Il Municipio ripropone la variante di Piano regolatore che vuole ridurne il numero ma concentrarle. Per Angelo Bernasconi è troppo simile alla precedente
Rischia di essere un film già visto l’iter del messaggio municipale sulle antenne di telefonia mobile a Lugano. Il documento ripresentato dall’Esecutivo e approdato pochi giorni fa in Commissione della pianificazione è infatti molto simile al messaggio precedente, naufragato a inizio anno perché in Consiglio comunale né il rapporto di maggioranza né il rapporto di minoranza hanno raggiunto la maggioranza qualificata, ossia 31 voti favorevoli. A dirlo è Angelo Bernasconi (Centro), relatore di minoranza del precedente messaggio.
«La prima impressione è che sia cambiato poco rispetto al messaggio originale – spiega a ‘laRegione’ –. Però sono solo impressioni, l’ho letto velocemente, è appena arrivato in commissione, l’abbiamo preso in mano io e Christian Tresoldi (Lega)». Precedentemente non era stato raggiunto il quorum per via delle molte assenze – eravamo in campagna elettorale, oltre che inverno. «Ho la sensazione che il Municipio abbia proposto un messaggio quasi identico nella speranza che la poca differenza di voti tra la maggioranza qualificata e i voti favorevoli ottenuti dal precedente rapporto di maggioranza siano colmati grazie a una maggior presenza di consiglieri comunali».
Musica del futuro, dato che il messaggio è appena approdato in commissione e ci vorranno mesi affinché arrivi al voto in Cc. Ma intanto, pur avendolo guardato ancora solo superficialmente, Bernasconi sottolinea che «la sostanza non è cambiata: è previsto sempre il modello a cascata, con quattro livelli. Forse c’è qualche speranza che in futuro le zone per le attrezzature pubbliche possano essere utilizzate per le antenne. Ma questo dipende dalla pianificazione cantonale e al momento questo principio non è contenuto nel messaggio. Se davvero dovesse realizzarsi questo spiraglio sarebbe un miglioramento, perché significherebbe poter prendere in considerazione anche luoghi in teoria non così sensibili per la popolazione».
Proprio quest’ultimo aspetto era fra quelli maggiormente criticati dalla minoranza. La variante di Piano regolatore in discussione prevede infatti di dividere il territorio cittadino in quattro fasce di priorità: la prima sono le zone lavorative, la seconda quelle con contenuti misti, la terza determinate aree residenziali estensive e la quarta, che è quella considerata off limits per la posa di antenne, tocca le aree più sensibili. Tra queste rientrano i paraggi di scuole, ospedali e case per anziani. Un modello problematico secondo Bernasconi, in quanto avrebbe comportato la riduzione del numero di antenne presenti sul territorio, e questo sulla carta è positivo, ma la posa di strutture più potenti e conseguentemente con un maggior numero di radiazioni.
E qui s’inciampa in un altro aspetto non condiviso dalla minoranza dei commissari, ossia il fatto che il Municipio si sia basato sull’Ordinanza federale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, la Orni, che stabilisce quali limiti vanno rispettati per la posa delle singole antenne senza precisare dove è possibile ubicarle o meno. Un’indicazione che dà invece l’Esecutivo, basandosi sulle cosiddette immissioni ideali, ovvero cercando di misurare elementi quali il disagio psicologico causato dalla presenza delle antenne o le ripercussioni negative sul valore immobiliare degli stabili nelle loro vicinanze. «Invece si dovrebbe tenere conto delle immissioni reali» aveva osservato Bernasconi, ritenendo debole il messaggio precedente. Altro aspetto contestato, la pianificazione uniforme su tutto il territorio comunale, a scapito di una pianificazione positiva e negativa, che dovrebbe chiarire nelle intenzioni dov’è possibile posare le antenne e dove non lo è.
Essendo tuttavia stato ripresentato un messaggio quasi identico al precedente, è plausibile che si vada di nuovo verso un rapporto di maggioranza e uno di minoranza? «Sì, quantomeno personalmente rimango della mia idea». A dare, forse, una virata diversa alla trama del film potrebbe pensarci però un elemento inedito: la composizione del Cc, che è cambiata rispetto alla legislatura precedente. «Esatto, è questo potrebbe fare la differenza in un senso o nell’altro».