Chiasso

Chiusa la stagione delle dispute al Centro Ovale

Raggiunto un accordo tra il proprietario e l'ultimo inquilino dell'edificio. Ci si prepara a virare dal commerciale all'amministrativo

(Ti-Press)
6 novembre 2019
|

Un decennio fa, giusto giusto, del Centro Ovale di Chiasso si individuava solo la sagoma. Il cantiere ferveva. E ardeva pure la speranza cittadina di aver vinto una scommessa. Aspirazioni che si sono svuotate di senso (come il contenitore di affittuari) nel giro di pochi anni. Oggi, però, quello che è nato nel settembre del 2011 come un centro commerciale potrebbe rinascere a nuova vita. In altre parole, potrebbe essere davvero la volta buona per girare pagina. Non solo, infatti, si è chiusa la vertenza che dalla primavera dell’anno scorso opponeva la Centro Ovale 1 Sa all’ultimo inquilino rimasto, il salone di bellezza della Carestore, ma le aziende interessate a insediarsi nell’edificio ci sono e sono diverse. Se i contatti sfoceranno in un contratto, allora la riconversione da grande magazzino a spazio amministrativo, rincorsa dall’inizio del 2018, sarà realtà.

Disputa finita

Pace fatta, quindi, tra proprietario e locatario? Massimiliano Tasinato, presidente della Centro Ovale, nicchia: per ora non conferma né smentisce. La storia del quasi ex complesso commerciale invita alla cautela: meglio avere fra le mani la licenza edilizia definitiva, lascia intendere. La soddisfazione per l’accordo raggiunto (e fuori dalle aule) della controparte, però, è troppo evidente. «È stata firmata una convenzione con il proprietario che estingue anzitempo il contratto», ci conferma il patrocinatore della Carestore, l’avvocato Stefano Ferrari. A convincere a «seppellire lascia di guerra» e a trovare un punto di incontro, a suo dire, sono stati i successi giudiziari raccolti dal centro estetico, il cui titolare, impugnata la licenza edilizia che apriva alla nuova vocazione, si era spinto sino al Tribunale amministrativo cantonale. «Dove peraltro l’abbiamo spuntata – ci fa sapere il legale –. Nella loro decisione i giudici hanno riconosciuto, in effetti, all’inquilino la legittimità a ricorrere e rinviato l’incarto al Consiglio di Stato». Cantone che avrebbe dovuto pronunciarsi sulle censure mosse, a suo tempo, dal salone di bellezza, determinato a non abbandonare le posizioni, quindi i 320 metri quadri occupati al piano terra del Centro Ovale. L’intesa raggiunta nel frattempo ha, però, archiviato la vertenza e appianato le tensioni.

‘Una causa vinta’. Anche nel civile

D’altro canto, ci fa capire l’avvocato Ferrari, il ‘padrone di casa’ aveva più di un motivo per cercare di riannodare i fili del dialogo. A far pendere la bilancia della giustizia dalla parte dell’affittuario c’è anche la sentenza del giudice civile su un’altra causa aperta. Di mezzo, in quel caso, c’erano svariati milioni, quelli chiesti dalla Centro Ovale a risarcimento del danno patito a seguito di una opposizione (alla licenza edilizia) ritenuta ‘strumentale’. Una richiesta che non ha trovato udienza, ma che agli occhi del patrocinatore ha accelerato la fine della disputa; e questa volta di comune accordo.

Si guarda avanti

A questo punto alla Centro Ovale si incrociano le dita, ma per altre ragioni. Adesso si confida di poter individuare uno sbocco per riempire di contenuti il complesso all’ingresso sud della cittadina. E dare così una risposta alle attese dell’autorità comunale che da tempo spera in una svolta: riuscire a formalizzare la vocazione amministrativa dello stabile già lo è. Qualche voce circola, ma la si prende con le pinze. Soprattutto dopo l’idea di un Aurum Gate, il naufragio dell’opzione Bravofly e l’intenzione di trasferirvi il Museo delle figurine, rimasta tale. «Ciò che è certo – ci dice Tasinato – è che oggi abbiamo diversi contatti per la locazione del centro da parte di aziende serie che operano nel settore amministrativo e sono in cerca di spazi. Al momento non vi è nulla di concreto, ma tra le possibilità che stanno vagliando vi è pure il Centro Ovale. Del resto – annota il presidente –, in questi anni gli interessati ci sono sempre stati». Non resta che vedere come andrà a finire.