Mendrisiotto

Chiasso, ‘in Municipio ci sono troppe persone da ufficio’

Dopo 9 anni in Consiglio comunale, Carlo Coen (Plr) lascia la politica cittadina, non senza togliersi qualche sassolino dalle scarpe

Carlo Coen (archivio Ti-Press)
19 gennaio 2021
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«Non me ne vado sbattendo la porta», ma qualche sassolino e qualche rammarico, come il non essere stato preso in considerazione per il Municipio («visto il mio impegno, me lo sarei aspettato»), sono rimasti. Qualcosa nelle convinzioni di Carlo Coen è cambiato rispetto al 2020, quando era intenzionato a sollecitare il suo terzo mandato in Consiglio comunale. Il nome dell'esponente del Plr non sarà più sulla lista per il legislativo di Chiasso. Coen, attuale presidente della Società commercianti del Mendrisiotto, ha deciso di lasciare la politica cittadina. Il suo «può essere solo un arrivederci perché amo la politica e questa città». Se, e quando, ci sarà un ritorno non è ancora dato a sapere. L'unica cosa al momento certa è che il suo nome non figurerà come indipendente su altre liste. «Non nego di avere ricevuto delle telefonate da altri gruppi – spiega Coen alla ‘Regione’ –. Ma è fantapolitica: in questi anni mi sono creato delle amicizie, anche a livello cantonale, nel mio partito, e non mi piace deludere le persone a cui tengo». Ad aprile Coen lascerà quindi la politica chiassese dopo 9 anni di legislativo, durante i quali è stato anche primo cittadino e presidente delle commissioni Edilizia e Piano regolatore. Nel suo curriculum politico ci sono anche 4 anni di vice presidenza distrettuale e due candidature al Gran Consiglio.

‘Non mi sento più parte del progetto’

L'anno del Covid-19 ha sicuramente lasciato il segno. «Mi sono concentrato su questo e sul contesto legato ai commercianti, facendomi per esempio promotore del buono acquisto di 20 franchi per la popolazione e la valorizzazione del mercato del venerdì – ammette Carlo Coen –. A livello comunale e politico non mi è piaciuto per niente come è stata affrontata questa pandemia: secondo me su tante cose è stato dimostrato il peggio piuttosto che il meglio». Nella sua attività politica, «ho fatto molto per Chiasso e non ce la faccio più a restare imbrigliato: in questa città ci sono troppe cose che avrei voluto cambiare e non continuare a navigare a vista». Non si sente più preso in considerazione dal partito? «Quando ho iniziato, con Moreno Colombo, mi sono sentito parte di un progetto e di un gruppo. Cosa che non percepisco più». Ma nessuna polemica con gli attuali vertici della sezione «perché non porta a nulla».

‘Chiasso ha perso il treno’

Qualche sassolino, dicevamo, è però rimasto. A partire dalla situazione ferroviaria. «Chiasso ha perso il treno, e non è la solita frase fatta, lo ha perso veramente – continua Carlo Coen –. Non si può aspettare che AlpTransit arrivi da sola ma bisogna lottare per averla. In passato abbiamo visto un sindaco che si è messo di traverso sulle rotaie, ora vedo immobilismo o piuttosto un'accettazione della situazione e un voler attendere tempi migliori». Per raggiungere l'obiettivo «si sarebbe dovuto lottare con gli altri Comuni del Mendrisiotto: Chiasso si è sviluppata grazie alla ferrovia, ma adesso la nostra stazione è allo stesso livello di quella di Balerna». L'anno scorso ci sono state le rivendicazioni per confermare gli InterCity nel Mendrisiotto. «È tutto concatenato – commenta Coen –. La nuova dogana virtuale è stata spostata da Chiasso a Lugano. Non riesco a capire come mai stiamo fermi senza lottare quando Chiasso sta perdendo tutti quei servizi che l'hanno resa una grande e importante città e che ne hanno fatto la fortuna».

Economia basata su ‘redditi artificiosi’

Uno dei punti importanti che ha caratterizzato gli ultimi anni politici è stato il risanamento delle finanze. «Ogni anni Chiasso ha sempre meno abitanti, mentre i frontalieri aumentano al punto che a breve ci saranno più frontalieri che abitanti e che, pur avendo il più alto numero di appartamenti vuoti, si fa fatica a trovare uffici disponibili – analizza ancora l'esponente del Plr –. Abbiamo un Comune i cui conti si stanno sistemando e reggendo grazie ai contributi delle imposte alla fonte». Uno scenario che per Carlo Coen «doveva essere un forte campanello d'allarme perché significa basare l'economia di una città su redditi artificiosi che oggi ci sono e domani non si sa. So di importanti aziende che hanno lasciato Chiasso perché “volevano entrare in Svizzera”. Avremmo dovuto puntare su qualcosa di consolidato nel territorio, una soluzione strutturale da vagliare e pianificare con dei progetti a lunga scadenza».

I rapporti con il Municipio

Chiediamo a Carlo Coen perché, secondo lui, il Municipio non si è posto i suoi stessi interrogativi. «Nell'esecutivo ci sono troppe persone da ufficio che stanno trasformando questa città a loro immagine e somiglianza – risponde –. Tante volte litigo con loro perché la mia tipologia di pensiero da commerciante-imprenditore è diversa da quella di chi lavora in ufficio: anche se le cose non vanno bene, si guarda nel breve termine ma non nel lungo». Così facendo, «Chiasso non sarà più una cittadina, ma sempre più un paese e questo per me è un grosso peccato». Come risolvere questa situazione? «Chiasso avrebbe bisogno di un sognatore tra i suoi municipali, di qualcuno che abbia progetti e sogni su cui lottare. A mio parere, se in queste elezioni comunali dovessero ricandidarsi i tre ex sindaci, vincerebbero facilmente». Un'affermazione forte che significa che non crede nel sindaco Bruno Arrigoni? «Non dico questo – sottolinea Coen –. Da quello che ho percepito, nell'ultimo anno molti cittadini hanno perso fiducia in questo Municipio e sono convinto che molta gente ha cambiato il suo parere su chi votare, e non mi riferisco solo al mio partito».

L'aggregazione? ‘Iniziamo a collaborare’

Altro tema sempre caldo è quello dell'aggregazione. «C'è ancora troppa diffidenza e lontananza tra i vari comuni. I Comuni dovrebbero iniziare a collaborare tra loro su varie iniziative e nell'arco di poco tempo la fusione diventerebbe automatica». L'augurio ai candidati alle prossime elezioni è che «le mie osservazioni servano per poter rilanciare al meglio questa città e farle fare quel salto di qualità che merita veramente – conclude Carlo Coen –. Chiasso ha una potenzialità enorme per diventare un polo più importante di Mendrisio. La differenza? Mendrisio ha saputo valorizzare quello che ha, Chiasso no».