Luganese

‘Chiedono i servizi extrascolastici, ma poi non li utilizzano’

Rispondendo a un’interrogazione di Céline Antonini (Plr), il Municipio di Lugano precisa che attualmente non sono sostenibili nuovi servizi

Punto critico: i trasferimenti da una sede all’altra
(Ti-Press/Archivio)
23 febbraio 2025
|

“Le famiglie segnalano un gran fabbisogno di servizi ma poi, nella pratica, non usufruiscono dei servizi richiesti inizialmente”. Emerge un quadro piuttosto controverso dalla risposta del Municipio di Lugano a un’interrogazione di Céline Antonini (Plr). La consigliera comunale ha chiesto infatti all’Esecutivo di adoperarsi per estendere l’offerta dell’extrascolastico, delle mense, dei nidi e in generale dell’offerta a supporto della conciliabilità lavoro-famiglia. Un’istanza rispedita al mittente e giustificata in una lunga replica.

Questione di sostenibilità

Stando al Municipio, infatti, vi sarebbe una discrepanza considerevole tra le richieste, ad esempio quelle formulate anche in forma scritta durante le assemblee dei genitori, e l’effettivo utilizzo dei servizi presenti a Lugano. Si citano ad esempio le offerte di doposcuola a Loreto, Cadro, Davesco, Sonvico e Villa Luganese. Per i bambini che frequentano le Elementari, il maggiore bisogno di servizi extrascolastici riguarda la fascia del pranzo e questa viene coperta in tutte le sedi dall’Istituto scolastico comunale. Discorso diverso invece per il doposcuola (16-19), per il quali la percentuale di bambini è notevolmente inferiore e oscilla mediamente tra il 15 e il 25% presente in mensa. Tradotto: in una sede con una frequenza media di 25 bambini, come è il caso delle scuole più piccole, sono solo tra i 3 e i 6 bambini al giorno a frequentare il doposcuola. “Considerati i costi rappresentati da questo tipo di servizio (un educatore dalle 16 alle 19, la merenda, costi di pulizia, costi di gestione e manutenzione, ndr), con un numero così limitato di bambini, non consideriamo sostenibile offrire questo tipo di servizio”.

Affinché il servizio possa “rispondere a un rapporto tra costi e servizi ragionevole calcoliamo che sono necessari mediamente 12-15 bambini giornalmente”, si aggiunge. “In questo senso, solo con una presenza media in mensa di circa 40-50 bambini al giorno può avere senso offrire un servizio di doposcuola. Considerati questi numeri, tutte le mense che rispondono a questi criteri offrono anche un servizio di doposcuola”. Discorso simile per i bambini delle scuole dell’infanzia, sebbene con qualche distinguo. A cominciare dal fatto che per questa categoria d’età la richiesta di servizi è globalmente maggiore. Per loro, la Città non utilizza come metro di paragone gli utenti delle mense, bensì la capienza della sede scolastica. Ciò premesso, il 6,7% dei bambini frequenta l’extrascolastico della mattina (dalle 7 alle 9) e il 13% il doposcuola. “Questo significa che per avere 12-15 bambini (la soglia della sostenibilità, ndr) in una sezione d’orario prolungato al pomeriggio è necessaria una sede scolastica di circa 100 bambini”.

Punto critico: i trasferimenti

Altro aspetto che emerge dalla risposta, è che i trasferimenti influiscono negativamente sulla frequenza dell’extrascolastico. Per permettere la sostenibilità, vengono proposti infatti trasferimenti da sedi più piccole ad altre più grandi. “I genitori – tuttavia – esprimono spesso il loro malcontento quando si propone questo tipo di servizio”, arrivando a rinunciarvi. Essendoci questo punto critico, e considerato che comunque le scuole di Lugano offrono in gran parte questi servizi in loco, “al momento la realizzazione di ulteriori servizi non è sostenibile”.

AAA Nidi cercansi

Capitolo nidi d’infanzia. A Lugano ce ne sono quattro pubblici, frequentati in totale da 220 bambini. A questi si aggiungono 17 strutture private riconosciute in città e altre 32 nel Luganese, che in totale hanno accolto 545 bambini nell’anno scolastico 2023-24. Come noto, si tratta di servizi molto richiesti e con liste d’attesa molto lunghe. Eppure la Città non ritiene di voler trasformare le ex case comunali in ‘case della conciliabilità’, come proposto da Antonini, per ragioni finanziarie: “Probabilmente la maggior parte delle strutture esistenti non è adeguata e/o necessita di interventi di adeguamento (se non di ampliamento) estremamente ingenti e onerosi”.