Stabio

Il gasdotto 'salta'. Annullata la licenza edilizia

Il Cantone accoglie i ricorsi di due proprietari di terreni. Il motivo? I piani erano incompleti. E per l'autorità è tutto da rifare

(Ti-Press)
6 luglio 2019
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Quella condotta del gas non era piaciuta sin dall’inizio. E l’autorità di Stabio si era ritrovata così con un’altra gatta da pelare. Ma c’è di più: dopo oltre un anno di tira e molla il Comune è tornato ai piedi della scala. Per il momento, infatti, niente cantiere e niente tubi; quindi nessun allacciamento al nuovo gasdotto delle Aziende industriali luganesi (Ail) per stabili pubblici, abitazioni e aziende. Un vizio di forma ha portato, infatti, il Consiglio di Stato ad annullare la licenza di costruzione (peraltro cantonale) staccata nel maggio dell’anno scorso. In sostanza, i piani pubblicati erano “incompleti”, soprattutto sul percorso seguito da canalizzazione comunale ed elettrodotto. Una lacuna – e potrebbe non essere la sola, annota il Cantone – sulla quale non si è potuto soprassedere. Morale: le Aziende municipalizzate (Ams) dovranno presentare di nuovo la domanda di costruzione, corredata del dossier corretto, e avviare (di nuovo) l’iter di prassi. Nel frattempo, i ricorrenti (un privato e una società) incassano la decisione favorevole del governo. E c’è chi non nasconde abbia il sapore della vittoria.

Due dei proprietari dei terreni attraversati dai tubi – lunghi un chilometro e a cui si affidava, come detto, la missione di agganciare il paese al nuovo gasdotto delle Ail – l’avevano fatto capire da subito che il loro benestare non l’avrebbero dato di certo, non a quelle condizioni. Il Municipio nel 2017 aveva comunque rotto gli indugi e avviato la procedura edilizia (per mano, appunto, delle Ams, cfr. ‘la Regione’ del 27 ottobre 2017); e si era innescata la miccia delle opposizioni e dei ricorsi. A detta dei promotori, tra le mani un’operazione da 740mila franchi e il via libera del Consiglio comunale di Stabio, il progetto scelto (fra quattro varianti) risultava essere il meno invasivo per il territorio. Le motivazioni, però, fin dalle battute iniziali non avevano convinto un cittadino, Luigi Della Casa, e gli amministratori della tenuta agricola Prelletta.

Il bandolo della matassa? Il tracciato, tanto per cominciare. A considerarlo “eccessivamente penalizzante”, dal profilo economico e tecnico, era in particolare il primo ricorrente, proprietario di un appezzamento agricolo di oltre sei ettari, di fatto perforato nel mezzo dalla condotta. Ai suoi occhi, del resto, esiste una alternativa, sottoposta anche al vaglio del CdS nonostante i Servizi cantonali l’avessero giudicata una soluzione non valida e Comune e Dipartimento del territorio continuassero a sostenere la bontà dell’itinerario disegnato fra via Laveggio e la cabina principale a Genestrerio. A dargli man forte, comunque, c’era pure il secondo censore, la società di Stabio; deciso a perorare la causa di varianti meno di impatto e da realizzare per intero sulle strade agricole del comprensorio.

Per finire, l’autorità cantonale non si è pronunciata né a favore né contro il tracciato previsto (e contestato). A sgombrare il campo ci ha pensato il ‘difetto’ di progettazione. Omissioni, quelle riscontrate sulle mappe, che non sono sembrate di “minor conto”. Tanto da sollecitare una “nuova pubblicazione integrale del progetto” e ritenere necessario, di conseguenza,“un nuovo esame approfondito da parte di tutti i Servizi cantonali coinvolti”. Prospettando altresì un “contestuale, probabile, emendamento della licenza cantonale”. Non solo: il futuro iter darà la parola a tutti i proprietari toccati – sin qui rimasti ai margini della procedura – e alle organizzazioni ambientali (la condotta del gas interessa aree protette e ‘passa’ il fiume Laveggio e il riale Colorina). Ma soprattutto permetterà di conoscere anche la tratta esatta percorsa dall’elettrodotto.