Luganese

Finora solo ditte ticinesi al Pse? L’Mps: ‘Non è vero’

Il movimento fa le pulci a dichiarazioni del vicesindaco sul cantiere, criticando anche il sistema anti-dumping: ‘Hrs pubblichi i prezzi degli appalti’

Si vuol vedere chiaro
(Ti-Press)
30 settembre 2024
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“Badaracco mente”. Prosegue la querelle fra la Città di Lugano, e in particolare il suo vicesindaco, e il Movimento per il socialismo (Mps) riguardo al Polo sportivo e degli eventi (Pse). Prima le polemiche sullo sforamento del tetto dei costi – circa 15 milioni in più, principalmente a causa del carovita – e poi, soprattutto, quelle sul cambiamento dell’aspetto del Palazzetto dello sport, che non avrà più facciate in vetro ma in metallo. Ora, l’Mps punta il dito contro la poca trasparenza del cantiere, all’origine, a loro dire, di dichiarazioni false da parte della Città e della poca efficacia del sistema di controllo contro il dumping. “Il Municipio non riesce a ottenere nessuna informazione di rilievo” sul cantiere, si denuncia.

Scelti i grigionesi ‘perché costano meno’

Durante la recente conferenza stampa convocata all’ultimo dalla Città il giorno prima di quella dell’Mps, il capodicastero Cultura, sport ed eventi ha dichiarato che gli appalti al cantiere sin qui – inteso come sino all’ultimo incontro con Hrs, avvenuto a metà luglio – sono stati assegnati integralmente a ditte ticinesi, in linea con la promessa durante la campagna referendaria di creare indotto per le aziende locali. Una dichiarazione falsa, spiega l’Mps, perché “l’appalto per la posa del tondino d’acciaio è stato concesso alla società Daziani Ag”. Quest’ultima, si aggiunge, ha sede legale a Celerina (Grigioni) e, pur lavorando sul mercato ticinese da qualche anno, non ha filiali in Ticino né ticinesi sono i proprietari, come neanche la maggior parte degli operai che sarebbe valtellinese. Nella nota si aggiunge che in Ticino ci sono diverse ditte che si occupano della posa del ferro e che alcune di queste avrebbero partecipato alla gara d’appalto, ma non sarebbero state scelte. Il motivo? Il costo delle proprie prestazioni. Secondo informazioni dell’Mps, la ditta scelta avrebbe ottenuto l’appalto “a un prezzo di 35 centesimi al chilo. Di fatto insostenibile”, dato che per coprire costo dei materiali e del lavoro ne servirebbero 38 e per realizzare un certo margine di profitto 41/42.

Rischio dumping, come accaduto al cantiere Usi-Supsi

Per compensare questa perdita, le ditte sarebbero portate a non rispettare gli obblighi contrattuali nei confronti dei lavoratori: “Sottopagandoli, obbligandoli a riversare una parte del salario sul conto del titolare, non versando loro il salario nei periodi di mancanza di lavoro”. Insomma, facendo dumping. Non una novità purtroppo sui cantieri pubblici in Ticino, si ricorda citando il caso del Campus Usi-Supsi di Viganello, dove la Garzoni Sa – oggi attiva sul Pse, aggiunge l’Mps – è stata sospesa per cinque mesi dagli appalti pubblici proprio per violazione della Legge sulle commesse pubbliche, dumping salariale e concorrenza sleale, a causa del subappalto del subappalto e di prezzi decisamente sottocosto. Per contrastare il rischio che sul cantiere di Cornaredo si replichino scenari simili ci vorrebbero controlli maggiori, in quanto il badge attualmente rilasciato dopo registrazione sulla piattaforma WorkControl Suisse Ag non sarebbe sufficiente.

‘Pubblicate tutte le delibere degli appalti’

I due fattori che per il movimento darebbero una maggior garanzia sono altri: il controllo sul prezzo degli appalti e il libero accesso dei sindacati al cantiere. Posto che “gli esperti del settore edile sono in grado di determinare facilmente se l’appalto è sottocosto”, e considerato che il Pse sottostà alla Legge sulle commesse pubbliche, si chiede che tutte le delibere concernenti gli appalti siano rese pubbliche, a cominciare da quella della ditta grigionese coinvolta nella posa del ferro per fugare i dubbi. Riguardo ai sindacati, si precisa che Hrs e Municipio li avrebbero incontrati sin qui solo una volta, come fatto con la Commissione paritetica cantonale dell’edilizia, che le organizzazioni sindacali devono instaurare un rapporto di fiducia con i lavoratori e che per farlo devono accedere senza limiti di tempo e spazio al cantiere.

Da noi sollecitato per una risposta, il Municipio rimanda a domani.

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