L'Astuti richiama l'attenzione degli Uffici federali. E chiede di non procedere a compartimenti stagni: da un lato la rotaia, dall'altro il potenziamento dell'A2
Il sud del cantone merita di essere agganciato alla Nuova trasversale ferroviaria alpina (Ntfa), e con urgenza. Anche agli occhi di Astuti, l’Associazione ticinese per la tutela degli utenti dei trasporti pubblici, sezione Ticino, il progetto "non può dirsi concluso con l’apertura delle Gallerie di base del Gottardo e del Ceneri". Messa di fronte al dossier federale 'Mobilità e territorio 2050 – Piano settoriale dei trasporti', l'Astuti si è rafforzata nella convinzione che "queste grandi opere, per esplicare tutta la loro efficacia, necessitano di un completamento in tempi accettabili a sud come a nord, da frontiera a frontiera, e questo per permettere alla Svizzera di essere meglio collegata al suo interno (ciò che vale anche per la trasversale da ovest a est) e in modo efficace alla rete ferroviaria europea e ai suoi futuri sviluppi". L'Associazione ci crede a tal punto da scrivere una missiva all'Ufficio federale dello sviluppo territoriale. Una voce che si aggiunge ad altre: l'incarto è stato messo in consultazione coinvolgendo tutte le istituzioni.
L'Associazione fa correre le sue idee su un... doppio binario, quello delle merci e quello dei viaggiatori. "Tale discorso deve valere non solo per il traffico delle merci - in modo da finalmente realizzare gli scopi dell’Iniziativa delle Alpi adottata dal popolo nel 1994 e tenendo pure conto del probabile aumento del trasporto delle merci proveniente dai porti liguri e dai collegamenti con le nuove piattaforme intermodali a est di Milano - ma anche dei passeggeri - si rilancia -, rendendo l’offerta della rotaia sempre più concorrenziale rispetto agli spostamenti in auto e, per certi versi, con l’aereo, su scala continentale e non solo nazionale".
Per l'Astuti non bisogna, quindi, più tergiversare. In Ticino, si sottolinea ancora nello scritto, la questione va affrontata con urgenza e decisione, assicurando il completamento del collegamento tra Lugano e Chiasso, senza trascurare, si osserva, gli interventi legati alla Riviera e alla circonvallazione di Bellinzona. Realizzazioni, queste ultime, che, si ricorda, "oltre a consentire una riduzione dei tempi di collegamento dei treni a lunga percorrenza, permetterebbero anche di evitare l’attraversamento di agglomerati densamente abitati da parte dei treni merci in transito e questo a tutto vantaggio della sicurezza, come appare evidente nel caso di Bellinzona e di Lugano".
Inserita in un contesto nazionale e internazionale, la Nuova trasversale avrà delle ricadute anche sul piano regionale e locale. L'Astuti fa presente, infatti, come "il prolungamento a sud di AlpTransit consentirebbe di allargare l’offerta dei collegamenti regionali sulla linea esistente con treni più frequenti nelle ore di punta e l’inserimento di nuove fermate accompagnate con la messa a disposizione di aree di parcheggio supplementari (Park&Rail), che già oggi sono da considerare insufficienti".
Una riflessione, quella dell'Associazione, che richiama la vicinanza del confine. "Gli oltre centomila passaggi quotidiani ai valichi di frontiera – tra cui quelli dei lavoratori frontalieri rappresentanti quasi un terzo degli occupati in Ticino - rappresentano un carico ambientale (inquinamento, rumori e sanità) notoriamente fuori norma. È incoraggiante, in merito, il successo che sta ottenendo la nuova linea ferroviaria Mendrisio-Varese, la quale, in poco tempo, ha raggiunto una media di 5mila passeggeri al giorno nella fase pre-Covid".
Sta di fatto che per l'Associazione che dà voce agli utenti dei trasporti pubblici non basta mettere mano al'infrastruttura, è tempo di allargare gli orizzonti e di partire da un piano globale della mobilità che non può mettere in concorrenza rotaia e strada. Detta altrimenti, il completamento di AlpTransit, fa notare Astuti, "stride" con l’attuale "progettazione in priorità di una terza corsia autostradale tra Lugano e Mendrisio". Un aspetto, questo, messo in risalto anche dalle prese di posizione indirizzate a Berna dall’Associazione 'Pro Gottardo ferrovia d’Europa' e da EspaceSuisse, Gruppo regionale Ticino. In particolare, per la 'Pro Gottardo' procedere all'ampliamento dell'A2 è "errato" oltre che "contrario alla volontà popolare" espressa nel 1994, risultando doppiamente inopportuno "visto che non tiene conto, contemporaneamente, del prolungamento a sud di Lugano della linea veloce ferroviaria di AlpTransit". Servirebbe, insomma, "uno studio integrato che affronti tutte le tematiche di natura paesaggistica, urbanistica, economica, sociale, ambientale (climatica e di salute pubblica) e di politica della mobilità".