Nasce la Sezione Mendrisiotto e Basso Ceresio. Il neo presidente Marco D'Erchie: 'Aperti al dialogo, anche con gli altri partiti'
Sul Distretto (soprattutto a sud) torna a soffiare il vento dell'aggregazione. All'improvviso (almeno in apparenza) si è tolto di nuovo dal cassetto il dossier. Con la consapevolezza che, nel Basso Mendrisiotto, a Chiasso si confidava da tempo di riallacciare i nodi di un discorso interrotto anni fa; ma con l'elemento nuovo che stavolta a rompere il ghiaccio è stato un Comune della sua cintura, Vacallo. È stato quest'ultimo, infatti, a lanciare l'invito ai vicini (Breggia incluso). Come andrà a finire? Molto conteranno gli orientamenti dei partiti locali. Detto, fatto: sarà intuito politico, ma non è un caso che giusto sabato scorso a Sinistra si è deciso di rinsaldare i legami territoriali e di dare forma alla Sezione del Partito socialista del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Formalizzato il passo di creare una sezione, lo si è voluto compiere, infatti, con respiro regionale. E la tempistica, come detto, non sembra casuale. Anche perché ci si lavorava da mesi e qualche voce era corsa. A (ri)dare slancio i risultati positivi inanellati, grazie anche all'alleanza consolidata con i Verdi, in occasione delle ultime elezioni comunali di aprile.
Si (ri)parla di aggregazione, dunque? Lo chiediamo a Giancarlo Nava, che al posto di coordinatore ci si è trovato più volte e che è riconosciuto come una figura storica della Sinistra. «Prestiamo molta attenzione e interesse all'aggregazione generale del Mendrisiotto - ci risponde -. Si può dire che in prospettiva la neonata sezione è la sezione del Mendrisiotto unito: si guarda già avanti, al futuro». Se poi si dovesse cominciare dal Basso Mendrisiotto, fa capire Nava, sarebbe già qualcosa. E il Ps quindi si prepara. Ecco che gli equilibri politici saranno quanto mai importanti per riuscire a concretizzare il progetto. Tanto più sapendo che la guida Ppd dei Comuni che circondano la cittadina ha sempre frenato in questi anni.
Il neo presidente eletto della Sezione, Marco D'Erchie - che sarà affiancato da un Comitato composto da diciotto membri e due revisori -, lo dichiara subito: «Io sono favorevole al concetto di aggregazione». Adesso, in ogni caso, ciò che si prefigge il Ps momò è di aprire un dibattito, coinvolgendo l'area progressista ma pure le altre forze politiche, assicura il presidente. «L'idea - ci spiega - è quella di far ripartire la discussione alla luce del progetto della Valmara, di quanto sta cominciando a muoversi nel Basso Mendrisiotto e del discorso aperto con Mendrisio dei Comuni vicini. Parlarne e arrivare anche a formulare delle proposte». E non è detto che ci si fermi lì. «Non escludo che si possa anche lanciare una petizione sul tema - chiarisce D'Erchie -. Tutto dipenderà da cosa uscirà dal confronto». Poi rende attenti: «Tutti abbiamo a cuore i paesi, ma per ottenere delle risposte a livello cantonale e federale occorre unire le forze e dare voce alle istanze in modo compatto». E di nodi da sciogliere - a cominciare da quelli che stanno tenendo banco, come la terza corsia autostradale o AlpTransit a sud - non ne mancano.
Certo non si è che all'inizio del nuovo cammino. Il piano d'azione, comunque, è già stato stilato. Il primo atto, si anticipa in una nota, sarà dare il via a una "consultazione con i gruppi locali unitari, al fine di definire le problematiche che dovranno essere trattate con priorità". Sul tavolo, si riconosce, ci sono tutta una serie di punti da affrontare, come i "temi del lavoro, della socialità, del primo impiego giovanile e dei salari". Il che lascia intendere che in cima alla lista ci sono i nodi dei diritti sociali. Non si trascureranno, in ogni caso, nemmeno, le questioni legate al traffico, alla mobilità lenta, all'inquinamento e ai problemi ambientali. Per D'Erchie si partirà da territorio e socialità, dalla realtà giovanile e dal bisogno di prossimità, misurandosi grazie a tavole rotonde e serate tematiche. Da lì si attingerà per promuovere azioni coordinate nei gremi comunali e «indicare la rotta all'area progressista, nel segno della propositività e dell'inclusività verso tutti».
Volgendo lo sguardo in casa socialista, la decisione presa "a larga maggioranza" dall'assemblea di sabato, presenti i rappresentanti dei quattordici Comuni e realtà del Mendrisiotto e Basso Ceresio, ha fatto della sezione regionale una delle più grandi del Ticino con i suoi 170 membri, assimilabile a Lugano e Bellinzona. Nonostante la crisi sanitaria da Covid-19 e dopo quello che è stato definito in una nota un "lungo lavoro preparatorio", si è dunque tagliato il traguardo. Cogliendo altresì l'occasione per festeggiare il responso delle urne di aprile. Del resto, una delle parole d'ordine declinate dal neo presidente è «rafforzare la base» nella regione. Senza nascondere l'intenzione di avvicinare di nuovo persone di ogni età alla politica attiva, staccando qualche iscrizione in più. «Perché per dare continuità a un partito - annota D'Erchie - ci vogliono le persone». Il Mendrisiotto, richiama, è «una realtà complessa e con molteplici aspetti da valutare». Ed è in questo contesto che si è deciso di «unire le vecchie sezioni del partito che, nel tempo, si erano in gran parte un po' 'arenate'». Come dire che il Ps c'è e lotta con le sue donne e i suoi uomini.
Aver creato una Sezione regionale sortirà anche un altro aspetto positivo, come rilevato nella nota e testimoniato dalle parole dei due copresidenti cantonali Fabrizio Sirica e Laura Righet. "Lo sviluppo delle tematiche regionali e la ramificazione sul territorio faranno sì - si conferma - che i legami tra i vertici della Sezione e la base del Partito si rafforzeranno: un aspetto fondamentale perché il Ps affronti in modo concreto ed efficace le sfide che lo attendono". In effetti, come il Mendrisiotto e Basso Ceresio pure il Locarnese sta pensando di unire le forze socialiste. «Si stanno muovendo in quella direzione - ci dice Nava -. Ormai è un processo generalizzato». Come dire che a Sinistra ci si sta organizzando.