Il Municipio mette il veto e una clausola nel Regolamento del Comune. La proposta di un gruppo interpartitico di consiglieri comunali ha fatto breccia
Chiasso è pronto a mettere alla porta il precariato. E sul serio. L’appello, in realtà, si era levato giusto un anno fa da un gruppo interpartitico di quattro consiglieri comunali (come riferito da ‘laRegione’ del 9 agosto 2017). Una proposta fatta mozione, la loro, decisa a convincere il Municipio cittadino a vincolare gli appalti comunali a precise regole, richiamando così ditte e imprese a una maggiore responsabilità sociale. E l’esecutivo chiassese non si è fatto pregare; ha rotto gli indugi e dato una stretta all’utilizzo di lavoratori interinali sui cantieri pubblici. Un’adesione, quella messa nero su bianco nel preavviso recapitato in questi giorni, che, dal punto di vista comunale, apre una nuova strada nella regolamentazione del mercato del lavoro. In attesa del parere commissionale, e soprattutto del voto consiliare, la clausola fatta propria dall’autorità locale segna una pietra miliare. Sopra vi sono incise tre cifre, il 121, e una lettera, la A: è il numero del nuovo articolo che si intende inserire nel Regolamento comunale alla voce ‘appalti pubblici’. Il lessico sarà poco familiare, ma è chiaro. “Alle ditte vincitrici degli appalti pubblici è vietata (salvo in casi eccezionali e giustificati) la possibilità di utilizzare personale delle agenzie interinali o di notificati, indipendentemente dalle possibilità offerte dalla Legge cantonale sulle commesse pubbliche”. Il Municipio è consapevole che i paletti saranno validi solo sul territorio giurisdizionale di Chiasso, ma il passo resta, comunque, importante.
Giorgio Fonio (Ppd), con i colleghi di legislativo Daniele Canova (Us/I Verdi), Mariano Musso (Plr) e Stefano Tonini (Lega), non riesce a tenere a bada la sua anima da sindacalista. «Sono molto felice, lo ammetto – ci confessa Fonio –. Aver accolto la mozione e la nostra richiesta rappresenta un ulteriore atto che va a tutela dei lavoratori di questo cantone. Un plauso lo faccio, quindi, al Municipio per averci seguito su questa linea. Non penso di sbagliare nel dire che Chiasso è il primo esecutivo e che ha avuto un bel coraggio. Questo mi rincuora e dà morale». Anche perché, ci fa capire ancora il consigliere del Ppd, prendere una tale decisione non era per nulla scontato. Dalla parte dei mozionanti si sente di aver superato lo scoglio più difficile. È chiaro, a mettere le fondamenta legali è stato, già nel 2017, il Gran Consiglio con le modifiche apportate alla Legge cantonale sulle commesse pubbliche, rafforzata poi dal regolamento ad hoc. È indubbio, però, che l’autorità della cittadina ha aggiunto il suo contributo. “Gli intendimenti intesi a mettere un freno agli abusi commessi attraverso i subappalti e il prestito di mano d’opera – ricorda lo stesso esecutivo nel suo preavviso – sono stati codificati a livello cantonale”. In questo caso, come enuncia ancora il Municipio, sono tre gli articoli cardine: il 24, il 37 e il 53a sulla ‘Responsabilità sociale. Sul piano cantonale si comincia subordinando la necessità di reclutare ulteriore personale all’obbligo per le imprese di consultare gli Uffici regionali di collocamento. In effetti, solo dopo che è stata attestata “l’impossibilità di reperire manodopera presso i propri uffici, (l’offerente) potrà rivolgersi alle agenzie interinali”. Insomma, unicamente se la ricerca di lavoratori disoccupati resta infruttuosa sarà possibile far capo agli interinali. Oggi Chiasso si appresta a dare un altro giro di vite.
Come dichiarato dalla volontà ieri dei mozionanti, oggi del Municipio, è importante andare al cuore del problema e di un fenomeno cresciuto in modo significativo in Ticino in questi anni. Il tema del precariato, infatti, è sul tavolo da anni, soprattutto sul fronte sindacale. Lo stesso Fonio se ne sta occupando da tempo. «Questi problemi d’altro canto – richiama –nel mio lavoro li tocco con mano quotidianamente». I dati nudi e crudi sono eloquenti. E il Mendrisiotto, come rilevato nel 2015 dall’Ufficio federale di statistica, è la regione della Svizzera “con il più alto tasso di disoccupati di lunga durata (oltre i 12 mesi)”: oltre il 30 per cento dei senza lavoro, a fronte del 20 per cento registrato altrove.