Rispetto allo stesso periodo del 2022 sono aumentati i ricavi, in diminuzione invece gli ingressi e i ricavi da gioco
Buoni gli incassi delle slot machine, non altrettanto quelli dei tavoli verdi. Questo quanto registrato nei primi sei mesi di quest'anno al Casinò di Campione d'Italia. È quanto si apprende dalla relazione informativa inviata dai commissari giudiziari della casa da gioco dell'enclave a Marco Mancini, giudice delegato del Tribunale fallimentare di Como che concedendo il concordato preventivo ha consentito, dopo quasi cinque anni, di riprendere l'attività all'interno della ‘cattedrale laica’ di Mario Botta. Innanzitutto, gli incassi al 27 giugno sono risultati pari a 24 milioni e 240mila euro di cui 16 milioni e 762mila euro provenienti dalle slot, 6 milioni e 8mila euro dai tavoli verdi e poco meno di un milione e mezzo dalle mance.
Rispetto allo stesso periodo del 2022 sono aumentati i ricavi, soprattutto nel mese di marzo (più 47%). Nella loro relazioni i commissari giudiziali, Alessandro Danovi e Marco Minniti sottolineano come “il trend dei ricavi è in sostanziale crescita” ma che tuttavia “non si può non notare come i dati, sia degli ingressi (127’145 al 27 giugno 2023, ndr),sia dei ricavi da gioco (tavoli verdi, ndr) siano in diminuzione dai primi mesi del 2023 e, comunque, non si registri la crescita attesa dal Piano”.
Insomma, una sorta di campanello d'allarme, anche se “il primo anno di gestione restituisce la convinzione che la casa da gioco possa essere gestita in equilibrio economico e finanziario, non solo consentendo una possibilità di soddisfazione dei propri creditori, ma permettendo di offrire lavoro ai dipendenti”. Il piano concordato, ricordiamo, prevede l'assunzione entro il 2026 di un centinaio di dipendenti da affiancare agli attuali 173. Nella relazione dei commissari giudiziali si sostiene che “l'attuale liquidità nelle casse sociali (23 milioni di euro) consente di ipotizzare che la Società potrà dar corso a una ulteriore ripartizione dell'attivo nel corso del 2023, anche di importi superiori rispetto agli 11 milioni di euro previsti dal Piano”. Infine, Alessandro Danovi e Marco Minniti, ricordano alcune azioni contenute nel piano, considerate “opportune per il rilancio dell'attività della casa da gioco”, quali “l'affidamento della ristorazione (dalla precedente convenzione è scaturito un contenzioso che al Casinò è costato 324mila euro), la ripresa del gioco online, l'affidamento a terzi dei tornei di poker e il riavvio del poker cash, da gestire con personale interno”. Interventi considerati indispensabili per centrare gli obiettivi del 2024.