella, che intona brani da folclore nostrano.
La lettera, quella scritta nero su bianco, invece, l’hanno consegnata per davvero evbrevi manu a Simonetta Sommaruga gli ‘ambasciatori’ dei ‘Cittadini per il territorio’, Ata (l’Associazione traffico e ambiente) e del Comitato ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio!’. Che attendevano (al varco di Villa Argentina) la responsabile del Datec, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Erano lì quasi a dirle che in quel foglio c’è tutto ciò che deve sapere. Inclusa la speranza, come si legge tra le righe, che "la sua sensibilità per i temi ambientali e territoriali la convinca a mettere in cantiere l’elaborazione di un nuovo indirizzo strategico per il Mendrisiotto e il Basso Ceresio, rinunciando al PoLuMe e affrontando i problemi della A2 nel sud del Ticino con visioni più lungimiranti e non con nuove strade".
La risposta, lascia intendere Sommaruga, giungerà a tempo debito. Ma essere riusciti nell’impresa, ammiccano gli autori del gesto, è già una soddisfazione. «Anche perché – ci dicono – ci ha confermato di aver compreso che siamo preoccupati». A Mendrisio, d’altro canto, hanno cercato di farlo capire in tutti i modi. E l’aperitivo apparecchiato sotto le fronde al Parco di Villa Argentina ha offerto un’occasione ghiotta. Se è vero, come ricorda il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali, che in Svizzera come in nessun altro luogo i politici sono senza barriere, i rappresentanti locali sono pronti a... saltare il fosso per portare acqua al mulino del Distretto. «Siamo qui per voi, per ascoltarvi», promette dal palco il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
Il Municipio della Città non se l’è fatto ripetere due vole. «Abbiamo avuto una mezz’ora per parlarci. Era un’occasione enorme per la regione e preziosa per la Città», ci confessa la vicesindaca Francesca Luisoni. Di cosa avete discusso? «Di un po’ di tutto: di infrastrutture stradali e ferroviarie ma anche della crescita di Mendrisio, dell’Accademia». Porterà dei frutti? «Di scuro. In ogni caso è un’opportunità. Con la speranza che ci guardino con un occhio più consapevole».