Il progetto si chiama ‘Insubriaparks’ e coinvolge due aree verdi momò. ‘Coinvolti anche Supsi e Politecnico di Milano con ruoli complementari’.
Passeggiare immersi nel verde, in cerca di pace e tranquillità. Boschi e colline sono tra le principali attrazione del Mendrisiotto. Luoghi apprezzati dai turisti e frequentati assiduamente anche da chi vive nella regione. Queste aree sono spesso anche zone di contatto tra il territorio italiano e quello elvetico. Proprio da questa vicinanza è nata la volontà di sviluppare il progetto ‘Insubriaparks’, per promuovere e gestire i parchi in rete. «L’idea è nata un po’ sulla spinta dei parchi italiani, che hanno esperienze diverse di collaborazione con il Ticino», spiega la direttrice di Mendrisiotto Turismo Nadia Fontana-Lupi. «In particolare è stato il parco regionale Spina Verde il primo a muoversi. I suoi boschi confinano infatti con Chiasso e camminando all’interno del parco si passa da una parte all’altro del confine quasi senza accorgersi. È per questo motivo che una collaborazione è quasi una conseguenza naturale». Il progetto prevede di mettere in rete tra loro cinque diversi parchi, due dei quali momò: il parco Gole della Breggia e il parco del Penz. La presentazione dei risultati della prima fase di lavori è avvenuta la scorsa settimana a Como. Un secondo aggiornamento è invece previsto per il mese di aprile in Ticino. A essere coinvolti sono nove diversi attori, che avranno tempo fino a luglio 2022 (con proroga di massimo tre mesi) per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un ruolo importante sarà quello ricoperto dalla Supsi di Mendrisio e dal Politecnico di Milano. A loro è infatti stato affidato il compito di sviluppare gli strumenti per permettere di creare un legame tra utenti e gestori dei parchi.
Nello specifico i due istituti, che stanno svolgendo mansioni complementari, si stanno muovendo su diversi fronti. Tra questi: poter scegliere quale esperienza vivere con una descrizione dettagliata e interattiva delle varie passeggiate e tutta una serie di sentieri geolocalizzati. «La Supsi si sta occupando nelle specifico di programmi per aiutare la gestione del territorio. Gli utenti avranno inoltre la possibilità segnalare eventuali problematiche lungo i tracciati, così da poter pianificare tempestivamente gli interventi», prosegue la direttrice. A questo si aggiunge un sistema di monitoraggio dei flussi turistici basato sulle tecnologie ‘internet of things e machine learning’ e la raccolta di dati tridimensionali con laser scanner e droni. Lo scopo è anche l’ottimizzazione delle risorse. Una prima visione era stata messa nero su bianco già nei mesi precedenti alla pandemia, ma i lavori veri e proprio sono iniziati durante la fase del confinamento. Un periodo, spiegano i promotori, “che ha fatto crescere in maniera esponenziale la frequentazione delle aree verdi protette da parte dei cittadini alla ricerca di esperienze sicure all’aria aperta”. A finanziare questo progetto interregionale, nel quale vengono coinvolti un centinaio di collaboratori, sono l’Unione europea (tramite il fondo europeo di sviluppo regionale), lo Stato italiano e la Confederazione svizzera. L’investimento è di quelli sostanziosi: oltre 1 milione e mezzo di euro per la parte italiana, che tocca sia la provincia di Como che quella di Varese, e circa 450mila franchi per quella elvetica.
Per il Mendrisiotto, come detto, saranno il parco Gole della Breggia e il parco del Penz le due aree coinvolte. «Le proporzioni delle diverse zone sono molto differenti. Nella nostra regione il parco della Breggia è piuttosto piccolo rispetto agli altri, come anche quello del Penz. Al loro interno però possiamo trovare degli elementi unici come gli affioramenti geologici o peculiarità storico architettoniche», conclude Nadia Fontana-Lupi. In totale i cinque parchi, unendo le forze, possono contare su circa 200 punti d’interesse paesaggistico e culturale, che si dividono tra panorami naturalistici, siti archeologici e architettonici. Oltre 300, infine, in chilometri d’itinerari previsti. Sul versante italiano, oltre al parco regionale Spina Verde, sono coinvolti in ‘Insubriaparks’ anche il parco Pineta, che rappresenta un esempio unico di pineta pedemontana, e il parco regionale Campo dei fiori, che può contare sul complesso del Sacro Monte (considerato patrimonio dell’Unesco) e diverse ville in stile liberty.