A Mendrisio in Consiglio comunale manca la maggioranza qualificata (31 voti) e il dossier salta. Su un fronte Plr e Ppd, sull’altro IaS, Verdi e Lega
Il quartiere di Besazio non vedrà mettere mano al suo Piano regolatore. Non per ora, almeno. Segnato da un iter travagliato, questo strumento-bussola sembra aver mandato fuori rotta il Consiglio comunale. Le premesse per condurre in porto l’operazione c’erano. Anche perché la lettura data dal Municipio della Città di Mendrisio (post aggregazione) aveva restituito terreno a una vocazione più verde e rurale del paese (rispetto a quella tratteggiata dall’allora Comune). A mancare, stavolta, sono stati i numeri. Per varare la pianificazione serviva la maggioranza qualificata – in cifre 31 voti, i favorevoli sono stati invece 26, i contrari 13 – ed è mancata (anche per le defezione di consiglieri comunali). Eppure una via per salvare Pr e correttivi (nella loro essenza) esisteva. In questo caso, però, il compromesso non è bastato. Le criticità evidenziate a Sinistra e sui banchi dei Verdi sono rimaste tali. Anzi, neppure l’iniezione di voti della Lega, schierata (forse un po’ a sorpresa) con i due gruppi (contigui, per lo più, solo nella disposizione dell’aula), è stata sufficiente; in particolare per alleggerire la pressione edificatoria sul quartiere che insiste su via Cava. Vista alla rovescia, l’‘alleanza’ Plr-Ppd (favorevole alla proposta municipale) non è bastata, comunque, per chiudere la partita. Che il tema della pianificazione sia un nodo sensibile a Mendrisio lo si sa (Valera, e non solo, docet). Con la revisione del Piano regolatore di Besazio, però, le virtù superavano i ‘vizi’, quasi del tutto; soprattutto grazie alla tutela di comparti come Vendembiée a sud del paese, Cios (sopra il nucleo) e Sanc (che include l’ex villa Battaglini) da nuove gru. Tant’è che l’intero arco legislativo era pronto a far suo il documento firmato dal Municipio, però ad alcune condizioni. Così le prime due ore di discussione dell’aula consiliare, ieri sera, hanno dovuto fare i conti con gli emendamenti, che si sono rivelati una selva oscura (non per i contenuti ma per la conta dei voti).
Alla fine, in effetti, a spuntarla è stata una sola proposta di modifica, quella capace di mettere d’accordo tutti e dare modo agli abitanti del quartiere di continuare a percorrere a piedi il collegamento tra la ‘Besazio bassa’ e la ‘Besazio alta’. Una soluzione corroborata da una petizione di 19 residenti e che l’esecutivo aveva reputato ormai priva di utilità. A fare la differenza, sin dalla Commissione della pianificazione è stato, semmai, l’intervento in via Cava tradotto nel Piano di quartiere 2 che negli intenti dell’esecutivo apre all’edificazione di tre fondi. E qui si inserivano gli emendamenti, da un lato, della Sinistra per voce di Grazia Bianchi e, dall’altro, dei Verdi con Tiziano Fontana. Il primo – la via del compromesso – suggeriva di ridurre gli indici di sfruttamento e di occupazione dei terreni di circa la metà e di escludere la creazione di posteggi in zona. Il secondo, più drastico, optava per lo stralcio. Entrambi sono stati bocciati, come il Pr.