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Naturalizzazioni con polemiche in Consiglio comunale

Nella seduta di lunedì, a Lugano, accolte 95 richieste su 98, ma sono state criticate le riunioni estive delle Petizioni per smaltire gli accumuli

Posto che ci siano i requisiti di legge, la naturalizzazione è in diritto
(Ti-Press)
8 ottobre 2024
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Troppe richieste ed è stato sbagliato obbligare la commissione delle Petizioni a riunirsi durante la pausa estiva per smaltire gli accumuli. Lunedì, nella seduta di Consiglio comunale di Lugano, dalla destra dell’emiciclo sono giunte critiche per una scelta che appare dettata dal senso civico.

«Non potevamo fare altrimenti, considerata la mole di lavoro che si è accumulata. È vero che nessuno obbliga la commissione a riunirsi, ci sono richiedenti che possono aspettare. Però, se la legge permette a chi ha i requisiti di richiedere il passaporto elvetico non possiamo voltarci dall’altra parte e lasciare in attesa persone che possono fare del bene anche al nostro Paese e alla nostra città». Lorenzo Pianezzi, presidente della commissione delle Petizioni lo ha considerato un dovere civico, quello di espletare le richieste approvate dalla legge: «Lo dico anche ai miei colleghi commissari, se non siete d’accordo di ricevere e ascoltare nove petenti (non quindici, come aveva detto in precedenza la consigliera comunale Maruska Ortelli) per capire se possono ricevere il passaporto svizzero, beh, tornate nei vostri gruppi, preparate un bel referendum per limitare le richieste o altro. Però, continuare a parlare di questa storia è una perdita di tempo».

La capogruppo Plr/Pvl Natalia Ferrara è stata ancora più esplicita: «A inizio legislatura, ci è stato detto che c’erano oltre trecento richieste pendenti in quella commissione. Tutti i presenti a quella riunione hanno detto che bisogna recuperare rispetto al passato, perché, dati i requisti di legge, posto che ci siano, stiamo parlando di un diritto. Come, invece, è un obbligo partecipare a queste sedute e rimanere in aula, non è che si può uscire a piacimento se non si vogliono votare le naturalizzazioni». Quindi, rivolgendosi alla presidente del legislativo (Benedetta Bianchetti), Ferrara ha chiesto di richiamare ai loro obblighi i consiglieri comunali che lasciano la seduta. « Adesso, per fortuna, la commissione ha cominciato a lavorare con un altro approccio – ha aggiunto –. La richiesta del petente si può rifiutare, se non ci sono i requisiti, altrimenti bisogna passare dal Consiglio comunale che deve votare in base alla legge, come dev’essere in uno Stato di diritto. Perché anche questa è la Svizzera».

Zahra Rusconi (Udc/Udf), che fa parte delle Petizioni, ha replicato affermando che ci sono petenti che non sanno nemmeno l’italiano a livello B1, né conoscono la Svizzera. La consigliera comunale si è detta preoccupata perché «molti vengono in commissione molto preparati sulle nostre domande». Danilo Baratti (Verdi di Lugano), ha invece ricordato che quando era nella commissione, era capitato di fare due sedute alla settimana a causa delle numerose richieste pendenti.

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