Dalle corsie A2 ad AlpTransit, la direttrice del Datec sa che le resistenze dei momò sono forti e le aspettative elevate
Destinazione Mendrisio. Sarà una coincidenza, ma aver scelto la Città (con la sua Accademia di architettura) per una gita fuori porta, ai momò sembra quasi un segno del destino. Soprattutto oggi che questa terra è in forte dialettica (se non in opposizione) con alcuni progetti e talune decisioni federali. Non a caso gli occhi di molti sono puntati su Simonetta Sommaruga, alla testa del Datec, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Se si parla di corsie (quella dinamica e quella per i Tir) sull’A2 o di strategie lungo l’asse ferroviario Nord-Sud, si pensa alla Consigliera federale socialista. A lei, del resto, hanno dedicato gli striscioni appesi su via Turconi che recitavano così: ‘Caro Consiglio federale liberaci dai Tir, dal PoLuMe e collegaci all’AlpTransit’.
Abitino rosso, sorriso cordiale, la incontriamo a tu per tu nel cortile evocativo di Palazzo Turconi, sotto lo sguardo del conte. Era pronta, le chiediamo, a una visita così carica di aspettative da parte di questo territorio? «La meta la sceglie il presidente della Confederazione (Ignazio Cassis, ndr). Da parte mia – ci risponde Simonetta Sommaruga –, sono molto contenta di essere venuta qui. Lo so che proprio a Mendrisio, in questo luogo, ci sono delle aspettative da parte della popolazione, in particolare sui progetti in fase di discussone da un po’ di tempo. Va detto che abbiamo un processo che funziona bene nel nostro Paese: il Cantone, assieme alla cittadinanza locale, deve indicare i bisogni esistenti. A ciò si aggiungono gli atti parlamentari dei rappresentanti ticinesi. Poi occorre soppesare tutte le richieste. Sono cosciente della situazione. Ma oggi non è il momento di venire in questo luogo ad aprire una discussione su queste tematiche – ci ‘stoppa’ –. Si tratta pur sempre della gita di tutto il Consiglio federale».
La politica, però, incombe. Nel Mendrisiotto c’è, ad esempio, una opposizione spinta – in testa quattro Municipi – nei confronti dell’area di stoccaggio dei Tir tra Coldrerio e Balerna: si attendeva una resistenza così tenace contro un progetto calato da Berna? «Simili progetti – ci corregge la Consigliera federale – non sono mai decisi a Berna. Sono parte di un processo che avanza assieme alle autorità cantonali e locali. Ma ciò che sta accadendo non è una eccezione: fa parte dell’iter, che richiede tempo».
Questa regione, va detto, confida nella capacità di giudizio della direttrice del Datec, memore delle parole da lei rivolte nel marzo del 2021 a tre associazioni come Ata, ‘Cittadini per il territorio’ e Iniziativa delle Alpi. Suonavano così: "Un requisito per l’approvazione del progetto (PoLuMe, ndr) da parte del Consiglio federale è che la regione sostenga il progetto e che le esigenze ambientali siano soddisfatte". Ma qui la nostra domanda viene interrotta sul nascere: ci richiamano al protocollo. Si parla solo della gita.
Dalla strada alla ferrovia: il governo ha viaggiato su rotaia. Una scelta non casuale: le ha dato modo di riflettere sulla delusione suscitata dal rinvio di AlpTransit a sud?, rilanciamo. «Come ministra dei trasporti – sposta l’attenzione Sommaruga – aver viaggiato in treno è una buona cosa. Lo è anche dimostrare che il Consiglio federale utilizza i trasporti pubblici, che sono così importanti per tutta la popolazione. È un mezzo che io personalmente uso spesso e mi piace molto. A fine giornata rientrerò a Berna in treno. È chiaro – ci concede la Consigliera –, nel nostro Paese i trasporti pubblici hanno una valenza molto importante, di conseguenza ci sforziamo di includere tutti nel limite del possibile. Se penso all’apertura della Galleria di base del Ceneri – nel settembre 2020, ndr –, ha cambiato un mondo. Me lo hanno detto anche qui a Mendrisio. E si cercherà di continuare a sviluppare questo sistema: non ci si ferma qui».
Questa è una Città universitaria, che impressione le ha fatto visitare l’Accademia? «Per me non è la prima volta. E un luogo molto importante anche per la vita culturale. Avere a Mendrisio giovani da tutto il mondo incide sulla realtà locale. Spero vi siano degli scambi tra studenti e abitanti: è una ricchezza. È impressionante ciò che è stato realizzato qui». In conclusione, che immagine si porta a Berna di questa passeggiata? Il volto si apre in un sorriso: «Diversi ricordi. La giornata con i ragazzi a Tenero, la natura, il lago».