Presentata una domanda di costruzione ufficiosa per un impianto di telefonia alto 25 metri a Gorla. Ma il progetto fa discutere: 'La zona è sensibile'
Per ora dell'antenna per la telefonia mobile vera e propria c'è solo un 'fac simile'. Gli abitanti della zona, lì alle Zocche di Gorla a Castel San Pietro, però, se ne sono già accorti, eccome. A precedere le intenzioni di uno degli operatori che si muovono nel settore delle telecomunicazioni, da qualche giorno c'è infatti un segno inequivocabile: una cosiddetta modina svetta verso il cielo, annunciando l'arrivo di un impianto alto circa 25 metri. Che questo apparato passasse inosservato, dunque, era assai difficile. Va da sé che nella frazione la voce è corsa con grande rapidità, come il fuoco fra le sterpaglie. Un tam tam che ha già raggiunto anche le piattaforme social e riverberato da subito le preoccupazioni dei cittadini; soprattutto di coloro che abitano nelle vicinanze. La mappa dei ripetitori disseminati sul territorio del Mendrisiotto e del Basso Ceresio potrebbe, allora, veder aggiungere un'altra bandierina? Qui più che in altri casi il condizionale è d'obbligo. Issata in un'area 'sensibile' del Comune, l'asta potrebbe non far posto all'infrastruttura. Del resto, già un anno fa, e sempre nelle vicinanze, era stato presentato un altro progetto, simile nei contenuti. Davanti alle opposizioni dei confinanti, però, era stato ritirato. Ecco che la richiesta odierna ha il sapore di un secondo tentativo per quella che, di fatto, sarebbe la prima antenna sul territorio di Castello.
L'operatore di turno, in effetti, si sta muovendo con cautela. Al momento l'incarto è stato, sì, depositato in Comune - è stato recapitato una settimana fa -, ma è ancora al vaglio dell'Ufficio tecnico, come vuole la procedura edilizia. Prima di essere pubblicato in veste ufficiale dovrà infatti superare l'esame preliminare di rito. In effetti, la domanda di costruzione non può essere in contrasto con la pianificazione locale. Come dire che l'eventualità di sospendere tutto non è da escludere. Di certo, oggi, ci sono le dimensioni dell'antenna, imponenti, e la sua natura, visto che rientra nella strategia decisa ad alzare gli standard della telefonia mobile alla quinta generazione (ribattezzata 5G). Un altro dato su cui non si discute è la tipologia della zona in cui si vorrebbe inserire l'impianto, che confina con aree residenziali, una scuola privata e parchi gioco, luoghi quindi frequentati dai bambini.
Quest'ultimo argomento avrà di sicuro un peso nella valutazione finale. In effetti, nel raggio di cento metri in linea d'aria dalla futura antenna, come ci fa presente la stessa sindaca di Castel San Pietro Alessia Ponti, si trovano un asilo nido e una scuola che fanno capo a My School Ticino e alla Medacta International Sa. E questo aumenta le probabilità che tanto a livello cantonale che comunale la licenza non venga concessa. La sindaca lo lascia intendere in modo evidente. D'altro canto, rende attenti, «ci si muove in una zona che è già finita sotto la lente anche per il mix presente, che vede convivere attività artigianali e aree residenziali. Una convivenza che si è rivelata spesso complicata. Se a tutto questo si aggiunge un tema come quello delle antenne per la telefonia, non ancora chiaro alla popolazione, si fa presto ad attirare l'attenzione della gente, sensibile oggi a tematiche legate alla salute».
L'unico strumento nelle mani delle autorità comunali, oggi, è però il Piano regolatore (Pr). Anzi, lo stesso Cantone nelle sue linee guida - consegnate il febbraio scorso - si aspetta che i Comuni da qui a dieci anni (al più tardi) si adeguino. A dirla tutta corre l'obbligo di misurarsi con la pianificazione e il disciplinamento degli impianti. Un esercizio, quello della modifica pianificatoria, avviato da diversi centri del Distretto, da Chiasso a Riva San Vitale, passando per Stabio, che da parte sua ha istituito una zona di panificazione, congelando di fatto tutti i dossier aperti. E a Castel San Pietro come si affronta la problematica? «Quando ci occuperemo della revisione generale del Pr il tema delle antenne sarà fra i punti sensibili. Nel frattempo, nell'ambito di un'altra revisione, quella relativa alla Legge sullo sviluppo territoriale, abbiamo optato per l'introduzione del sistema a cascata, al momento al vaglio dell'autorità superiore». Le istituzioni locali, del resto, sono convinte della scelta. Meno gli operatori della telefonia, che anche in questo caso hanno presentato ricorso. «Vedremo cosa dirà il Cantone in merito», ci dice Alessia Ponti. Sindaca che dal governo centrale vorrebbe vedere un'azione più incisiva sul fronte dei ripetitori per la telefonia. «Ogni Comune cerca di fare la sua parte, ma in modo distinto. Varrebbe la pena - spiega - che venissero indicate delle zone a livello cantonale».
Intanto, sui tavoli dei Municipi della regione in questi mesi sono continuate ad approdare nuove richieste per altre antenne. Eppure la carta dell'appendice sud del Ticino è fitta di impianti. Basta dare un'occhiata al Catasto cantonale delle antenne di telefonia mobile per rendersene conto: fra Chiasso e i paesi sul Ceresio se ne contano oltre una cinquantina. A colpo d'occhio le infrastrutture si concentrano in particolare nel Basso Mendrisiotto. A dividersele tre compagnie telefoniche.