Sul caso dell’ex infermiere dell’istituto comunale, condannato per un episodio alle Correzionali, ricorrono tutte le parti
Sulla vicenda dell’ex infermiere del Centro degli anziani di Balerna non si è ancora scritta la parola fine. Il caso, infatti, approderà alla Corte di appello e di revisione penale a Locarno. E per volere di tutte le parti in aula, il 13 novembre scorso a Lugano, nel processo alle Assise correzionali (cfr. ‘laRegione’ del 14 novembre). Tanto l’accusa, sostenuta dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, che la difesa dell’imputato, l’avvocato Rossano Bervini – che, peraltro, gli accusatori privati patrocinati dagli avvocati Tuto Rossi e Sebastiano Pellegrini – hanno impugnato la sentenza e presentato ricorso. Il giudice Amos Pagnamenta aveva riconosciuto il 49enne colpevole di coazione – tentata ma reiterata in più occasioni – solo nei confronti di uno degli otto ospiti della casa che gli erano stati affidati fra l’aprile del 2014 e il maggio del 2015. La Corte si è ritrovata, in effetti, a dover applicare il diritto, riducendo di fatto la pena ancorata al decreto d’accusa – poi contestato dall’uomo – e pronunciando una condanna a 30 aliquote di 30 franchi l’una (per un totale di 900 franchi, a fronte dei 21’600 franchi chiesti in primo grado), sospesa, e una multa di 200 franchi. Un verdetto che non ha, in ogni caso, alleggerito i fatti contestati, riconosciuti come credibili (tranne per un episodio) grazie alle testimonianze delle persone – colleghi per lo più – sentite nel corso dell’inchiesta. L’ex infermiere, ha commentato il giudice, ha mostrato un «comportamento inadeguato e vergognoso» e in alcune situazioni addirittura «inqualificabile». Nell’aula sono riecheggiati le pressioni psicologiche esercitate per costringere un’utente a prendere un medicamento o il lessico irrispettoso e i gesti maleducati, o ancora le «gravi negligenze professionali»; è capitato che alcuni ospiti non venissero accompagnati al bagno, ritrovandosi poi con gli indumenti zuppi addosso. Per tutto il tempo il difensore Bervini ha perorato il proscioglimento del 49enne, al quale, a suo dire, non potevano essere rimproverati gli avvenimenti allineati nel decreto d’accusa. Una linea che, come testimonia il ricorso, si intende portare in Appello. Allo stesso modo, però, anche la procuratrice Tuoni mostra di non voler indietreggiare. Sullo sfondo l’esigenza giuridica di dare riconoscibilità al reato di maltrattamenti sugli anziani. Quanto è accaduto entro le mura della struttura di Balerna appare emblematico: per un’altra serie di vessazioni è già stata condannata una ex assistente di cura.