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Non ci fu violenza carnale: prosciolto il 26enne

Caduta l’accusa a carico di un giovane richiedente l’asilo. Non sono ancora noti i motivi alla base della decisione della Corte presieduta da Mauro Ermani

La giovane ha denunciato il giorno dopo il rapporto
(Ti-Press)
23 luglio 2024
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Quella sera del maggio 2018, in quell’appartamento del Luganese, non c’è stata una violenza carnale. La Corte delle Assise criminali di Lugano – presieduta da Mauro Ermani e composta anche dai giudici a latere Aurelio Facchi e Renata Loss Campana – ha infatti prosciolto il 26enne dal capo d’accusa. Il dispositivo della sentenza, informa il Tribunale cantonale penale in una nota, è stato trasmesso oggi alle parti, ossia alla procuratrice pubblica Anna Fumagalli e all’avvocato difensore David Simoni. Non sono tuttavia ancora note le motivazioni della sentenza, che non sono state comunicate alle parti né alle redazioni nella nota né riferiteci a nostra successiva richiesta.

Processo indiziario

Il processo, svoltosi settimana scorsa, è stato d’altra parte indiziario. Il giovane, un richiedente l’asilo afghano che all’epoca dei fatti era 20enne, aveva trascorso la serata a casa sua, con la ragazza che all’epoca dei fatti stava frequentando. I due hanno mangiato una pizza e avrebbero dovuto trascorrere la serata con altri amici, che però non si sono visti. E da lì, la ricostruzione dell’accaduto prende due vie nettamente distinte. Dopo due rifiuti, è stato consumato un rapporto sessuale. Secondo il giovane consenziente, secondo la ragazza no. Tanto che il giorno dopo quest’ultima si è recata all’ospedale e ha sporto denuncia.

La pubblica accusa si è battuta per una condanna a 34 mesi di carcere, eventualmente sospesi in parte, e l’espulsione per cinque anni dalla Svizzera. Più contento della sentenza sarà stato certamente Simoni, che ha chiesto effettivamente l’avvenuto proscioglimento.

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