Appassionati di ogni età e nazionalità hanno dato vita alla pedalata popolare con bici d'epoca e no
La passione per la bici non ha età né nazionalità. Accomuna tutti. Ed è talmente forte che neanche l'ombra del Covid-19 ha potuto turbare la quarta edizione de 'La Belvedere', la pedalata popolare non competitiva con due ruote d'epoca (e no) lanciata su e giù per le strade del Mendrisiotto, che oggi, domenica, ha visto in sella 158 partecipanti giunti da Svizzera, Italia e Inghilterra. Dopo il prologo di sabato, il nono Circuito di Casvegno–Gran Premio Caffè Chicco d’Oro, una gara cantonale su strada dedicata ai ragazzi, la giornata storica ha impegnato i cicloamatori su cinque percorsi a scelta, il tutto nel segno delle nuove regole di comportamento e partenze scaglionate.
Una volta di più è balzata subito agli occhi l'eterogeneità dei pedalatori: sulla linea di partenza un 20 per cento di donne, giovanissimi e persone in là con gli anni (il decano ne vanta 80). A far spingere sui pedali la gioia di condividere l'amore per il ciclismo e i suoi campioni (evocati da velocipedi e magliette storiche) e la sicurezza di assaporare i momenti di ristoro, con vista sul Distretto.
Un pensiero in questa edizione non poteva non andare a uno dei suoi animatori, Renzo Quattropani, membro di comitato, che il coronavirus s'è portato via a fine marzo a tradimento. È anche in suo nome che il sestetto degli organizzatori, trascinato da Mandricardo Capulli, alla fine ha deciso di non arrendersi, regalando la quarta 'Belvedere'.