Salvato con un elicottero, il giovane bovino è tornato a casa sano e salvo. E si è guadagnato il nome di Icaro
Lo hanno ribattezzato Icaro. Un nome azzeccato visto le peripezie vissute nei giorni scorsi da un vitello, che ha fatto sudare le proverbiali sette camicie al suo allevatore di Novazzano e ai soccorritori della Spab, la Società protezione animali di Bellinzona, corsi al suo salvataggio. Andiamo, però con ordine. Durante lo spostamento della mandria in un nuovo pascolo ricco di erba fresca, spiega la Spab, in un momento, per così dire, di euforia giovanile, Icaro ha deciso di sfruttare un varco nella recinzione e andare alla scoperta del mondo.
La sua avventura, però, è durata poco: nel correre, si è ricostruito, il vitello si è infilato in una impervia valletta chiamata Val Granda, una laterale della Valle della Motta, rimanendo bloccato tra i rovi in un terreno fangoso e in una pericolosa posizione. L'allevatore si è subito preoccupato di ciò che era capitato al suo Icaro; l'ha trovato e dopo essersi sincerato che l’animale stesse bene, e vista la situazione, ha allertato i soccorritori della Protezione animali di Bellinzona. A quel punto il gruppo tecnico per il recupero di grandi animali della Spab è letteralmente volato sul posto, a Novazzano, grazie a un elicottero messo a disposizione dalla Eli Ticino-Tarmac (su incarico della Rega) e ha potuto così attivare le operazioni di recupero.
Dapprima, ripercorre la Spab, si è deciso di narcotizzare il giovane bovino a fronte della sua ragguardevole stazza di 300 chili - "la sua brutta avventura lo aveva infatti reso poco collaborativo con i soccorritori" -, quindi lo si è elitrasportato a casa, assicurando un lieto fine. Tutto ciò è stato possibile grazie a un attento lavoro di squadra. Ad attenderlo, si fa sapere, "vi era la sua mamma, che per tutto il tempo del recupero muggiva e si agitava".