L’imputato, un 34enne, non si presenta in aula perché ricoverato all’ospedale a causa di un incidente. Ha ammesso ogni responsabilità
È incorso in un incidente stradale nel giorno del processo. Ricoverato all’ospedale, al suo avvocato non è rimasto altro che comunicarlo al giudice e presentare un’istanza di dispensa. L’insolita ‘impasse’ è avvenuta nel pomeriggio di oggi alle Assise correzionali di Mendrisio, riunite a Lugano. Il giudice Amos Pagnamenta ha accolto l’eccezione del legale, l’avvocato Mattia Pontarolo, e ha così dato seguito al dibattimento pubblico per il quale era già programmato un rito abbreviato. Il caso è quello di un 34enne che nell’arco di soli tre mesi, tra il febbraio e l’aprile dello scorso anno, ha trafficato oltre 200 grammi di cocaina (grado di purezza stimato attorno al 57%), insomma un quantitativo elevato che ha delineato senza l’ombra di un dubbio l’infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacenti.
L’imputato, a sua volta un consumatore di cocaina, ha consegnato l’intero quantitativo di droga in quattro occasioni a due cittadine albanesi. Una volta ancora anche questa inchiesta – titolare la procuratrice pubblica, Margherita Lanzillo – ha confermato quanto a detenere il traffico di cocaina siano cittadini albanesi. Il 34enne, in cambio delle consegne, ha ricevuto un compenso di 200 franchi per ogni viaggio. Nascondeva la droga su di sé, finché gli inquirenti non sono riusciti a finire sulle sue tracce, fermandolo lo scorso 28 aprile. L’imputato ha ammesso ogni responsabilità sin dal primo giorno, ha evidenziato in aula il suo avvocato difensore. Come ‘premio’ di totale collaborazione alle indagini, ha ottenuto il processo con rito abbreviato e una pena sospesa. Salvo poi non potersi presentare per forze maggiori, per un incidente al quale la Corte ha comunque creduto sulla parola al legale, che ha riportato i dettagli della disavventura. Il 34enne è stato riconosciuto colpevole anche di infrazione alla legge federale sulle armi per avere acquistato senza diritto una pistola calibro 22, arma sequestratagli al proprio domicilio dagli agenti di polizia nel corso dell’inchiesta. Il giudice Amos Pagnamenta, al termine di una breve camera di consiglio, ha confermato la pena di 13 mesi sospesi per un periodo di due anni proposta nell’atto d’accusa dalla procuratrice pubblica, Margherita Lanzillo. L’avvocato di difesa, dal canto suo, ha già preannunciato alla Corte che non interporrà alcun ricorso in Appello, cosicché la condanna è definitiva.