Terminata la prima fase dell’indagine dell’Osservatorio Anziani che ha avviato 113 contatti. A breve inizierà la seconda fase con altre 1’012 persone
È "rassicurante" il risultato che emerge dalla prima fase di lavoro dell’Osservatorio Anziani Chiasso, chiamato a effettuare un’indagine sul benessere dei cittadini over 75 dopo la pandemia Covid. Tra agosto e dicembre dell’anno scorso, l’Ufficio servizi sociali ha inviato una lettera di presa di contatto ai 1’125 over 75 residenti nel Comune, chiedendo loro di telefonare al numero dedicato dell’Antenna anziani o presentarsi di persona all’Ufficio Servizi sociali per scattare una fotografia attuale delle necessità scaturite dalla pandemia e dalle condizioni di vita generali. A rispondere spontaneamente è stato il 10 per cento degli anziani, con conseguenti 113 prese di contatto. Un numero che potrebbe sembrare basso, ma che «mi aspettavo – spiega il responsabile dei Servizi Sociali Andrea Bianchi –. Immaginavo che le risposte sarebbero state tra il 10 e il 20 per cento». Per questo «avevamo già previsto una seconda fase», che inizierà a breve e che impegnerà le cinque persone coinvolte nel progetto. Nei prossimi tre mesi i restanti 1’012 anziani saranno contattati telefonicamente "con l’obiettivo di fotografare lo stato di benessere della popolazione over 75 di Chiasso" e permettere quindi all’Osservatorio di "essere catalizzatore di interventi puntuali e progettuali per rispondere in maniera sempre più adeguata ed efficace ai bisogni di una popolazione anziana in profondo mutamento". I risultati dovrebbero essere pronti per l’inizio dell’autunno. «Dalle indicazioni che abbiamo sinora ricevuto – continua Bianchi – è emerso che la popolazione non ha bisogno di qualcosa di specifico». La rete che accompagna la vita di queste persone ha però fornito alcune indicazioni. Tra queste, Bianchi cita le possibilità di avere una filiale o uno sportello della Posta in un determinato quartiere o di creare un centro di socializzazione per over 65 a Pedrinate. Gli eventuali passi saranno mossi al termine della seconda fase e se le indicazioni arrivate saranno confermate direttamente dagli stessi potenziali utenti.
Quanto emerso dal lavoro di questi primi mesi è riassunto in un comunicato diffuso dal Comune di Chiasso. La quasi totalità delle persone che ha risposto all’appello dell’Osservatorio "non è sola ma vi è una solida rete su cui può contare, il 50% fa riferimento a familiari (figli, fratelli, nipoti), il 39% ad amici o vicini di casa, l’8% afferma di avere come persone di sostegno la rete formale (aiuto domiciliare, infermieri, medico)". Si evidenzia inoltre come "meno dell’1% afferma di essere solo". Il Covid-19 ha invece inciso "soprattutto in una prima fase nella quale gli anziani si sono visti cambiare radicalmente la quotidianità. Con il passare del tempo e la riduzione delle misure di sicurezza sanitaria gli anziani si sono riappropriati delle loro abitudini, anche se per diversi mesi è rimasto un certo timore e senso d’insicurezza". Un terzo degli intervistati afferma di "aver sopportato bene le conseguenze della pandemia, anche se hanno giocato un ruolo importante la riduzione dei contatti sociali, il timore delle conseguenze del virus sulla propria persona". Ipotizzando che a farsi avanti spontaneamente siano stati gli anziani con più risorse e dunque con maggiore indipendenza e resilienza, "non sorprende che il 78% risponda che non ritiene di aver bisogno in alcun modo di un sostegno da parte del Comune. Il 47% ha però tenuto a sottolineare che apprezzerebbe una maggiore offerta di spettacoli, concerti e attività sportive e/o all’aria aperta". Per questo specifico ambito, Andrea Bianchi spiega che «con il Cinema teatro stiamo valutando la possibilità d’introdurre spettacoli pomeridiani perché la sera non è sempre ottimale per una persona che ha più di 75 anni».