Dopo i risultati del pozzo di Genestrerio, il Municipio ha analizzato l’acqua e deciso di agire. Muschietti: ‘Ci seguano anche gli altri Comuni’
Nelle acque di Coldrerio del clorotalonil non c’è traccia, sia chiaro. Il Comune ha voluto esserne certo e, per mano della sua Azienda acqua potabile, il mese scorso ha analizzato le sue fonti. Niente fungicida. A differenza di Genestrerio (cfr. ‘laRegione’ del 13 settembre), nei pozzi locali i valori sono al di sotto del limite di 0,1 microgrammi per litro fissato dall’Ordinanza federale sull’acqua potabile e sull’acqua per piscine e docce accessibili al pubblico. Di che tirare, insomma, un bel sospiro di sollievo. Le autorità comunali, però, non si sono limitate a questo; hanno deciso di diffondere una circolare con il chiaro invito alla popolazione a “interrompere l’uso di prodotti contenenti il principio attivo del clorotalonil”.
Davanti ai dati della campagna nazionale di monitoraggio (condotta anche in Ticino), il capodicastero Azienda acqua potabile Matteo Muschietti ha letteralmente colto la palla al balzo. È stato lui stesso a dircelo. «In effetti, ho chiesto ai colleghi di esecutivo di promuovere la messa al bando di quel prodotto fitosanitario. Del resto – spiega a ‘laRegione’ –, diversi contadini del posto hanno apprezzato questa iniziativa, assicurandomi che già loro non lo utilizzano per la vigna». Il fungicida, i cui derivati sono emersi dal pozzo Gerbo a Genestrerio, in genere viene impiegato pure in orticoltura e nella produzione di piante ornamentali, come ricorda la stessa nota comunale. Ad oggi le normative federali, d’altro canto, lo consentono. Anche se, ricorda ancora la circolare, “la procedura per la revoca dell’autorizzazione dell’organo di omologazione è già stata avviata dall’Ufficio federale per l’agricoltura”. Se tutto va bene (quindi se non vi saranno delle opposizioni), nel corso di questo autunno i pesticidi con questo principio attivo spariranno dagli scaffali (riserve comprese). In ogni caso, fa capire il municipale di Coldrerio, meglio non restare in attesa. «Ecco perché ho esortato anche gli altri colleghi a capo delle Aziende acqua potabile del Distretto a fare altrettanto. Il Mendrisiotto è già molto inquinato». Quindi, la cautela non è mai troppa. «È vero – fa notare Muschietti –, l’acquedotto regionale – con la captazione a lago, ndr – ci aiuterà nell’assicurare un approvvigionamento idrico di qualità, ma resteranno attive delle fonti in alcuni comuni. Tutte le falde, dunque, vanno salvaguardate».
Non è la prima volta, d’altra parte, che Coldrerio si fa portavoce a tutela del bene acqua (considerato, peraltro, una derrata alimentare). «Rammento che negli anni Ottanta – fa presente il municipale – a Coldrerio aprimmo un po’ la strada all’eliminazione dell’atrazina, all’epoca utilizzata come diserbante anche dalle Ferrovie per estirpare le erbacce lungo le rotaie. Pubblicammo, infatti, una Ordinanza in tal senso, che venne impugnata da chi aveva interesse a mantenerla sul mercato. Dovemmo ritirarla. Qualche tempo dopo l’autorità federale (era il 1987, ndr) proibì quella sostanza. Sembrava una lotta impari – rievoca oggi Muschietti –, allora ero in Municipio, ma alla fine vincemmo la battaglia». A preoccupare, ieri come oggi, era proprio la presenza di tracce del diserbante nell’acqua dei pozzi del Comune («dove se ne trovava parecchia, essendo poco distanti dalla linea ferroviaria»). In questi casi, ribadisce il capodicastero – fiducioso che il fungicida faccia la stessa fine dell’atrazina –, «occorre essere determinati e agire». La speranza? «Che la Confederazione decida entro il 2020 di togliere dalla lista anche il clorotalonil».