Depositate due domande di costruzione per altrettanti progetti residenziali. Ad attivarsi sono stati due dei tre proprietari della zona
Fatta la variante (di Piano regolatore), trovati (sul tavolo) i progetti. I proprietari (o almeno due su tre) dei terreni sulla collina di Montalbano, a Stabio, hanno rotto gli indugi. Da ieri all’Ufficio tecnico comunale sono, infatti, in pubblicazione due domande di costruzione per altrettanti insediamenti residenziali: una casa monofamiliare e una villa con due appartamenti (separati). A prima vista le proposte rilanciano, nella loro essenza, le operazioni precedenti (del 2016 e del 2017), reinterpretate, però, alla luce delle nuove regole edilizie dettate dal Municipio del Comune di confine (in consultazione fino al 17 settembre prossimo, come pubblicato su ‘laRegione’ del 20 agosto). Inutile sottolineare che, se la visione dell’ente locale proiettata sul comparto fa già discutere e dividere (come riferito da ‘laRegione’ di ieri), l’intenzione dei promotori non mancherà di suscitare delle reazioni fra chi rivendica la tutela dell’area e delle preesistenze (lo storico ristorante che porta il suo nome). Va detto che nei due incarti ci si limita a rimodellare le singole proprietà. In altre parole, non ci si spinge oltre i rispettivi confini e non si affronta il discorso dell’eventuale destino del ritrovo, contiguo agli appezzamenti al centro delle richieste. Quel capitolo, al momento, resta in sospeso.
Oggi la parola d’ordine è ‘armonia’. La relazione tecnica che accompagna la realizzazione della residenza unifamiliare lo mette nero su bianco. L’obiettivo del progetto firmato dall’architetto Giuliano Caldelari e promosso da Claudio Cavadini, già sindaco e municipale di Stabio, è quello di stare in equilibrio fra la “memoria del luogo” e i “nuovi usi e funzioni” del costruito. Tant’è che, si spiega, “per cercare di trovare il necessario consenso si è già provveduto preliminarmente a coinvolgere il pianificatore (la Planidea, ndr), il quale ha già avuto modo di esaminare questo progetto e ha espresso le sue osservazioni; che abbiamo recepito integralmente”.
In buona sostanza, si fa presente che il dossier “rispetta totalmente” le linee guida quanto a indici e materiali. Così si metterà in cantiere (8 i mesi di lavoro) un’abitazione su due piani (con piscina e 2 posteggi) che affaccerà su via ai Ronchi e occuperà il 40 per cento dell’area a disposizione, lasciando a verde 557 degli 854 metri quadri a disposizione. L’investimento, di 713mila franchi, tradurrà, si ribadisce, un intervento “che riprende parzialmente la forma di ville esistenti in zona – incluse le finiture del ristorante, ndr –, contribuendo così a dare uniformità al comparto”. Nella sua essenzialità, la documentazione che motiva la costruzione della villa bifamiliare (sempre su due piani fuori terra, ma con 4 posteggi) proposta da Diego Ceppi, il secondo componente del tris di proprietari ad attivarsi, recupera, di fatto, l’antica domanda di costruzione e la adegua alla nuova variante di Pr. Qui per arrivare a... tetto ci vorrà un anno. Non muterà la percentuale di occupazione dell’edificio, che fa spazio a due abitazioni ed è stato progettato dallo studio di architettura Della Casa; quanto al verde, ricoprirà 539 metri quadri del terreno. L’impegno finanziario? In questo caso si parla di 920mila franchi. Introdotti murature in cotto e del sasso, nelle forme le due nuove residenze mostrano un ripensamento e una maggiore linearità. Basterà tutto ciò a fare breccia, oltre che nel Municipio, nella cittadinanza? Il Dipartimento del territorio nel suo esame preliminare è stato assai rigoroso, bocciando una ipotetica serie di villette inserita in un ambiente dal carattere rurale e ventilando un possibile dezonamento. Come andrà a finire? Il confronto è certo; il finale è aperto.