Gli obiettivi fissati nel piano concordatario appaiono irraggiungibili. L'affluenza è in calo ma il ricavo medio per ingresso fa ben sperare
I numeri che arrivano dalla relazione semestrale dei commissari giudiziali Alessandro Danovi e Gianluca Minniti, “sentinelle” del Tribunale fallimentare di Como, rappresenta un campanello d’allarme: il Casinò di Campione d’Italia entro la fine del 2026 deve rimuovere il pesante macigno dei debiti (per diverse decine di milioni di euro) da pagare, come previsto da piano concordatario che, evitando il fallimento, ha spianato la strada alla riapertura (26 gennaio 2022) della casa da gioco, rimasta chiusa per cinque anni. Stando alle proiezioni della società di gestione del casinò dell’enclave, gli incassi alla fine di quest’anno (salvo impennate che ragionevolmente si possono escludere) difficilmente raggiungeranno quota 55 milioni di euro, rispetto ai 60 milioni ipotizzati nel piano concordatario che ricordiamo fissa introiti di 70 milioni nel 2025 e 80 milioni nel 2026.
Gli obiettivi appaiono irraggiungibili, perché l’affluenza è in calo: nel primo semestre di quest'anno gli ingressi sono stati 137’722 rispetto ai 225mila attesi e la tendenza si è confermata in luglio e agosto. Tuttavia, si registra un ricavo medio per ingresso decisamente consistente: 191 euro per giocatore (rispetto ai 133 euro preventivati). Comunque saranno rispettati gli impegni nei confronti dei creditori privilegiati (in primis dipendenti ed ex dipendenti). C’è poi il capitolo (previsto dal piano concordatario) delle assunzioni che finora non sono state fatte. Eppure, entro la fine del 2026 i neo assunti dovrebbero essere cento. Anche in questo caso l’obiettivo non sarà centrato. In questo mese è previsto un bando per l’assunzione di una mezza dozzina di dipendenti part time. Dal gioco online e dai tornei di poker la speranza di incrementare gli incassi. Così come dalla ristorazione.