I lavori di rifacimento allo stadio Riva IV bloccati sul nascere dall’Age. Il problema è la vicinanza del futuro cantiere al pozzo Prà Tiro
È ferma ai blocchi di partenza la ristrutturazione della pista d’atletica di Chiasso. Un’operazione necessaria visto che Swiss Athletics ha revocato all’impianto momò l’omologazione per svolgere gare ufficiali. Il problema non si limita però solo alle competizioni. «Utilizzare una pista in queste condizioni è pericoloso, con increspature e viti sporgenti che mettono a rischio la salute degli atleti. Per questo motivo abbiamo dovuto spostare le nostre attività a Mendrisio», spiega Andrea Salvadè della Vigor Ligornetto. A bloccare sul nascere i lavori è stata l’Azienda acqua potabile, gas naturale ed elettricità (Age) che ha giudicato troppo rischioso operare interventi di questo tipo nella zona. Lo stadio della città di confine si trova infatti in prossimità del pozzo Prà Tiro, nel recente passato soggetto a lavori di messa in sicurezza.
La problematica legata alla pista è nota ormai da tempo, con gli sbalzi termici tra estate e inverno e il grande utilizzo che hanno deteriorato negli anni la superficie sintetica. La necessità di un intervento, su una pista che 10 anni fa era qualitativamente la migliore del cantone, risale già al 2017. «La Federazione svizzera di atletica aveva dato una determinata tempistica e il Comune di Chiasso si era quindi subito attivato andando a chiedere tutti i preventivi necessari», spiega Davide Lurati, capodicastero sport e tempo libero, pianificazione, trasporti pubblici e ambiente. «Parallelamente iniziava l’iter per la creazione dell’Ente regionale per gestione delle strutture sportive». Si sono quindi coinvolti gli altri Comuni del distretto, disponibili a partecipare ai lavori per quella che rimane l’unica pista di atletica a sei corsie della regione. Il preventivo è arrivato per l’inizio del 2019. «Il costo complessivo ammontava a 2 milioni di franchi, con SportToto e altri sponsor che garantivano un contributo di 600mila franchi. Il resto dell’importo si era stabilito di dividerlo in base a un principio pro-capite, con Chiasso che avrebbe versato una quota maggiore dato che l’impianto si trova sul suo territorio». Un ulteriore passo avanti era stato fatto da parte del Comune, che aveva inoltrato la richiesta per la licenza edilizia. Autorizzazione mai arrivata. «Durante le sue verifiche Age ha dovuto tenere in considerazione tutti i fattori in gioco. L’Azienda non ha potuto dare luce verde ai lavori in quanto la zona del Prà Tiro è molto delicata e la ristrutturazione della pista avrebbe messo a rischio la falda e l’approvvigionamento d’acqua», afferma Lurati.
Il progetto risulta quindi congelato da inizio 2020, quando Age ha fornito il suo rapporto. La pandemia ha poi spostato l’attenzione del Comune su altre tematiche. Se ne tornerà a parlare prossimamente, con l’Ente regionale per la gestione delle strutture sportive che dovrebbe nascere entro la fine dell’anno. «Prima di Natale speriamo di avere l’assemblea costitutiva. L’Ente dovrebbe nascere proprio per queste situazioni. La pista di atletica è sicuramente un tema che va trattato in ottica regionale», afferma il capodicastero. «Capiamo ovviamente il disagio vissuto dalle società e a loro va tutto il nostro supporto».
Chi vuole premere sull’acceleratore per trovare una soluzione sono infatti in primo luogo le associazioni d’atletica. «A Mendrisio ci troviamo bene. Resta però il problema legato alle sole tre corsie sul rettilineo che si riducono poi a due sul resto della pista», commenta Salvadè che da quasi 40 anni vive e respira l’ambiente dell’atletica. A preoccupare atleti e allenatori è soprattutto l’incertezza legata al futuro e alle tempistiche per trovare una soluzione concreta. «Sarebbe quasi meglio sapere che sistemare la pista di Chiasso non è più possibile, così da mettersi il cuore in pace e cercare una soluzione altrove». Il che però comporterebbe abbandonare un pezzo di storia dello sport momò, «in quello stadio sono arrivati campioni di calibro mondiale e si sono fatti registrare diversi record svizzeri. C’è anche una storia da difendere e onorare». Una possibile soluzione, della quale si è parlato in passato, è la creazione di un centro per l’atletica in zona Adorna, che trovandosi al centro del Distretto servirebbe facilmente tutte le società.
Tra le preoccupazioni maggiori c’è anche quella di veder spegnere un movimento molto vivo nel distretto. «Organizzare un meeting è sempre più difficile, e questo non solo nel Mendrisiotto. Con meno possibilità di gareggiare a rimetterci sono soprattutto i ragazzi». Nonostante ciò non manca l’impegno da parte degli organizzatori, con il primo meeting “Città di Mendrisio” svolto a luglio che ha raccolto un grande successo. «Per i giovani è importante potersi confrontare regolarmente tra loro e vedere da vicino atleti forti. Abbiamo avuto l’occasione di ospitare la sprinter australiana Hana Basic, poi arrivata in semifinale dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo». A mancare sono però soprattutto le gare con un minor richiamo internazionale, ma importanti per la crescita dei giovani atleti. Il calendario è infatti sempre più magro. «Questo ha un’implicazione anche per gli staff che si occupano dell’organizzazione. Se la “macchina”, composta da chi stila le classifiche o controlla i cronometri, resta ferma per qualche anno poi è difficile ripartire. Si fa sempre fatica a trovare le persone», dichiara il rappresentante della Vigor ed ex allenatore di Irene Pusterla. «Siamo pronti a dare una mano per trovare una soluzione. Per noi è un aspetto fondamentale».