L'80 per cento delle persone intercettate viene respinto e rimpatriato, conferma la Sem. Al Centro federale d'asilo sono in 153
Il giovane di 26 anni tunisino rimasto colpito da una scarica elettrica mentre, sabato sera, si trovava sul tetto di un treno proveniente dall'Italia e giunto alla stazione ferroviaria di Chiasso, riaccende inevitabilmente i riflettori sui flussi migratori e su chi cerca, in ogni modo, di oltrepassare la frontiera sud del Paese, anche a rischio della vita. Flussi che, fra il 2020 e il 2021, hanno risentito, a loro volta, degli effetti della pandemia da Covid-19. Com’è oggi, quindi, la situazione su questo fronte? «La situazione alle frontiere svizzere rimane attualmente stabile – ci risponde Anne Césard, portavoce della Segreteria di Stato della migrazione (Sem) –. Oltre l’80 per cento dei migranti fermati dall’Afc alla frontiera sud del Ticino nelle ultime due settimane è stato respinto o rimpatriato. Nonostante l’aumento degli sbarchi in Italia, il volume della migrazione in Svizzera non è praticamente aumentato». Anne Césard ci conferma come perlopiù i migranti sbarcati nell’Italia meridionale provengano da Tunisia, Egitto e Bangladesh. Quanto alla Svizzera, «non è un Paese di destinazione».
Restiamo, però, dentro i nostri confini: qual è la situazione attuale al Centro federale d’asilo provvisorio a Balerna-Novazzano? «Attualmente sono alloggiate 153 persone a Pasture, per un totale di 262 considerando tutti i centri federali in Ticino – fa sapere la portavoce a ‘laRegione’ –. L’occupazione dei centri è aumentata negli ultimi mesi, rispecchiando proporzionalmente la crescita delle domande d’asilo a livello nazionale. Inoltre, sono tuttora in vigore le disposizioni relative al piano protezione Covid».