Toccante cerimonia ieri al Cinema Teatro, dove è stato consegnato il premio massimo 2021 della Fondazione Cesare e Iside Lavezzari
«Non chiediamo da dove vengono le persone, di che religione sono. Noi aiutiamo, in silenzio». Breve, ma toccante, l’intervento di Lidia Canonico ieri al Cinema Teatro di Chiasso, dove ha ricevuto il Premio massimo 2021 della Fondazione Cesare e Iside Lavezzari.
«Il comitato non ha avuto dubbi nella scelta della premiata – la premessa di Michel Magnin, neopresidente della Fondazione –. Lidia opera nel territorio da oltre cinquant’anni ed è meritevole per quanto ha fatto dando al prossimo, nello specifico ai ragazzi disagiati. C’è una parola che sicuramente non è nel suo vocabolario: indifferenza. Un’indifferenza che purtroppo a volte giace sorniona, succubi della nostra opulenza e della paura di perdere i nostri privilegi ci creiamo sciocchi alibi per ignorare le persone che chiedono aiuto». Alibi che certamente non si crea la premiata, che partendo oltre trent’anni fa con SOS Infanzia ha dedicato un’intera vita al volontariato. A presentarla, l’amica e collega Tina Mantovani.
«Ci siamo conosciuti alla fine degli anni Ottanta, nel mondo del volontariato – ha ricordato –. La formazione ci ha avvicinate nell’89 all’associazione SOS Infanzia che era attiva da poco. A metà degli anni Novanta, quando in Ticino c’era ancora poca conoscenza sul maltrattamento dei minori, Lidia e io siamo state inserite in un gruppo di formazione per un progetto cantonale: sensibilizzazione sui minori maltrattati. Per la nostra formazione sono arrivati da Milano gli specialisti del centro per il bambino maltrattato, perché qui c’era poca conoscenza. Questo percorso ci ha insegnato che il vero volontario non deve mai porsi come professionista. Deve essere informato, motivato, mettere in campo il proprio tempo libero, avere la conoscenza del territorio e dei servizi, avere sani principi e un buon equilibrio. Solo così può essere un valore aggiunto per le istituzioni e per la collettività. Lidia questo lo ha imparato: nel tempo ha costruito una rete sociale sul territorio coi vari servizi e specialisti cantonali, fatta di stima e fiducia reciproca».
Il riferimento è a ‘la Sorgente’, associazione fondata proprio da Canonico assieme ad altri volontari nel 1994. «Circa trent’anni fa, durante il suo turno al telefono di SOS Infanzia, Lidia ricevette una segnalazione – ha detto Mantovani, ricordando la nascita dell’ente –. Era diversa dalle altre, era molto forte. Era accaduta da poco una disgrazia: un bambino aveva perso la vita per mano dei suoi giovani genitori. Persone fragili, nessuno si era reso conto del loro malessere, anche perché non avevano chiesto aiuto. Sentiamo ancora il dolore addosso quando ne parliamo. Dopo questo fatto che colpì tutta la comunità e noi volontari, Lidia ha deciso di voler fare di più oltre all’ascolto telefonico: voleva rendersi utile in presenza, guardare negli occhi e accompagnare fisicamente a tutti i servizi chi le chiedeva aiuto. E con una particolare attenzione ai giovani: scende in piazza, va loro incontro, interagisce con loro e ascolta i loro bisogni, le loro paure e incertezze».
«Lidia, precursore di iniziative» ha aggiunto Mantovani, ricordando di quando, alle fine degli anni Novanta, «sul territorio non c’erano ancora le mense cantonali», si fece promotrice di una mensa a Chiasso, aperta sul mezzogiorno e rivolta ai ragazzi con genitori che lavoravano e non potevano occuparsene in quella fascia oraria. «Mi chiedono perché lo faccio – ha detto da parte sua la premiata –. Viene dall’educazione che ho ricevuto dai miei genitori: abbiamo fatto sempre questo. La condivisione, l’ospitalità, senza mai puntare il dito contro nessuno: c’è solo l’ascolto. E aiutare, in silenzio. Non chiediamo di che religione sono le persone, da dove vengono. Noi aiutiamo». «Il volontariato del quale Lidia è un esempio – ha detto da parte sua Magnin –, e che è ancora molto presente alle nostre latitudini, sta comunque diventando merce rara. Molte associazioni e società assistono a un calo di volontari, fondamentali per la sopravvivenza di queste organizzazioni».
Durante la cerimonia, sono anche stati assegnati i premi per l’anno scolastico 2020-21, a: Matilda Sofia Rossi di Arzo (media del 5,71 al Liceo cantonale di Mendrisio), Fabiano Montorfano di Castel San Pietro (media del 5,70 alla Scuola d’arti e mestieri di Canobbio quale elettronico multimediale), Emma Lurati di Genestrerio e Siria Manini di San Pietro (entrambe media del 5,55 alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona). La 55esima edizione dei premi si è contraddistinta inoltre per alcune novità. Magnin è subentrato alla presidenza dopo 33 anni di guida da parte di Fernando Pedrolini, premiato anche lui per il suo impegno con medaglia e diploma. È stato creato inoltre un sito internet della Fondazione ed è stato ideato un intermezzo, moderato dalla giornalista della ‘Regione’ Daniela Carugati, per meglio conoscere la personalità che ha ottenuto il Premio massimo.