Mendrisiotto

L'infermiere sospettato di omicidio respinge l'accusa di 'foto intime'

Il 44enne è in carcere per il presunto maltrattamento – e il potenziale omicidio colposo – di alcuni pazienti. Nega ogni addebito.

(foto Ti-Press)
31 maggio 2019
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L'ormai ex infermiere dell'Obv di Mendrisio non ha fotografato con il cellulare alcune delle sue pazienti, non nelle parti intime almeno. Smentisce in modo categorico quanto rimbalzato in mattinata da Tio l'avvocato Micaela Antonini Luvini, difensore del 44enne in carcere dal 5 dicembre scorso. L'uomo era finito in manette con l'accusa di aver, di fatto, maltrattato dei pazienti affidati alle sue cure. Questi i sospetti iniziali sostanziati dal procuratore pubblico Nicola Respini con le ipotesi di reato di lesioni gravi, coazione, lesioni semplici e vie di fatto reiterate. Contestazioni che a febbraio si erano aggravate, convincendo sempre il pp a rincarare la dose e a estendere le accuse a omicidio intenzionale, subordinatamente omicidio colposo.

Nella ricostruzione della Procura l'ex operatore sanitario, impiegato all'interno del reparto di Medicina 1 del Beata Vergine, non solo avrebbe tenuto comportamenti poco professionali, ma si sarebbe spinto anche a somministrare medicamenti in maniera non conforme alle prescrizioni mediche. Sovradosaggi che avrebbero poi accelerato la fine di taluni malati terminali. A questo punto l'inchiesta si sarebbe allargata pure a un più ampio spettro temporale; ad attirare l'attenzione degli inquirenti le cartelle cliniche degli anni antecedenti il periodo 2013-2018 oggetto della prima fase di indagine. Da parte sua l'imputato ha mantenuto la sua posizione sui fatti, ammettendo un atteggiamento rude nei confronti di alcuni degenti anziani – malati in modo serio –, ma respingendo ogni addebito in merito alle accuse di omicidio.

La lista dei testimoni sentiti in quanto famigliari delle vittime, colleghi o persone informate sui fatti sarebbe fitta a fronte di una inchiesta complessa quanto delicata di cui si attende la fine. «Sono davvero molto arrabbiata per le continue violazioni del segreto d'ufficio», ha ribadito a 'laRegione' l'avvocato Antonini Luvini a seguito delle diverse 'fughe' di notizie sul caso.