Galeotto il Pr di Besazio, Ppd e Plr attaccano chi ha 'affossato' il Piano. Sinistra e Lega-Udc-Ind. non accettano lezioni. Il loro 'no'? Più che motivato
Il Ppd mendrisiense? “Si guardasse in casa sua”. Non le manda a dire il gruppo di Insieme a Sinistra. Che proprio non ci sta ad accettare “lezioncine” su rapporti e dinamiche interne dai popolaridemocratici. E tanto meno è disposta ad abdicare su una scelta meditata e motivata; quella di bocciare, lunedì in Consiglio comunale, il Piano regolatore di Besazio. ‘À la guerre comme à la guerre’: Mendrisio si ritrova, così, a fare i conti con nuove geografie politiche, con ‘alleanze’ inaspettate (che sul tema hanno avvicinato Sinistra e Destra) e, persino, con la bocciatura di certi dossier. E non è un caso (forse) che una volta di più a far venire a galla vizi e virtù della tenzone partitica sia un tema, fondante, come la pianificazione del territorio. Sta di fatto che il veto calato sul Pr – rivisto e corretto, ma non a sufficienza per una parte dell’aula consiliare – sembra aver già aperto le ostilità in vista delle prossime elezioni comunali dell’aprile 2020. Il primo ad alzare i toni e a puntare l’indice è stato, come anticipato da ‘laRegione’ di ieri, il Ppd; accompagnato dalle frecciatine (di rimbalzo) del Plr. Sfidati, Sinistra e Lega-Udc-Ind. – sul fronte dei contrari con i Verdi – non si sono tirati indietro. Tanto più dopo essere stati additati come i responsabili dell’affossamento del Piano, tornato nel cassetto del Municipio per la mancata maggioranza qualificata. Un epilogo amaro, insomma, da qualsiasi angolatura (partitica) lo si guardi. Facciamo, però, un passo indietro.
Popolaridemocratici e liberaliradicali (dalla parte dei ‘sì’) concordano su un punto: lunedì sera si è mancato l’appuntamento di consegnare al quartiere uno strumento pianificatorio solido e lungimirante. Tanto da dare la precedenza, per una volta, non alle gru bensì al territorio. E proprio qui sta il punto per chi, anche a “malincuore”, ha detto di ‘no’: quel Pr è incompiuto. Avrebbe dovuto allungare lo sguardo sino al comparto di via Cava, una zona “particolarmente delicata del nucleo”, frenando pure lì l’edificazione e rinunciando ai posteggi. “È interessante e istruttivo – ribatte IaS in una nota – vedere come, per scopi di campagna elettorale, la realtà venga interpretata e distorta con disinvoltura”. Semmai, si rammenta, i due emendamenti presentati dalla Sinistra davano la possibilità di “preservare in modo molto responsabile capitale sociale e territoriale con soluzioni di compromesso, cadute tuttavia nel vuoto. Questa – si rintuzza – è la vera occasione mancata”. È vero, riconosce IaS, il Pr di Besazio propone delle “buone soluzioni”; ma occorre essere coerenti, e “la natura dell’edificazione permessa, con possibili importanti conseguenze sul nucleo, non poteva trovare il nostro accordo”. E allora perché “sparare giudizi sommari e inconsistenti sugli altri”? Il fatto è che il Ppd l’ha buttata proprio sul piano politico, rimproverando tanto alla Sinistra che alla Destra di aderire al progetto in Municipio (con i rispettivi rappresentanti) e fucilarlo in Consiglio comunale. Ma gli altri gruppi politici, è la replica pungente di IaS, “non hanno bisogno di consulenti esterni o di ‘life coach’”.
Massimiliano Robbiani, già municipale e oggi consigliere comunale Lega-Udc-Ind., dal canto suo, taglia corto: «Sono passati i tempi in cui a Mendrisio si votavano tutti i messaggi municipali, quasi senza discussioni. Storia e visioni sono cambiate». Il che può portare anche Destra e Sinistra a schierarsi dalla stessa parte, come per il Pr di Besazio. «Giusto per essere chiari – ribadisce Robbiani –: non c’è stata nessuna ‘combine’ allo scopo di bersagliare taluni municipali. Ppd e Plr devono capire che in democrazia si possono anche bocciare delle proposte; e accettarlo. Un peccato? – come lamentato dal Plr, ndr –. È un punto di vista. Noi, comunque, non siamo soldatini di nessuno». I due commissari del gruppo nella Pianificazione, Nadir Sutter ed Enrico Spadini, ne fanno una questione di puro “buon senso”; bussola il bene comune, che qui fa il paio con un passo pubblico e una minore edificabilità, come raccomandato dall’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale. «Il fatto – chiosa Robbiani – è che questo è un Municipio debole e poco coeso. In fondo è il se