Le compagnie telefoniche si sono apposte al modello scelto dal Municipio e approvato dal Consiglio comunale. Si attende la decisione del Consiglio di Stato
Il disciplinamento delle antenne per la telefonia mobile deciso dal Consiglio comunale di Chiasso, che ha approvato la variante di Piano regolatore (Pr) presentata dal Municipio, non piace alle compagnie telefoniche. Sollecitato da un'interrogazione di Patricia Wasser e Davide De Donatis (Ppd), il Municipio spiega infatti che “gli operatori di telefonia hanno avversato tale indirizzo e ne è nato un contenzioso in atto”. Sul ricorso si esprimerà il Consiglio di Stato, nell'ambito dell'approvazione della variante di Pr. A essere contestato è in particolare il modello a cascata scelto dal Comune. Lo stesso, come spiegato nel messaggio municipale e ribadito nella risposta all'interrogazione, ha l'obiettivo di “tutelare dalle immissioni immateriali generate dalle antenne per la telefonia mobile le persone particolarmente sensibili (specialmente bambini e anziani), inserendo le strutture pubbliche e private deputate ad accogliere queste persone (in primis case anziani, asili e scuole) nella fascia gerarchicamente più bassa (la quarta) e istituendo un raggio di 150 metri attorno ai quali non è possibile installare impianti di telefonia mobile”. La citata variante di Pr riguarda anche il concetto di molestia di natura materiale e immateriale.
Nella loro interrogazione, i consiglieri comunali chiedevano l'istituzione di una moratoria sull'installazione di nuove antenne di telefonia mobile nella cittadina di confine. L'esecutivo ricorda che “l'eventuale istituzione di una moratoria suffragata da motivazione d'ordine ambientale e sanitario esula dalle competenze comunali, a cui spetta nella fattispecie unicamente l'applicazione del diritto edilizio e di pianificazione territoriale, e arrischia inoltre di essere giudicata contraria agli interessi pubblici sanciti dalla legislazione in materia di telecomunicazione”. Quanto di competenza di un esecutivo comunale è “unicamente la facoltà di adottare misure di salvaguardia, quali una decisione sospensive dell'autorizzazione edilizia e il blocco edilizio, nel caso in cui la singola domanda di costruzione appaia in contrasto con la variante votata dal Consiglio comunale”. Vi sono inoltre aspetti connessi alla posa delle antenne che esulano dal diritto ambientale. “Ci riferiamo – conclude il Municipio – a tutti gli aspetti codificati nella variante di Pr attualmente all'esame del Consiglio di Stato e attinenti al diritto pianificatorio ed edilizio comunale, di competenza appunto comunale, quali per esempio l'ubicazione delle antenne, la dimensione delle stesse, l'eventuale divieto di posa su edifici protetti».