In una interpellanza al governo si sollecita a riportare l'Ente ospedaliero al tavolo delle trattative in nome delle cure post-acute
Quella del Movimento per il socialismo (Mps) è ormai ben più di una impressione: l'Ente ospedaliero cantonale (Eoc) ha intenzione di "ridimensionare la sua presenza nel Mendrisiotto (così come anche in altri distretti)". E quanto accaduto fra l'Ente (dunque l'Obv di Mendrisio) e l'Associazione assistenza e cura a domicilio del Distretto non fa, ai suoi occhi, che rafforzare quella percezione. Sciolto il precontratto che apriva la strada al trasloco del Servizio negli spazi della futura ala dell'Ospedale regionale oggi in costruzione - e che sarà pronta per il febbraio del 2022 -, fra le due realtà sembra essere rimasta un po' di ruggine, nonostante la dichiarata volontà di continuare a collaborare a favore degli utenti. In effetti, ad attirare l'attenzione dell'Mps sono state le dichiarazioni "critiche" rilasciate a 'laRegione' dal vice presidente dell'Acd Bruno Arrigoni e dal direttore del Servizio assistenza e cura a domicilio (Sacd) Brian Frischknecht. Quanto basta per sollevare degli interrogativi e inviare in queste ore all'indirizzo del Consiglio di Stato una interpellanza.
L'Mps fa notare subito come, a suo dire, "le argomentazioni difensive dell’Eoc sono deboli. Il tentativo di scaricare la responsabilità sul voto del 2016 è penoso e fa ridere i sassi - osserva fuori di denti il Movimento -. Preoccupanti, per finire, le considerazioni dell’Ente sulla parità di trattamento tra la struttura di cure domiciliari pubblica e gli aiuto domiciliari profit a dimostrazione che, purtroppo, la direzione dell’Eoc ha fatto propria una pura logica di mercato".
In effetti, rispondendo alle nostre domande, il portavoce dell'Ente Mariano Masserini aveva spiegato come le aspirazioni di co-gestire il Reparto acuto di minor intensità (Rami), previsto al terzo piano della nuova ala e dotato di 30 posti letto, non si sono potute concretizzare «per motivi istituzionali, assicurativi e finanziari. In sostanza, alla base della decisione dell'Eoc di sciogliere il precontratto, con l’intento, tuttavia, di continuare la collaborazione con Acd e di ulteriormente migliorare la continuità delle cure ai pazienti del Mendrisiotto - ci ha illustrato -, vi sono aspetti di natura istituzionale legati al voto popolare del 5 giugno 2016, contrario alla collaborazione strutturata fra l’Ente e terzi. A questo - ha esplicitato il portavoce - si sono aggiunti aspetti di natura operativa relativi all’equità di trattamento fra i vari servizi Spitex, alla strutturazione delle cure infermieristiche e al modello di finanziamento». E quest'ultimo punto ha fatto sobbalzare ancora l'Mps.
In buona sostanza, come riferito da 'laRegione', cambiate le condizioni, per l'Acd sono così vedute a cadere le premesse per sottoscrivere accordo e contratto. Anche perché non era nei progetti del Servizio, ci hanno fatto capire vice presidente e direttore, essere un semplice affittuario dell'Ente, come prospettato. Tanto da attivarsi per individuare altre soluzioni ai problemi logistici del Sadc, che ora ha base in via Mola a Mendrisio.
Gli interrogativi che premono per i deputati del Movimento per il socialismo - Simona Arigoni Zürcher, Angelica Lepori Sergi e Matteo Pronzini - sono puntuali. Innanzitutto, si chiede, il governo "è a conoscenza dello scioglimento del precontratto di collaborazione tra Obv e Acd"? Note le circostanze, si rilancia, il Consiglio di Stato "concorda che la rinuncia dell’’Ente ospedaliero cantonale a una collaborazione per la cogestione del Reparto acuto di minor intensità sia da biasimare"?
Di conseguenza, cosa intende fare il Cantone "per obbligare l’Eoc (che, lo ricordiamo, è comunque una struttura di proprietà del Canton Ticino) a ritornare al tavolo e concretizzare il progetto di cogestione del Reparto acuto di minor intensità"?
Infine, "cosa intende fare per impedire all’Ente di smantellare a poco a poco la sua presenza nel Mendrisiotto"?