MENDRISIO

'La Filanda', identikit di un visitatore

Al Centro culturale si sondano i frequentatori e si tirano le somme a sette mesi dal via. E i numeri danno ragione a un modello che piace anche Oltralpe

22 maggio 2019
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C’è chi a ‘La Filanda’ ormai è diventato un habitué; chi ne ha fatto un punto di riferimento; e poi c’è chi si ritrova ‘solo’ a passare. Comunque lo si guardi quello del Centro culturale di Mendrisio è un successo che dura, e da sette mesi. A decretarlo, in effetti, sono le circa 10mila visite al mese registrate sin qui. Così, mentre si inizia a tirare un primo bilancio (seppur intermedio), è venuta voglia di conoscere più da vicino il profilo, quello reale, dei frequentatori di via Industria. Preso (il gennaio scorso) un campione di oltre 1’600 persone, ci si è messi a fare un sondaggio. Che da subito ha rivelato, di sicuro, due aspetti: a ‘La Filanda’ ci hanno visto giusto, da un lato, a dichiarare l’ambizione di essere regionali, dall’altro a darsi una identità intergenerazionale. Su un punto non c’è partita: il pubblico è essenzialmente (al 62 per cento) femminile. Se l’identikit dei ‘Filanderi’, 72 in tutto, non era certo un mistero – per due terzi donne e con un’età fra i 17 e gli 82 anni –, quello del visitatore tipo del Centro culturale ha riservato qualche sorpresa. Poteva, infatti, non essere scontato che il modello, peraltro innovativo, de ‘La Filanda’ facesse breccia al di fuori dei confini cittadini. È vero: quasi la metà di coloro che ‘vivono’ il Centro – e con esso la Biblioteca cantonale – abitano a Mendrisio. Ma è altrettanto un dato di fatto che il 43 per cento proviene dal resto della regione; e non è poco. Anche la constatazione che il 7 per cento arriva dal Luganese non è per nulla trascurabile. A rincuorare, però, è anche la ridistribuzione anagrafica di quanti trascorrono un po’ del loro tempo nel Centro fra i libri e le attività più variegate. Tutte le stagioni della vita sono rappresentate. Prevalgono gli adulti? In effetti è così: sono il 45 per cento. Allo stesso tempo la presenza del 34 per cento di giovani e del 21 per cento di ‘senior’ restituiscono un ‘melting pot’ generazionale che, fin dall’inizio, ha caratterizzato quella che si può definire la cifra stilistica de ‘La Filanda’. Questo spazio riconvertito dal Comune è, per finire, lo specchio della regione e delle sue aspirazioni. E forse non è neppure un caso se la statistica stilata nei primi mesi di vita della struttura mostra fra le giornate preferite il mercoledì, il sabato e la domenica. La Cultura, insomma, viene frequentata pure nelle ore del tempo libero. Le innumerevoli iniziative – 438 gli appuntamenti che hanno cadenzato il calendario da settembre a dicembre – hanno dato una mano? È indubbio. Tra un atelier e un corso si finisce, però, per passare dalla Biblioteca.

Da Oltregottardo per la Biblioteca

Sta di fatto che i prestiti dei libri hanno avuto un vero e proprio boom. Da gennaio all’inizio di maggio il servizio bibliotecario ne ha registrati oltre 15’600, in pratica il doppio (erano 7’600) rispetto allo stesso lasso di tempo dell’anno scorso: i bibliotecari hanno conteggiato una crescita del 105 per cento. Di che essere fieri (a giusta ragione) dell’andamento de ‘La Filanda’. Del resto, da subito le premesse erano state promettenti. Ecco che appare giustificato l’interesse e la curiosità che, come indicato nel primo Rapporto, il Centro suscita nel mondo bibliotecario. Con regolarità, accanto alle scolaresche, la struttura accoglie addetti ai lavori di servizi ticinesi, ma pure da Oltregottardo. Ad oggi a vedere da vicino la realtà mendrisiense sono state le direzioni delle Biblioteche di Basilea, Aarau e Winterthur. Ma altri (e si parla di “istituti prestigiosi”), si fa sapere, hanno già prenotato una visita guidata. Non c’era spazio più adeguato, quindi, per ospitare un dibattito sulla biblioteca del futuro sotto le insegne della Fondazione Möbius di Lugano. Lunedì alle 18 ci si confronterà su un interrogativo di attualità: ‘Quale sarà il ruolo delle biblioteche nella società digitale e connessa che ci attende?’. Interverranno per dire la loro Gualtiero Carraro, autore, ricercatore e imprenditore digitale, Davide Dosi, direttore della Biblioteca universitaria di Lugano nonché membro di Comitato Bibliosuisse, Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius e nel Comitato direttivo di Coscienza Svizzera, e Stefano Vassere, direttore della Biblioteca cantonale di Bellinzona.