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Pse, tetto dei costi sforato di 15 milioni di franchi

Badaracco: ‘Al netto di anticipi, rincari e Iva, l’aumento è solo di 1,7 milioni rispetto alle previsioni’. E lo stadio con 2’000 posti in meno? ‘A norma’

Il nuovo aspetto del palazzetto dello sport: non avrà più facciate in vetro
(Città di Lugano)
11 settembre 2024
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«Massima trasparenza». A quasi tre anni dal sì popolare e a poco più di un anno dall’inizio effettivo dei lavori per l’arena sportiva, e con nel mezzo una serie di polemiche e diatribe anche recenti su vari aspetti, il Municipio di Lugano ha deciso di fare il punto sul cantiere del Polo sportivo e degli eventi (Pse), il più grande progetto di partenariato pubblico privato (Ppp) del cantone. L’occasione è data dalla corposa risposta a un’interrogazione socialista dello scorso giugno, che ha chiesto proprio aggiornamenti sul tema sottolineando le scarse informazioni fornite sin qui al Consiglio comunale (Cc). Ma il tempismo pare dovuto anche alla conferenza stampa indetta domani dal Movimento per il socialismo (Mps), che intende tematizzare il presunto mancato rispetto di normative cantonali e comunali.

‘Le modifiche sono all’ordine del giorno’

E i riferimenti espliciti e impliciti all’Mps non sono mancati. «Chi parla solo di progetti iniziali, che sono di massima, gridando allo scandalo se qualcosa cambia nel corso degli anni, parla una lingua differente» ha detto ad esempio il capodicastero Cultura, sport ed eventi Roberto Badaracco. E il tema finanziario è di primaria importanza. A cominciare dal tetto dei costi inserito nell’accordo di Ppp, che ammontava a poco meno di 167 milioni di franchi. Oggi, questo tetto è sforato di circa 15 milioni, toccando quasi i 182 milioni. Una bella cifra, che secondo il vicesindaco va tuttavia relativizzata. «L’aumento del tetto dei costi complessivo, al netto dei rincari da conguagliare (stimati in circa 9,5 milioni, ndr), degli anticipi (altri 3,1 milioni, ndr) e dell’adeguamento dell’Iva (passata dal 7,7 all’8,1%, per altri 630’000 franchi, ndr), è in realtà poco meno di 1,7 milioni. Le modifiche sono all’ordine del giorno nei grossi progetti e il tetto esatto dei costi lo avremo solo alla fine del cantiere, ma già oggi possiamo dire che la Città è stata virtuosa».

‘Abbiamo risparmiato 8,6 milioni’

Il riferimento è principalmente ai risparmi che sono stati attuati. Spiegando le cifre più nel dettaglio, Badaracco ha svelato che «la Città è riuscita a ottimizzare oltre 8,6 milioni di franchi, rinunciando a diverse cose ma mantenendo intatte qualità e godibilità». Ad esempio, le facciate del palazzetto dello sport erano inizialmente previste in vetro, mentre su richiesta degli utenti verranno realizzate con altri materiali più economici. Fra le misure minori, anche il contenimento del ballatoio su via Stadio da 7 a 5 metri e la realizzazione della pavimentazione delle zone carrabili in asfalto, invece che in pietra. Gli aumenti invece sono dovuti principalmente a due fattori: richieste supplementari specifiche e, ovviamente, il forte carovita degli ultimi anni.

In arrivo un pavimento in Led

Quest’ultimo è quantificato in circa 9,5 milioni. Un ulteriore rincaro di 3,2 milioni circa è stato preso a carico da Hrs e, come sottolineato da Badaracco, non sono costi imputabili all’ente pubblico o al partner privato ma sono dovuto a una situazione generale del mercato e dell’edilizia in particolare non controllabile. I costi dovuti alle richieste supplementari superano invece i 3,7 milioni e sono dovuti principalmente a: completamento del piano interrato dell’arena sportiva anche lungo via Ciani, ossia sul lato est, e la decisione di realizzare il pavimento del palazzetto in ‘glassfloor’, ossia in vetro con tecnologia a Led, che permette di accendere la rigatura della disciplina sportiva necessaria mentre le rigature che si utilizzano per gli altri sport rimangono spente. Una scelta che permetterebbe un risparmio nei costi di gestione.

I Comuni della cintura faranno la loro parte?

A proposito di soldi, il vicesindaco ha poi fatto il punto sui contributi sin qui ottenuti e su quelli che si potrebbero ancora racimolare. In primis, quello cantonale straordinario forfettario di 11 milioni, poi quelli di 3 milioni sempre forfettari tramite il Fondo Sport-toto per l’arena sportiva e altrettanti per il palazzetto dello sport, per quest’ultimo i 5 milioni del Fondo federale Cisin e i 300’000 franchi per l’allacciamento del Pse a una rete termica di Ail, che permetterà di riscaldare e raffreddare edifici, anche privati, facendo capo a energie rinnovabili. «In totale sono 22,3 milioni – la precisazione di Badaracco –, e questa già considerevole cifra crescerà. Ad esempio, o lo stadio o il palazzetto saranno realizzati seguendo gli standard Minergie A e questo darà accesso ad altri sussidi». Un tasto dolente è dato dal sin qui scarso contributo dei Comuni della regione, con società e privati che utilizzeranno gli spazi in costruzione. «Purtroppo in Ticino, a differenza di altri cantoni, non c’è la base legale per obbligare i Comuni della cintura urbana, rispettivamente del cantone, a partecipare ai costi dell’opera. Stiamo cercando di muoverci su questo fronte. Alcuni Comuni hanno dato la propria disponibilità, e l’Ente regionale di sviluppo del Luganese è disponibile per fungere da tramite. Ma chiaramente non si parla di milioni».

Riscatto degli stabili all’orizzonte

Questi punti, ha spiegato il capodicastero, sono non solo quelli contenuti nell’interrogazione (prima firmataria: Nina Pusterla) e nella relativa risposta, ma anche quelli riassunti nelle misure di controllo contenute nel rapporto di maggioranza della Gestione sul Pse. Tra gli aspetti centrali, il contenimento dei costi gravanti sulle tasche dei cittadini. E una delle strade per arrivarci è anche il riacquisto delle strutture edificate al termine dei lavori. «Su questo fronte è attiva la Divisione finanze, che sta valutando diverse opzioni per entrare in possesso nella maniera più veloce possibile degli stabili: prestito obbligazionario, private placement, leasing, prestito bancario. C’è la massima flessibilità. Bisogna trovare il modo di risparmiare soldi, a favore dei contribuenti». Discorso più complesso per il riscatto della torre est, in quanto potrebbe essere allo stato attuale un’operazione poco vantaggiosa.

Le misure contro il dumping

Ma a premere non sono solo gli aspetti economici, ma anche quelli sindacali e ambientali. «Intanto vorrei premettere che il clima di cooperazione con Hrs è ottimo e che gli incontri con il Municipio, e anche con il gruppo di lavoro del Pse, sono regolari. Esprimiamo auspici, dubbi, richieste. Sappiamo ad esempio che a livello di tutela dal dumping salariale è stato fatto tanto: per accedere al cantiere bisogna avere dei badge (emessi previa iscrizione sulla piattaforma Workcontrol, che valida e registra i documenti di legge, ndr), si sa chi entra e chi esce, c’è un controllo dei movimenti, nonché un addetto alla sicurezza». La responsabilità sociale è garantita anche dai contatti con le Commissioni paritetiche cantonali dell’edilizia e dei rami affini avvenuti lo scorso marzo, come pure dagli scambi di informazioni con i sindacati. «La Città mantiene sempre il ruolo di sorvegliante», ha evidenziato Badaracco, seppur committente del progetto sia ormai in questa fase la banca Credit Suisse.

Condanne nella Gtl Sa? ‘Né denunce né segnalazioni’

Proprio il tema del controllo è salito alla ribalta alcuni mesi fa, quando un collaboratore e un dirigente della Gtl Sa di Gravesano, ditta attiva sul cantiere, sono stati condannati per truffa. L’Mps in particolare ha parlato di violazione del dovere di esemplarità, questione di carattere più deontologico, secondo il quale tutti i partner coinvolti si impegnano a evitare ogni comportamento suscettibile di nuocere alla reputazione del cantiere. «Hrs si è confrontata con le istanze cantonali – la replica del sindaco Michele Foletti, in collegamento telefonico dalle vacanze –, è stata fatta chiarezza, non ci sono state violazioni. Tant’è che non ci sono state denunce o segnalazioni, né da parte dei sindacati né dagli enti di controllo. Si tratta di un problema interno a quell’azienda, la questione per noi è risolta». E a proposito di appalti, Badaracco ha precisato che sin qui sono stati assegnati tutti a imprese locali, in linea con la promessa in campagna elettorale di portare benefici al territorio. Un 100% di ‘ticinesità’ che non verrà tuttavia confermato fino alla fine del cantiere: «Ci sono alcune opere che non potranno venire appaltate qui, ad esempio quelle per le sedute dello stadio, perché in Ticino determinate specializzazioni non esistono».

Lo stadio da 8’250 posti è a norma per la Uefa

Altra polemica degli scorsi mesi, è quella legata alla riduzione della capacità dello stadio, dai 10’000 posti iniziali agli 8’250 attuali. «Il numero 10’000 risale al 2011 e alle disposizioni della Swiss Football League – ha spiegato il direttore della Divisione sport, Roberto Mazza –. Lo stadio che stiamo costruendo è di categoria 4 per la Uefa, e le regole oggi sono cambiate: il tetto minimo per giocare in Europa deve essere di 8’000 posti. Quindi siamo perfettamente a norma. Non è peraltro la prima volta che le cose cambiano, in linea con i tempi e le esigenza. La Resega nel 1995 aveva 8’000 posti, mentre oggi la Cornèr Arena ne ha circa 6’800, per esigenze dell’Hcl». «Lo stadio viene reso più confortevole e appetibile, e non solo grazie alla vip lounge (le tribune per vip, ndr) – le considerazioni del vicesindaco sul tema –. Inoltre, 8’000 posti per le nostre esigenze sono più che sufficienti. Ricordiamo che il Football Club investe 17 milioni interamente a proprio carico, sarebbe stato un peccato non approfittarne».

Cornaredo Sud, si cerca la conciliazione con l’Ata

Sempre delle scorse settimane è poi la notizia dell’opposizione dell’Associazione traffico e ambiente alla domanda di costruzione per il comparto di Cornaredo Sud. «Contestano i posteggi (che andrebbero costruito tra lo stadio e il cimitero, ndr), noi ne chiediamo 59, loro non ne vorrebbero nessuno – la precisazione di Badaracco–. Siamo in contatto con loro e speriamo di risolvere la diatriba in conciliazione. Cornaredo Sud è una tessera fondamentale del mosaico, se non arriveremo a realizzarla in tempi adeguati, avremo grossi problemi su tutto il cantiere». Quali? La risposta di Mazza: «Se si ritarda, la società di atletica dovrà continuare ad allenarsi a Tesserete, a spese della Città. Inoltre, non potremo candidarci per ospitare gli allenamenti della Nazionale in vista dei Mondiali di calcio del 2026 in America settentrionale. Sarebbe un danno di immagine».

La comunicazione con Cc e pubblico? ‘Migliorerà’

Infine, capitolo informazioni, al Cc e al pubblico in generale. Tasto piuttosto dolente sin qui, stando a quanto riportato nell’interrogazione. «I nostri funzionari stanno facendo un grande lavoro, gestendo una prima assoluta a livello cantonale. In nome della trasparenza, e del fatto che si sta parlando di un progetto da oltre 350 milioni di franchi, difficile e complesso, intendiamo regolare le questioni comunicative». Come? «Sin qui abbiamo organizzato conferenze stampa periodiche e continueremo a farlo in maniera ancor più puntuale. Il Cc è stato informato in occasione di Preventivi e Consuntivi, come pure ogni qual volta che era necessario interpellarlo dal punto di vista procedurale. Ma anche in questo caso rafforzeremo la comunicazione implementando un sistema già in uso per il cantiere del Lac: al legislativo verrà consegnato a intervalli regolari un rapporto. Il primo è attualmente in preparazione da parte del dicastero Immobili e sarà pronto in ottobre».

A breve inizia la costruzione del palazzetto dello sport

A proposito degli Immobili, è il direttore dell’Edilizia pubblica Gino Boila a fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori, oltre che a porre l’accento sulla sostenibilità ambientale. «C’è attenzione ai principi dell’economia circolare. Ossia al riciclo: è stato riutilizzato il calcestruzzo delle tribune per le fondazioni. Nel 2023 sono state realizzate le infrastrutture sotto alla futura via Stadio e ad agosto dello stesso è partito il cantiere vero e proprio. Oggi si stanno costruendo già i primi spalti nelle parti nord ed est, quelli a sud e a ovest seguiranno. Nel frattempo sono terminati i lavori di scavo per il palazzetto dello sport, a breve (il 24 settembre ci sarà la cerimonia ufficiale per la posa della prima pietra, ndr) inizierà la costruzione che sarà ultimata a novembre 2026 e così si conclude tappa 1. Poco prima dovrebbero finire i lavori per Cornaredo Sud (inizio 2026, ndr) e per il centro sportivo al Maglio (fine 2025, ndr). Poi, toccherà alla tappa 2: torri, edificio sud, autosilo, parco urbano. Si dovrebbe finire entro il 2028».

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