laR+ Mendrisiotto

Altro che oro... il latitante inneggiava al sangue

Nuovi particolari dopo l'arresto di Mirko Rosa, l'imprenditore noto per la catena di negozi di compravendita di metalli preziosi fermato a Mendrisio

Mirko Rosa
9 febbraio 2021
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Sbeffeggiava le forze dell'ordine sulle sue tracce per un cumulo di oltre 6 anni di pena. Mirko Rosa, alias MirkOro, dal nome della sua nota catena di compravendita di metalli preziosi, si trova ora, in attesa di estradizione in Italia, nel carcere luganese della Farera, dopo che lunedì la Polizia cantonale lo ha arrestato in un albergo alle porte di Mendrisio su ordine di un mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura di Busto Arsizio. Imprenditore sui generis, 46 anni, amava affidarsi ai social solitamente frequentati dagli adolescenti, come Tik Tok, per sfidare Carabinieri e inquirenti. Lui, in fuga, da una lunga serie di reati, fra cui quello di truffa, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, uccisione di animali, riciclaggio, pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, simulazione di reato e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Non, dunque, quello che si dice uno 'stinco di santo'.

Ricercato in tutta la penisola, dopo essere stato processato e condannato, e già arrestato più volte negli anni – come ha confermato a 'laRegione' il tenente colonnello Federico Ninni, comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Varese – il 21 gennaio, data del provvedimento di esecuzione di pene concorrenti, si è reso irreperibile sul territorio nazionale italiano. I militari hanno così attivato le ricerche, mettendosi subito sulle sue tracce e monitorando ogni singolo movimento. Spostamenti avvenuti in diversi Paesi dell'Unione europea fino a trovare 'rifugio', seppur provvisorio, in Svizzera. Per gli inquirenti italiani quella in Ticino è stata, infatti, una fuga in piena regola. Non a caso il 46enne aveva alle calcagna un provvedimento europeo. Così, una volta rintracciato nel Mendrisiotto, i Carabinieri non hanno fatto altro che avvisare la Polizia cantonale; la quale ha intercettato l’uomo. A quel punto non restava che eseguire il mandato d’arresto. Al momento, la collaborazione ticinese – definita “determinante” dalla Benemerita – sembra essersi esaurita qui. Se avrà un seguito, tutto dipenderà dagli sviluppi della vicenda. Il primo atto, come detto, sarà dunque la procedura di estradizione, che in questo caso si annuncia semplificata. A meno che Rosa non valuti di opporsi, appellandosi al Tribunale federale.

'Maresciallo non sprecate soldi'

Arrogante e spocchioso, Mirko Rosa, controllava a distanza la sua abitazione lombarda. Armato di telecamere, aveva, infatti, seguito direttamente sul suo cellulare la 'visita', da lui sgradita, di un carabiniere della stazione che aveva ricevuto l'ordine di eseguire il provvedimento d'arresto, milite che aveva bussato alla sua porta non trovandolo. Così l'imprenditore si era divertito a postare online "maresciallo non sprecate soldi, non mi prenderete mai". Evidentemente si sbagliava. Nonostante stesse usando uno dei suoi profili social per tentare di far credere di trovarsi altrove e per pubblicare numerosi video nei quali oltraggiava le forze di polizia impegnate nelle sue ricerche, sfidandole a trovarlo, ai Carabinieri è bastato attendere che il provvedimento di cattura venisse internazionalizzato dall’autorità giudiziaria e, non appena ottenuto un mandato d’arresto europeo, grazie anche al supporto del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia che ha attivato il collaterale svizzero, a far sì che venisse tempestivamente rintracciato e arrestato dalla Polizia cantonale di Mendrisio.

Sono tuttora in corso le attività d’indagine dei Carabinieri, "tese a ricostruire il circuito relazionale dell’arrestato e a valutare eventuali responsabilità e coinvolgimenti di terze persone che possano averne favorito l’allontanamento e la breve latitanza". Particolare curioso, quello che nei suoi video messi in rete, l’uomo inneggiava anche allo Stato albanese e al “Kanun”, il codice orale di diritto consuetudinario albanese che disciplina tra i vari aspetti anche l’onore, il giuramento e la vendetta. Kanun è una legge morale definita "terribile" in quanto consiste anche nel vendicare l'uccisione di un membro della propria famiglia (o del proprio clan) uccidendo un membro dell'altra. Non c'è scappatoia, il cerchio si chiude solo quando il sangue è lavato con il sangue, il più famoso 'occhio per occhio, dente per dente'. E come rivelatoci dagli inquirenti, diversi membri e collaboratori dell'attività di Rosa erano proprio di nazionalità albanese. Un elemento che fa di Mirko Rosa un personaggio alquanto pericoloso e controverso. E che ora più che con l'oro dovrà vedersela con il ferro delle sbarre del carcere.

 

 

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