Posticipato l'inizio delle lezioni, tra la Scuola e le Ffs si è trovato un accordo. E ora lo dicono con un intero treno
Si può fare. È proprio il caso di dirlo. Forse non ci sarà voluto un impegno 'mostruoso', ma di sicuro tanto le Ffs che la Supsi hanno dovuto mettercela tutta per far coincidere gli orari delle lezioni al campus di Mendrisio con l'andirivieni di Tilo lungo la linea ferrata. Alla fine, però, ce l'hanno fatta. Un risultato sancito oggi, lunedì, anche da una convenzione firmata in mattinata all'ombra della pensilina della stazione del capoluogo da Roberta Cattaneo, direttrice Ffs Regione Sud, e Franco Gervasoni, direttore generale della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Con la sede a due passi dalle rotaie - lo spazio di un sottopasso -, posticipata la campanella mattutina di venticinque minuti - alle 9.05 - e quella finale dei corsi alle 16.45, docenti e studenti dal 20 settembre prossimo al varo dell'anno accademico potranno, quindi, approfittare di collegamenti più snelli e soprattutto meno affollati. Già in uso Oltregottardo, per il cantone rappresenta una prima assoluta e il sigillo a un progetto nazionale, 'Smart Work & Gestione mobilità, sul quale le Ferrovie scommettono dal 2018.
Ci si ragionava da tempo qui in Ticino. Persino gli stessi utenti del trasporto pubblico ci speravano: modulare gli orari dei pendolari per alleggerire il carico di passeggeri nelle ore critiche è portare punti alla mobilità alternativa. Ora a dimostrare che è possibile, c'è addirittura un treno intero, che questa mattina ha fatto il suo ingresso alla stazione di Mendrisio, come a voler sottolineare l'eccezionalità dell'evento. Dal 30 agosto, infatti, un Tilo circola sulla rete ticinese e lombarda con una nuova livrea: il logo e i colori della Supsi. Per un anno sarà un testimonial del tutto speciale, facendo tappa, da nord, alla stazione di Mendrisio alle 8,57, giusto in tempo per l'inizio delle lezioni: quando si dice il marketing territoriale. Tanto per la Scuola che per le Ferrovie, d'altro canto, questo è un modo per veicolare un messaggio importante, oltre che positivo ora che si ritorna fra i banchi in presenza. Non a caso, con un accordo sotto il braccio, entrambe avevano più di una ragione per celebrare questa iniziativa. Roberta Cattaneo, poi, spera non sia l'ultima, consapevole che la parola d'ordine in questi casi è 'flessibilità'. «È il momento - richiama la direttrice - di riflettere su cosa fare per una mobilità intelligente: essere flessibili con testa è una soluzione per il futuro». E qui il suo pensiero oltre alle scuole va anche alle aziende, che a loro volta potrebbero strutturarsi a favore di collegamenti meno affollati.
Il direttore generale della Supsi Franco Gervasoni confida che questo esperimento possa fungere da «stimolo per un cambio di comportamento», ora che possiamo contare su due gallerie di base (al Gottardo e al Ceneri), anche per i suoi stessi colleghi e per gli studenti, affinché utilizzino i mezzi pubblici. Sia chiaro, modificare il piano orario dell'istituto, fa capire a chiare lettere, non è stato semplice. Di fronte, però, al rapporto costi-benefici, annota subito, «ne vale assolutamente la pena». Tanto più se si pensa al bacino di utenza della Supsi - si parla di 500-600 persone ogni giorno - e al contempo alle ricadute positive, che andranno al di là della tratta sottocenerina. Del resto, la scelta di realizzare il campus nel comparto della stazione non è casuale, come rammenta ancora il direttore. Semmai è espressione di una strategia che riporta al 2010 e di una precisa volontà della Supsi, che su questo indirizzo ha trovato il sostegno del Cantone e della Città di Mendrisio (come testimoniato dalla presenza del sindaco Samuele Cavadini). Il vecchio motto' viaggio in treno, viaggio sereno', che risale, ha verificato Gervasoni, al 1958, ritrova insomma nuove ragioni d'essere, chiosa il direttore.
Dare il pieno appoggio all'esperienza era, dunque, un gesto naturale per il Dipartimento del territorio (Dt). «Quando si parla di traffico - conferma il direttore del Dt, Claudio Zali, che non poteva mancare al sigillo dell'intesa fra Ffs e Supsi -, sembra che le ricette magiche siano a portata di mano. In realtà, le soluzioni sono infinitamente complesse. Nella gestione dei picchi di traffico perché, però, non pensare agli orari scolastici o di apertura dei negozi? Questo esperimento dimostra che è fattibile. Spero - rilancia il Consigliere di Stato - che questo esempio raggiunga altri comparti e ordini scolastici, per quanto difficile possa essere».
Se è vero che, a livello svizzero, c'è voluto l'istituto superiore di Rotkreuz, in Ticino ci ha pensato la Supsi ad aprire la strada... ferrata. Adesso non resta che vedere chi la seguirà.