Dogane chiuse, edilizia ferma, stop agli spostamenti e frontalieri ai minimi termini. Nelle aree di sosta non si fa (quasi) più benzina: 'stimato un calo dell'80%'
Che sia un momento difficile per tutti è una banalità. Lo è nella vita privata, lo è per le attività economiche. Tra queste v’è un settore che, nel Mendrisiotto, sta subendo in particolar modo il doveroso ‘state a casa’ e le misure in vigore in questo periodo: quello dei distributori di benzina. Difficoltà che, d’altronde, il settore degli idrocarburi sta vivendo a livello mondiale.
A causa del coronavirus, infatti, lo shock che ha subito il mercato globale è stimato in una contrazione della domanda di oltre 30 milioni di barile di petrolio al giorno. Per non parlare delle quotazioni, dove il prezzo del barile nelle ultime settimane è sceso anche sotto i 20 dollari al barile prima di riprendersi timidamente.
A livello locale, dove oltre ai grandi gruppi ci sono anche i piccoli rifornitori, il contraccolpo si sente. Nel Mendrisiotto, oltre alla popolazione locale che deve (si esorta) limitare gli spostamenti al minimo necessario, manca anche il traffico generato dal flusso di frontalieri che ogni giorno si recava al proprio posto di lavoro. Insomma, di benzina alla propria auto se ne fa sempre meno.
I primi ad accorgersene sono senza dubbio stati i piccoli benzinai situati a pochi passi dai valichi di confine, quelli chiusi. Il transito per chi proviene dall’Italia, nel Mendrisiotto, è consentito soltanto a Chiasso e a Stabio-Gaggiolo. Ma di dogane, il Distretto, ne conta molte di più. Così come di benzinai. Quelli a ridosso dei valichi (non solo) minori sono quasi tutti fermi. Al valico di Bizzarone, così come a quello di Cantinetta (Ligornetto) o a Brusino Arsizio, per fare alcuni esempi, oltre alle transenne poste dalle Guardie di confine ci sono anche i nastri di segnalazione alle pompe di benzina i quali sottolineano come non sia possibile fare rifornimento. Non mancano anche i cartelli all’entrata dei negozi annessi: ‘Chiuso fino alla riapertura della dogana’, si legge a Novazzano.
È tutto chiuso. Si tiene duro, per contro, al distributore posto a pochi passi dal valico minore di San Pietro di Stabio. Abituati al via vai di auto provenienti da Clivio, da giorni non passa quasi più nessuno. Alla stazione di servizio non c’è nessuno ma, una volta suonato il campanello, dall’altra parte del piazzale si affaccia il proprietario, Ornello Rusconi. È lui che accoglie i pochi clienti.
Ti-Press/F. Agosta
A San Pietro di Stabio il sorriso, comunque, non manca
“Dal 16 marzo, quando hanno chiuso le dogane, siamo praticamente fermi”, spiega. Qualche “cliente affezionato che continua a rifornirsi” c’è, ma gli incassi sono crollati. Ma di quanto? “Almeno dell’80 per cento, forse anche del novanta. Teniamo duro perché abitiamo qui vicino”. Qualcuno, ad ogni modo, arriva: “abbiamo fatto un’offerta sugli articoli pasquali” e qualcuno ne approfitta. Il periodo difficile ha comportato anche il dover effettuare dei tagli sul personale. “Noi avevamo tre commesse, ora ho dovuto lasciarle a casa fino alla riapertura, sperando che possa avvenire tra un mesetto”. Al lavoro ci sono solo il titolare e il figlio nella misura del 30 per cento.
Vita facile non ce l’hanno nemmeno i distributori posti sulle vie più trafficate, come ad esempio nei pressi della stazione Ffs di Mendrisio. "L’acquisto del carburante è diminuito tanto”, racconta una commessa che lavora in un’area di sosta lungo via Stefano Franscini. Il bar annesso, ovviamente è chiuso. Resta lo ’shop’, ovvero il negozio dov’è possibile acquistare alcuni generi alimentari e le sigarette. In questo caso, ammette, c’è stato “un piccolo incremento delle vendite”.
Le fa eco una dipendente di un’altra società con sede nel Mendrisiotto: “Da quando è chiusa l’edilizia non c’è più nessuno che fa benzina. In compenso le vendite di alimentari sono aumentate parecchio”.
Al di là dei ricavi, però, ci sono almeno altri due temi che in tempi di emergenza sanitaria vanno affrontati: la sicurezza personale e quella del posto di lavoro. Le dipendenti delle stazioni di servizio in centro a Mendrisio indossano mascherine e guanti e, a dividerle dal contatto con la clientela, c’è un plexiglas. I soldi, quando non si paga con la carta di credito, si passano attraverso uno spazio apposito creato nella parete divisoria trasparente. “Il datore di lavoro non ci fa mancare niente. Anzi, ci ha subito fornito il materiale necessario oltre al disinfettante personale”. Infine, il posto di lavoro: alcuni distributori delle grandi società sono chiusi, negli altri le serrande chiudono anticipatamente (ad esempio alle 20 al posto delle 22). “Ma nessuna di noi è stata lasciata a casa", racconta una dipendente. E questo anche se durante le giornate non vi siano più due o tre commesse nei distributori ma una sola (al massimo due). "Chi solitamente lavora in benzinai ora chiusi è stata spostata in quelli aperti. Si lavora meno, ma il datore di lavoro garantisce turni per tutte. E in busta paga – conclude la nostra interlocutrice – non manca nemmeno un centesimo”.