Mendrisiotto

Iniziato il processo per il delitto di via Valdani a Chiasso

Gli imputati, padre e figlio, sono presenti in aula. I fatti risalgono al novembre 2015, la sentenza potrebbe slittare a gennaio

Era il 27 novembre 2015
(Ti-Press/Archivio)
15 dicembre 2021
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È iniziato il processo davanti alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio (riunite nell’aula penale di Lugano) per il delitto di via Valdani. I fatti risalgono alla sera del 27 novembre 2015, data in cui è stato ucciso il fiduciario 73enne Angelo Falconi. Davanti al giudice Marco Villa (giudici a latere Renata Loss Campana e Monica Sartori Lombardi) siedono Pasquale Ignorato, 57 anni e il figlio 29enne, per rispondere di assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, e aggressione. Sull’atto d’accusa della procuratrice pubblica Marisa Alfier figurano anche alcuni reati finanziari. Pasquale Ignorato, difeso dall’avvocato Marco Bertoli, è reo confesso e si trova in carcere, in regime di espiazione anticipata della pena dal 15 agosto 2016. Il figlio, che si è da subito professato innocente e sostiene di avere unicamente assistito alla scena, è stato scarcerato nel maggio del 2017 ed è difeso dall’avvocato Elio Brunetti. La famiglia della vittima è invece rappresentata dall’avvocato Stefano Ferrari. Padre e figlio sono presenti in aula e stanno ricostruendo la loro vita anteriore ai fatti rispondendo alle domande del presidente della Corte.

Il dibattimento durerà almeno tre giorni. In base alla durata dell’assunzione delle prove, interrogatori e discussione, la sentenza potrebbe anche slittare al mese di gennaio.

‘Non ho un buon rapporto con mio padre’

Raccontando la sua vita, il figlio ha spiegato che «dal mio punto di vista non ho un buon rapporto con mio padre, adesso come prima dei fatti». Una situazione dovuta «a quello che mi ha creato. Mi chiama raramente e parla sempre della situazione giudiziaria. Già prima non avevamo un rapporto padre-figlio come lo volevo io: il suo interesse era sempre verso il lavoro e dal mio punto di vista c’era poca affettività». Perché, quindi, ha chiesto il giudice, è fuggito con il padre dopo i fatti? «Ero in uno stato di panico e non ero lucido – è stata la risposta –. Per me si è trattato di accompagnarlo a Napoli, anche se sbagliata, è stata una cosa che mi sono sentito di fare». Il 29enne «non ricorda» se la decisione di raggiungere i parenti sia stata comune o su richiesta di uno dei due. Dal canto suo, Pasquale Ignorato ha dichiarato di «avere buoni rapporti con la moglie e i figli, con i quali ci sentiamo regolarmente e quando possono vengono a farmi visita».

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