Mendrisiotto

Estese le accuse a carico dell'infermiere dell'Obv

Le ipotesi di reato passano dalle lesioni gravi all'omicidio intenzionale. L'inchiesta si concentra sul passato professionale del 44enne.

(TiPress)
22 febbraio 2019
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Omicidio intenzionale, subordinatamente omicidio colposo. Si estendono le accuse a carico del 44enne operatore sanitario attivo nel reparto di Medicina 1 all’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio. L’uomo, arrestato lo scorso 5 dicembre era inizialmente stato accusato di lesioni gravi, coazione, lesioni semplici e vie di fatto reiterate nell’ambito di un’inchiesta nata per sospetti maltrattamenti nei confronti di alcuni pazienti del nosocomio del Distretto (vedi ‘laRegione’ di lunedì). Ora, come detto, il sostituto procuratore generale Nicola Respini ha esteso le ipotesi di reato.

In una nota stampa, il Ministero pubblico e la Polizia cantonale hanno specificato che l’infermiere è sospettato di aver somministrato medicamenti in maniera non conforme con le prescrizioni mediche.
L’inchiesta chiamata a far luce sulla vicenda è giocoforza diventata molto complessa e interessa un lasso di tempo più ampio di quello che sembrava alle prime battute. Il sostituto procuratore generale sta infatti ripercorrendo minuziosamente la carriera professionale dell’uomo (non più attivo nella struttura di Mendrisio e tutt’ora in carcerazione preventiva): sotto indagine vi sarebbero infatti gli anni precedenti agli episodi che hanno portato al suo arresto nel dicembre scorso.

Dai casi di presunti maltrattamenti l’inchiesta si sarebbe allargata a macchia d’olio (con l’invito della Cantonale rivolto a eventuali testimoni o persone venute a conoscenza dei fatti in oggetto a farsi avanti), sino a giungere alle nuove ipotesi di reato che riguarderebbero l’agire dell’uomo nei confronti di alcuni malati terminali. Da noi contattata, l’avvocata Micaela Antonini Luvini – patrocinatrice del 44enne – si sente di «escludere l’intenzione del suo assistito di arrecare volontariamente sofferenza o un danno a qualcuno».