laR+ Mendrisiotto

Anche l'Italia spinge per spostare l'autostrada sotto al Penz

Il sindaco di Como Mario Landriscina cita il progetto nell'ambito del Recovery Plan. A inizio marzo una riunione transfrontaliera

Interesse sui due lati del confine (archivio Ti-Press)
17 febbraio 2021
|

Aumentano i pareri favorevoli in merito al progetto ‘Porta Sud delle Alpi’, ovvero lo spostamento dell'autostrada A2 in una galleria scavata sotto la collina del Penz. Como guarda infatti a Chiasso e alla connessione tra i due territori. Questa, in sintesi, la direttrice sulla quale si sta muovendo il capoluogo lariano per raccogliere risorse, nell'ambito del Recovery Plan, per avviare infrastrutture vitali. Finanziamenti che potranno essere recuperate grazie all’inserimento delle proposte locali nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il programma d'investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea entro fine aprile. Un tema caldo che, in Italia, che ha aperto la strada al Governo di Mario Draghi. Sulla possibile connessione sul confine si è espresso il sindaco di Como Mario Landriscina. «L’occasione che abbiamo è di quelle importanti – spiega –. Ecco perché già da tempo sto lavorando su più fronti. Il primo, per il quale ho già avuto diversi incontri con le autorità ticinesi, primo fra tutti il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni, riguarda il progetto svizzero di eliminare l’autostrada a Chiasso, spostando il tracciato della A2 in una galleria sotto la collina del Penz, a ridosso con il nostro confine. Con le autorità svizzere stiamo valutando un interessamento diretto da parte nostra viste le ricadute positive, in termini di viabilità, che ne deriverebbero».

Il punto transfrontaliero

Il Master in pianificazione territoriale al Politecnico di Zurigo realizzato dall'architetto Elena Fontana è da subito entrato nel cuore del sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni e dalla sua prima presentazione pubblica – la cerimonia dello scambio degli auguri con la popolazione del gennaio scorso – ha mosso diversi passi, conquistando vari consensi. A inizio marzo, con il coordinamento della Regio Insubrica, è prevista una nuova riunione – in videoconferenza – che porterà davanti agli schermi vari attori transfrontalieri che si confronteranno sul tema e faranno il punto della situazione. «Questo progetto mi è piaciuto da subito perché rappresenta un cambiamento sia dal lato paesaggistico che da quello ecologico – commenta il sindaco di Chiasso –. È molto positivo sapere che la spinta arriva anche dall'Italia e che si tratta di un progetto che parte dal basso, dai Comuni, e che non viene imposto». Durante la prossima riunione verrà presentato un documento con, tra gli altri, più dati, misurazioni geologiche, fattibilità e misurazioni. «Il documento è stato commissionato all'architetto dai Comuni del Basso Mendrisiotto – continua Arrigoni –. L'obiettivo finale resta quello di arrivare a un progetto di fattibilità per dare un certo peso a questa proposta». L'orizzonte ipotizzato è quello del 2050. «Se vogliamo fare un passo avanti, e quindi arrivare al citato progetto di fattibilità, dobbiamo muoverci in questi mesi – è la certezza di Bruno Arrigoni –. Non possiamo più aspettare perché è adesso che passa il treno, o per meglio dire l'autostrada. Pensando alla rivalorizzazione del territorio, i tempi sono abbastanza maturi e conviene prendere la palla al balzo». L'interlocutore dei Comuni verso le istituzioni sarà la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto (Crtm).

Insieme ad AlpTransit

L'ultima riunione che ha portato i comuni del Basso Mendrisiotto allo stesso tavolo ha segnato un punto fermo. Il 2050 non è solo l'orizzonte temporale per lo spostamento dell'autostrada, ma anche l'anno indicato per la prosecuzione di AlpTransit a sud di Lugano. «Abbiamo deciso di insistere per portare avanti il progetto insieme a quello di AlpTransit – ammette il sindaco di Chiasso –, valutando di sviluppare un progetto che possa essere portato avanti in parallelo e che non sia contrapposto, anche perché si possono studiare determinate sinergie nella zona della stazione».

Stazione comune? ‘Non è una priorità’

Sul tema della stazione e sul futuro è tornato a esprimersi anche il sindaco Landriscina. «È stato avviato il confronto anche sul fronte ferroviario: la realizzazione, sempre sul confine, di una grande stazione internazionale di Como. Uno scalo decisivo per i passeggeri ma anche per le merci, per essere adeguatamente strutturati a sopportare i flussi in arrivo con l'Alptransit. Ciò significherebbe migliorare certamente i transiti dei passeggeri ma soprattutto attirare il settore merci».  Il pensiero va a un centro intermodale. Di una stazione unica Como-Chiasso si parla da ormai una ventina di anni, quando i sindaci dei due comuni di frontiera erano Alberto Botta e Claudio Moro. Il tema di una stazione comune a cavallo della frontiera è stato ripreso un paio d'anni fa e potrebbe conoscere un'accelerazione considerato che con il Recovery Plan l'ostacolo finanziamenti potrebbe essere superato. Un entusiasmo che non trova però conferme sul lato svizzero. Già nel maggio del 2019 le Ferrovie federali svizzere avevano fatto sapere che non vi era alcuno studio o progetto relativo alla realizzazione di una tale infrastruttura. «In Svizzera non c'è un grande interesse – conferma ancora Bruno Arrigoni –. Ne avevamo parlato e abbiamo nuovamente sondato l'interesse tramite la Crtm ma non siamo andati oltre». La creazione di questa stazione – «non necessariamente bisognerebbe edificarne una nuova, basterebbe un collegamento tra le due, per esempio con uno shuttle o una S-Bahn» – «non è considerata una priorità come lo è il far fermare gli Intercity. Ipotesi che, con una stazione comune, forse sarebbe più semplice – conclude Bruno Arrigoni –. Si tratta comunque di un discorso che, coinvolgendo due Nazioni, è piuttosto complicato».

Leggi anche: