Mendrisiotto

Coldrerio si ritrova con il fungicida nell'acqua

Scoperta la presenza di un metabolita del clorotalonil nella rete idrica del Comune. Il quarto caso nel Distretto

Nessun rischio immediato (Ti-Press)
27 dicembre 2020
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Il Mendrisiotto sa ormai di dover convivere con la presenza del clorotalonil nell'acqua. Da sei mesi a questa parte il fungicida - introdotto negli anni Settanta e messo al bando da inizio anno in Svizzera - è affiorato nella rete idrica di quattro Comuni e in diversi pozzi. Con i metaboliti di questo prodotto oltre la soglia (seppur di poco), l'acqua che sgorga dal rubinetto delle case rimane potabile, come scandiscono a chiare lettere le autorità locali. Ciò non toglie che i Municipi dovranno impegnarsi ad abbattere i valori nello spazio di due anni. È la missione che si è assunto anche l'esecutivo di Coldrerio, ultimo, in ordine di tempo, a scoprire nelle sue sorgenti la presenza del clorotalonil, osservato speciale su tutto il territorio nazionale.

Vale il principio di precauzione

Lo rivelano, come evidenzia una nota diffusa in questi giorni dal Municipio oggi guidato da Alain Bianchi, le analisi condotte il novembre scorso. Dai prelievi effettuati è emerso, infatti, che le concentrazioni di uno dei due metaboliti monitorati, quello conosciuto come R471811, erano pari a 0,224 microgrammi per litro a fronte del limite fissato a 0,1. Quanto basta per essere fuori dai parametri dettati dall'Ordinanza federale sull'acqua potabile e sull'acqua per piscine e docce accessibili al pubblico. D'altro canto, in Svizzera, tiene a far sapere l'esecutivo, "l'acqua potabile è soggetta a requisiti di sicurezza e di qualità molto elevati", ne consegue che "l'approccio estremamente conservativo e il principio di precauzione assumono un ruolo fondamentale", quindi "i valori limite risultano di conseguenza estremamente bassi rispetto al reale pericolo per la salute". Ad oggi, insomma, non vi è un rischio immediato.

C'è un piano d'azione. Aspettando l'Arm

Coldrerio, in ogni caso, intende essere trasparente e comunicherà attraverso il suo portale web - www.coldrerio.ch - i dati dei controlli secondo un puntuale programma di monitoraggio. Allo stesso modo esiste un piano d'azione, anche perché al momento il Comune non possiede fonti alternative, né ha la possibilità di miscelare l'acqua attingendo altrove. In passato ha già dovuto rinunciare a sfruttare un suo pozzo, il B4, a seguito di un inquinamento. A questo punto, si fa sapere, "il Municipio sta valutando, con l'ausilio di consulenti esterni e del Laboratorio cantonale, possibili misure atte a ridurre la concentrazione di questa sostanza nell'acqua potabile distribuita".

Ci vorrà ancora un po' di pazienza, poi a dare un po' di ossigeno a Coldrerio sarà la stazione di consegna intermedia dell'Acquedotto regionale del Mendrisiotto, nella vicina Campagnadorna, attesa tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. In quel momento, ricorda l'esecutivo, si avrà la possibilità "di miscelare le acque di Coldrerio con quelle in esubero di altri Comuni consorziati e prive del metabolita".

Coldrerio non è il primo

Nel corso di questo 2020 altri Comuni del Distretto si sono ritrovati a fare i conti con i metaboliti del clorotalonil. È stato il caso di Riva San Vitale con le fonti in zona Lümaghera, di Novazzano con i pozzi del Topione e di Mendrisio, a Genestrerio, primo caso venuto a galla con il pozzo Gerbo nel settembre del 2019, e Ligornetto con i pozzi Bozzone vecchio e nuovo.

 

 

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