Luganese

Mps: ‘Serve un comitato popolare che vigili sul cantiere Pse’

La proposta sarà presentata in un incontro pubblico organizzato a Lugano dal movimento che presenta un'altra interrogazione al Consiglio di Stato

Un’immagine di come verrà realizzato il Palazzetto dello sport
(Città di Lugano)
4 novembre 2024
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Poca trasparenza, informazioni scarse e soprattutto cambiamenti sostanziali al progetto votato dalla maggioranza dei cittadini di Lugano. Sono queste, in estrema sintesi, le ragioni che hanno spinto il Movimento per il socialismo (Mps) a proporre la creazione di un comitato popolare di sorveglianza del cantiere di Cornaredo, dove si sta edificando il Polo sportivo e degli eventi (Pse). La proposta dovrebbe prendere corpo giovedì 7 novembre nell’ambito di una serata pubblica prevista alle 20.30 al Palazzo dei Congressi di Lugano (sala C). Inoltre, il movimento torna alla carica con una seconda interrogazione, alla luce delle risposte evasive fornite dal Consiglio di Stato alla prima interrogazione.

‘Necessario un cambiamento di rotta’

Cominciamo dalla sorveglianza. Secondo l’Mps, è necessario “un cambiamento di rotta in materia di informazione e comunicazione da parte del Municipio di Lugano su un progetto che non aveva per nulla fatto l’unanimità della popolazione come attestato dal voto sul referendum. Questo malgrado il sostegno quasi unanime ricevuto all’epoca in Consiglio comunale. Appare perciò sempre più importante la creazione di un comitato popolare di sorveglianza, al quale possano partecipare tutte le cittadine e tutti i cittadini interessati”. Ma quale sarebbe il suo compito? “Inizialmente, dovrebbe lavorare per obbligare le autorità politiche cittadine a introdurre gli strumenti necessari affinché la cittadinanza possa avere a disposizione regolarmente le informazioni per conoscere l’evoluzione del progetto, dal punto di vista finanziario, architettonico, ambientale e sociale”, scrive l’Mps che lo immagina “come luogo di confronto di singoli cittadini e cittadine, delle associazioni interessate direttamente o indirettamente ai vari aspetti della realizzazione del Pse, di organizzazioni e partiti politici che intendono seguire la realizzazione del progetto. Dovrebbe diventare lo strumento per eventualmente organizzare gli interventi necessari a tutelare l’interesse pubblico in tutte le sue forme”.

‘Poco rispetto della volontà popolare’

L’Mps considera inquietanti i recenti sviluppi della realizzazione di Arena sportiva e Palazzetto dello sport, perché “stanno modificando in profondità – stravolgendolo – quello che era il progetto votato a Lugano. Un cambiamento profondo che ha portato a realizzare un progetto finale che nulla ha a che vedere con le bellissime e luminose immagini presentate alla cittadinanza luganese durante la campagna referendaria. Questo atteggiamento è poco rispettoso della volontà popolare”. Al movimento politico “appare ormai evidente che il gruppo Hrs sia diventato il ‘padrone’ totale del Pse, assumendo simultaneamente il ruolo di finanziatore, progettista e realizzatore. Il Municipio di Lugano ha rinunciato a qualsiasi forma di controllo politico sul progetto, limitandosi a sostenere qualsiasi decisione del potente gruppo finanziario-immobiliare. In questo contesto appare il ruolo del tutto subalterno del Consiglio comunale della città che assiste a questa deriva in silenzio quasi totale”. Critiche che sono state smentite da Roberto Badaracco, vicesindaco di Lugano e capodicastero Cultura, sport ed eventi.

‘Chi ha introdotto imposizioni di polizia?’

L’Mps ritiene che le spiegazioni fornite dal governo cantonale denotino “una chiara mancanza di assunzione di responsabilità politica e giuridica da parte del Cantone”. Per questo richiama un passaggio del parere dell’Ufficio e della Commissione del paesaggio che avevano messo in evidenza come la variante presentata nel gennaio 2023 dal gruppo Hrs modificasse “in modo marcato l’impatto della costruzione nel paesaggio rispetto al progetto originale risultato vincitore del relativo concorso”(...) Chiudere il Palazzetto dello sport porta infatti a una soluzione molto diversa e meno qualificata dal punto di vista architettonico e a una costruzione più impattante dal punto di vista paesaggistico, dove i fronti affacciati verso la strada, il Cinestar e lo spazio pubblico, invece di agevolare delle relazioni urbane qualificate, le impoveriscono. Lo svilimento della qualità del progetto edilizio, che non interessa unicamente la parziale chiusura dei fronti ma anche il cambio di materiale delle solette, ha portato la Commissione del paesaggio a formulare un parere negativo all’ultima variante ora in esame”. Poi, però, l’Ufficio della natura e del paesaggio (Unp) ha formulato un parere positivo sostenendo che la variante risponda “oggettivamente a mutate e non sufficientemente soppesate necessità legate alle attività sportive di carattere professionistico che vi si svolgono al suo interno (attività che necessitano privacy durante gli allenamenti e controllo totale della luce durante le partite) e a imposizioni della polizia, atte a contrastare i problemi legati al tifo violento”.

L’Mps ha presentato altre nove domande al Consiglio di Stato. Vuole sapere quali siano le verifiche fatte dell’Unp in merito alla variante per sostenere che il sistema di tende per l’oscuramento non fosse adatto per le funzioni e attività previste nel palazzetto. Non solo: “Nel caso in cui queste prove da parte dell’Unp non esistessero, il Consiglio di Stato non considera necessario rivedere il preavviso positivo emanato dall’Unp? Le ‘imposizioni di polizia’ erano allegate alla domanda di costruzione?”. Se così non fosse e “in presenza di una motivazione falsa in un atto ufficiale, non bisognerebbe adottare misure di fronte a una grave infrazione?”. L’Mps chiede lumi su chi abbia introdotto le ‘imposizioni di polizia’ e ritiene che sia necessario avviare un’inchiesta amministrativa in tempi stretti per ricostruire nel dettaglio avvenimenti e responsabilità politico-amministrative”.

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