I contrari a PoLuMe, Ata e ‘Cittadini per il territorio’ lanciano un sondaggio tra la popolazione, fra Mendrisiotto e Luganese
Il traffico fa parte ormai da tempo del tran tran degli abitanti del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Tra bretelle, superstrade, corsie autostradali da moltiplicare e zone di stoccaggio per i Tir da ritagliare a lato dell’A2, da queste parti è anni che ci si misura con progetti e rimedi a un problema che continua a segnare la quotidianità dei cittadini. Gli stessi che, spesso e volentieri, in passato hanno saputo andare controcorrente dicendo ‘no’ a nuovi collegamenti e adesso sono pronti a mettersi di traverso anche alle strategie federali. Che peso ha, però, oggi il viavai motorizzato nell’esistenza della popolazione locale? E quanto incide nella qualità di vita dei residenti? Se lo sono domandato di recente al Comitato ‘No alla terza corsia tra Lugano e Mendrisio’. È nata così l’idea di promuovere, d’intesa con Ata, l’Associazione traffico e ambiente, e i ‘Cittadini per il territorio’, un sondaggio per testare la percezione popolare. L’area geografica di riferimento, comunque, si spinge anche oltre i confini del Distretto, toccando il Luganese, quindi tutte le realtà di fatto interessate dal progetto PoLuMe di potenziamento dell’asse autostradale a sud. E non si intende escludere neppure chi vive in altre regioni del Cantone.
L’interesse, del resto, non manca. Lanciato da poco, ad aver aderito all’invito e ad aver dato seguito alla richiesta, sin qui sono già state 280 persone. Per tutte le altre ci sarà la possibilità di partecipare ancora all’inchiesta: l’ultimo termine utile è la fine del mese. Per compilare il formulario digitale basta andare sul sito del Comitato e alla pagina dedicata, www.no-terzacorsia-a2.ch/sondaggio.
Cinque minuti di tempo: gli autori del sondaggio, d’altro canto, non chiedono di più. Quanto basta per rispondere alla dozzina di domande preparate proprio per calibrare l’impatto del traffico sulla gente del posto e capire come la si pensa sulle ricette possibili per migliorare la situazione. I dati raccolti, ci assicurano, verranno trattati in modo anonimo. Ciò che conta, infatti, è il parere di chi accetta di sottoporsi al sondaggio. Per avere un quadro il più esaustivo possibile, ci illustrano i fautori, sarà importante poter contare su un campione rappresentativo quanto eterogeneo.
È vero, chi firma questa sorta d’indagine, si dirà, ha una posizione ben netta (oltre che contraria) sulla terza corsia autostradale pianificata da Ustra, l’Ufficio federale delle strade, sul tracciato meridionale dell’A2. Una ragione in più per condividere i propri pensieri con chi sta cercando di aprire un dibattito vero sul nodo della mobilità che tanto assilla questi comprensori urbani, attraversati dai flussi dei pendolari (perlopiù frontalieri) e dei mezzi pesanti. Gli interrogativi-guida ai quali il Comitato si prefigge di avere un responso sono in particolare due. «Ci domandiamo, infatti, se il traffico può essere, ad esempio, un fattore che porta a un cambio di residenza – ci confermano –. Di conseguenza siamo interessati a comprendere quali sono le soluzioni che potrebbero essere attuate in modo prioritario per risolvere questo problema dal punto di vista della popolazione. In altre parole – ribadiscono in conclusione dal Comitato –, vorremmo cercare di capire se e – in caso affermativo – in che misura, il traffico influisce sulla qualità di vita degli abitanti locali».
Andando al sodo, chi prende parte al sondaggio dovrà innanzitutto dare un voto alla sua qualità di vita, all’aria che respira e alla situazione del traffico. Il ventaglio? Da ‘uno’ (per pessima) a ‘cinque’ (per molto buona). Poi il rilevamento va al fondo della questione, chiedendo di sbilanciarsi sui possibili rimedi principali qualora la quotidianità viaria non fosse soddisfacente. I promotori qui offrono l’opportunità di dare delle risposte multiple, scegliendo tra quattro opzioni, più lo spazio per una proposta. Insomma, meglio potenziare il trasporto pubblico oppure la capacità autostradale? Ed è preferibile sostenere di più le piste ciclabili, le vie pedonali e i sussidi per l’acquisto di bici elettriche oppure bus aziendali, ‘car sharing’, ‘park and ride’ e auto condivise? C’è però anche un’altra curiosità da soddisfare: è mai venuto in mente a un momò o a un luganese di trasferirsi altrove? E dove? Ma soprattutto, per quali ragioni? Questione di smog, lavoro, affitto o traffico, rumore e una rete di mezzi pubblici insufficiente? E per finire, il campione come si muove sul territorio? Non poteva mancare un test conclusivo su PoLuMe: qual è il giudizio sul progetto? Aperte le domande, non resta che attendere le risposte.