laR+ Luganese

‘Pagava’ l’affitto con dosi di eroina: due i condannati

Un 28enne e un 42enne erano le pedine di un traffico più grande con sede operativa in Albania. Inflitte pene di 22 e rispettivamente 30 mesi

Due processi in aula minore, il primo alle Correzionali, il secondo alle Criminali
(Ti-Press)
18 luglio 2024
|

Un giovane in cerca di qualche soldo da racimolare e un consumatore abituale. È questo il profilo dei due imputati presentatisi oggi, giovedì, in aula di fronte al giudice Siro Quadri. Il primo, un 28enne albanese, è stato condannato alle Assise correzionali, con la procedura del rito abbreviato, a una pena detentiva di 22 mesi sospesi per due anni e all’espulsione dalla Svizzera e dall’area Schengen per cinque anni; il secondo, un 42enne del Luganese, dovrà scontare una pena di 30 mesi dei quali 21 sospesi per quattro anni. I reati che hanno commesso sono simili: infrazione e contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti per entrambi, ripetuta entrata e soggiorno illegale e riciclaggio di denaro a carico del 28enne, mentre il 42enne, che ospitava a casa sua il giovane, è risultato colpevole anche di incitazione all’entrata o al soggiorno illegale.

‘Mi dicevano dove andare e dove alloggiare’

‘Non avevo soldi. Mi avrebbero dovuto pagare 2’500 franchi a fine mese, ma alla fine non ho visto niente’. Con questa motivazione il 28enne ha cercato di spiegare perché ha commesso i fatti. Il giovane, difeso da Marina Gottardi, era stato inviato dall’Albania per alloggiare a casa del 42enne e vendere dal 27 dicembre 2023 al 24 gennaio, da quanto accertato dagli atti, 186 grammi di eroina e 4 grammi di cocaina. I suoi clienti erano il 42enne stesso e persone rimaste ignote che lo raggiungevano a Taverne. Il 28enne, come ha affermato in aula, dal momento della partenza, era in contatto con i trafficanti albanesi che gli dicevano dove venderla e a chi, avvisando anche il 42enne per aprirgli la porta di casa, nella quale alloggiava clandestinamente.

‘Non voglio più avere a che fare con la droga’

Non era la prima volta che il luganese permetteva a spacciatori di restare a casa sua. Da come è emerso in aula, questa era la seconda volta che lo faceva e in entrambi i casi ‘pagavano’ l’affitto con dosi di eroina: «Ero un consumatore», ha affermato durante l’interrogatorio. Nel frattempo, anche lui aveva costanti contatti con l’Albania sia per gestire i due ospiti che per fare da tramite tra i clienti e il 28enne, il tutto per un totale di 350 grammi di eroina, 46 di cocaina e 98 di morfina. Ora, però, a seguito del carcere preventivo, è intenzionato a cambiare vita: «Questo periodo in cella mi è servito tanto per riflettere. Mi ha portato ad avere più lucidità e mi ha fatto riallacciare i rapporti con i miei cari. Ora voglio solo tornare a vedere mio figlio».

Il procuratore pubblico Simone Barca, che ha stilato i due atti d’accusa, si è limitato ad affermare che l’imputato durante tutta l’inchiesta «ha ampiamente collaborato», mentre l’avvocato difensore Andrea Daldini ha rimarcato i buoni propositi per il futuro del 42enne: «Al primo interrogatorio era ancora in balia della droga e non era stato possibile interrogarlo. La seconda volta invece ha mostrato lucidità così come durante tutta l’inchiesta. Di sua spontanea volontà ha iniziato una terapia che lo porterà a essere al più presto ‘pulito’».

Il giudice ha sottolineato che «dall’inizio alla fine ha dato dei segnali di miglioramento. È giusto dunque riconoscere la sospensione della pena nella misura stabilita. Non vi è da nascondere che il reato commesso è grave, perché c’è stato un ingente numero di persone messe in pericolo. Ora si spera che riesca a vedere le cose positive della vita».