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Una A2 a più corsie: dopo la ‘dinamica’ ecco quella per i Tir

Mentre fa discutere il potenziamento tra Lugano e Mendrisio, l’Ustra presenta ai Comuni del Basso Mendrisiotto il progetto per stoccare i camion

Tra potenziamenti e resistenze (Ti-Press)
30 settembre 2021
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Da quando il traffico di pendolari, vacanzieri e Tir è diventato un vero problema, l’asse meridionale dell’autostrada - per intenderci fra Lugano e Chiasso - si è rivelato una spina nel fianco delle popolazioni attraversate. Non a caso bastano due parole (in questo caso), terza corsia, per far imbufalire una folta schiera di cittadine e cittadini, in particolare nell’agglomerato del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Non si potrà ancora parlare di un progetto fatto e finito di costruzione di una nuova lingua d’asfalto sulla A2 su cui far scorrere i veicoli, come ha precisato lo stesso direttore dell’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, Jürg Röthlisberger ai messaggeri della petizione sottoscritta da oltre 6’300 persone, tutte peraltro contrarie a una operazione da quasi 2 miliardi di franchi. Sta di fatto che il potenziamento messo in programma, il cosiddetto PoLuMe, da solo è già sufficiente a far preoccupare la popolazione locale. E c’è da credere che il tasso di apprensione salirà quando la cittadinanza locale si troverà di fronte il nuovo incarto che, a inizio settembre, sempre l’Ustra ha presentato a quattro Municipi del Distretto, quelli di Balerna, Novazzano, Coldrerio e Mendrisio. Nei piani da qui al 2028 - quindi prima di concretizzare il modello di gestione dinamica dei flussi di traffico, orizzonte 2035 - c’è infatti la creazione, fra altre infrastrutture, di una vera e propria corsia di stoccaggio per i mezzi pesanti tra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio, in direzione sud. Un progetto che già ha fatto trasalire l’area rossoverde locale. La presenza di camion in colonna sull’autostrada nel Basso Mendrisiotto non è certo una novità, come ha fatto memoria di recente un gruppo di consiglieri comunali del Plr di Chiasso e Mendrisio, ma rimane un problema a cui si sollecita una soluzione. Rimbalzata in questi giorni anche a Berna per voce del deputato momò Marco Romano, oggi la risposta che giunge dai tecnici federali è quella di spostare ma, di fatto, consolidare la presenza di un ‘parcheggio’ per Tir lungo l’A2.

Camion posteggiati, situazione ’non ottimale’

Che le pratiche doganali a Brogeda si snelliscano o meno, al di qua del valico una strategia c’è e la si è rivelata, come detto, qualche settimana fa agli esecutivi del comprensorio. E c’è da credere che, anche in questo caso, le discussioni non mancheranno. Per l’Ustra si tratta di intervenire su quello che è uno stato di fatto e di adeguare e mettere in sicurezza la situazione disegnando una corsia ad hoc nei piani separata dalla carreggiata autostradale da una barriera. All’Ufficio federale si riconosce che la gestione attuale dei Tir è da considerarsi “non ottimale” per l’esercizio autostradale. In effetti, oggi in caso di forte afflusso, direzione dogana commerciale di Chiasso, i cosiddetti ’bisonti’ della strada sostano sulla corsia di destra fra Chiasso centro e Brogeda e sulla corsia di emergenza, tra Coldrerio e Bisio.

Lo scenario futuro? Nei progetti dell’Ustra si intende avere a disposizione una corsia lunga 1’800 metri, da attivare (da statistica) una quarantina di volte l’anno e capace di ‘contenere’ sino a circa 75 camion. Certo nulla a che vedere con il centro di controllo, stoccaggio e dosaggio in costruzione a Giornico, pronto nel 2022 e sul quale si convoglieranno circa 250 milioni di franchi. L’intervento previsto nella regione, parte di un pacchetto di opere, seguirà l’iter di prassi che prospetta la progettazione di dettaglio entro il 2023 e la sua concretizzazione entro il 2028.

Sui tavoli dei Comuni un pacchetto di opere

Il documento consegnato nelle mani dei municipali dei quattro Comuni (Chiasso non è stato interpellato) non comprende, però, solo la corsia per i Tir. Il progetto esecutivo che andrà in pubblicazione include, infatti, pure altri lavori puntuali. Fanno parte dei piani la realizzazione di una nuova parete fonica in territorio di Mendrisio (in direzione nord) e la sostituzione dell’attuale sul lato nord-sud oltre che delle barriere presenti a Balerna e Novazzano, ma soprattutto la costruzione di quattro nuovi impianti per il trattamento delle acque stradali - che ora vengono scaricate direttamente nei corsi d’acqua -, l’attuazione di opere di protezione della falda a Coldrerio e infine l’ampliamento del viadotto riale di Villa, la sola strettoia rimasta fra Balerna e Capolago (subordinato però alla dismissione della captazione della sorgente Valle della Motta).

Soffermandosi sui lavori pianificati a tutela di fiumi e sorgenti, gli impianti di trattamento daranno modo non solo di adeguarsi alle normative, ma altresì di filtrare le acque stradali prima di riversarle nei corsi d’acqua. Il dossier dell’Ustra ’incastra’ letteralmente i quattro apparati lungo il tracciato autostradale all’altezza di Coldrerio, Novazzano, Bisio e Balerna. Riportano a Coldrerio le opere di protezione della falda con le quali si va a risolvere, di fatto, il conflitto che l’A2 ha con la presenza delle zone di protezione ‘S’ delle acque in coincidenza, appunto, di Coldrerio e di Mendrisio. Le contromisure annunciate alle autorità locali? Una pavimentazione impermeabile e il potenziamento del sistema di raccolta delle acque. Un intervento che porta con sé una postilla: si passerà dagli intendimenti ai fatti solo se all’apertura del cantiere le zone di protezione saranno ancora in vigore.

Terza corsia Lugano-Mendrisio

Quella duplice delusione

Da una corsia A2 all’altra, in questi ultimi mesi i promotori della raccolta firme determinata a mettersi di traverso alla trasformazione (nelle ore di punta) della corsia di emergenza in una valvola di sfogo per il traffico - con tutti gli interventi che ciò comporterà lungo il tracciato e nelle gallerie fra Lugano e Mendrisio -, sono rimasti delusi due volte. La prima, il giugno scorso, nel leggere la risposta dell’Ustra alla loro mobilitazione: si attendevano un riscontro ma direttamente dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga (come dire non una risposta tecnica, ma politica); e si sono visti ‘liquidare’ con l’argomentazione che, in questa fase, privati e associazioni non sono abilitati a pronunciarsi sul dossier. La seconda occasione risale a questo martedì, quando hanno scoperto che il Cantone ha acceso il semaforo verde sulla realizzazione di uno svincolo in territorio di Melano. In effetti, si aspettavano ben altro, pure dal Gruppo di accompagnamento. E non li consola sapere che saranno apportate delle migliorie al nuovo snodo o che le osservazioni delle Commissioni regionali dei trasporti (di Mendrisiotto e Luganese) e dei Comuni sono state recepite nella fase di affinamento del progetto. Non rincuora neppure sapere che in un momento successivo sarà presa in considerazione la possibilità di spostare in galleria il tratto fra Melano nord e Mendrisio. «E qui - annota Marzio Proietti, tra i fautori della raccolta firme - si innesta un grande interrogativo: quando accadrà tutto ciò? Si dica una data sul calendario. Al momento questa fase non è iscritta in nessun piano. La garanzia, in altre parole, non c’è». A dirla tutta Proietti ammette di non crederci. Come dire che non tutto è perduto, ma sarà arduo riavvolgere il nastro sulla terza corsia dell’A2.

’Cara Consigliera federale, le scriviamo’ (di nuovo)

Un cosa è certa: chi avversa l’approccio di PoLuMe non intende arrendersi. Dopo la missiva dell’Ustra, si è tornati alla carica indirizzando, ancora una volta, alla responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Simonetta Sommaruga una lunga lettera raccomandata. Qual è il messaggio? «Abbiamo sottoposto alla Consigliera federale le nostre argomentazioni critiche sul progetto PoLuMe, che dal nostro punto di vista non porterà nessun reale miglioramento sul piano della protezione ambientale e del territorio, pur spendendo una cifra considerevole - rimarca Proietti -. Come nel caso del semisvincolo a Melano: come si può dire che senza la sua realizzazione si vedrà crescere il traffico sulla strada cantonale? Spostando il traffico sulla A2 per il paese in sé non cambia niente: quello dell’Ustra non è certo un argomento decisivo», taglia corto.

Per chi vive nella regione meridionale del cantone, insomma, è difficile cambiare idea quando si respira l’aria di queste parti e si pensa all’autostrada e alla necessità di ‘liberare’ i centri abitati dalla sua presenza “mediante una circonvallazione in galleria e/o una copertura". L’A2, come si legge anche nell’incarto consegnato il maggio scorso a Palazzo federale a Berna, rimane “una ferita nel territorio di quest’area di pregio” ed è "all’origine di un importante degrado paesaggistico e ambientale, con ricadute negative anche sul turismo locale”. Per corroborare queste parole i promotori della petizione hanno portato dei dati: uno su tutti mostra come fra il 2013 e il 2019 a Mendrisio i tre maggiori inquinanti (diossido d’azoto, ozono e polveri fini) hanno superato in media la soglia limite di legge per più di 142 giorni in un anno.

Dal canto suo l’Ustra, ricevuto il sostegno dell’autorità cantonale, andrà avanti per la sua strada, come si è fatto capire martedì in una nota ufficiale. L’A2 tra Lugano e Mendrisio sarà potenziata, con lo svincolo a Melano, ritenuto una “necessità”. L’approvazione del Consiglio federale al progetto è attesa entro la fine del 2022. Per la serie: così è se vi pare (o no).

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