Due agenti della Polcom sventano il colpo in una gioielleria di via Pessina a Lugano. Ammanettati quattro uomini nell'operazione cinematografica
Sono andati in scena fotogrammi da telefilm poliziesco nella tarda mattinata di oggi, verso le 11.30, in via Pessina in pieno centro. Una rapina in corso alla gioielleria e ufficio cambio Taleda è stata sventata da una pattuglia di agenti in bicicletta della Polizia della Città di Lugano, che ha notato qualcosa di strano all’interno del negozio. Scesi dalle due ruote, pistola spianata, hanno fermato i tre rapinatori, verosimilmente armati. Uno dei tre ha tentato di fuggire ma è stato acciuffato pochi metri più in là lungo la via, dopo una colluttazione, durante la quale è partito un colpo di pistola a un agente della Polcom, anche grazie all’intervento di alcuni passanti. Il quarto uomo, che non si trovava all’interno del negozio, è invece stato bloccato mentre tentava di fuggire verso la stazione, in zona Cattedrale. Un altro colpo è stato esploso, in circostanze da chiarire da un agente della Polcom. Il quartetto è stato lungamente interrogato dagli inquirenti nel corso del pomeriggio. I quattro uomini arrestati sono tre cittadini serbi e un cittadino croato, apparentemente ben organizzati e con documenti falsi. L’inchiesta penale è coordinata dal procuratore pubblico Simone Barca. Il Ministero pubblico dovrà accertare, come prassi in questi casi, la liceità dell’utilizzo dell'arma da parte degli agenti. Questo accertamento è affidato al procuratore generale Andrea Pagani.
Il tutto è capitato nel giro di poco più di mezz’ora. L’area attorno è stata delimitata dal nastro di sicurezza, ma un paio di colpi di arma da fuoco esplosi con un'arma di ordinanza, in due momenti distinti, da parte di un agente della Polcom, con l’obiettivo di fermare i rapinatori, ha attirato l’attenzione di parecchi curiosi. Nell’operazione non ci sono comunque stati feriti. Ampio il dispiegamento di polizia che ha controllato anche l’autosilo di via Motta, accanto al quale erano posteggiati due scooter, forse appartenenti alla banda. Le urla e gli spari esplosi hanno generato inquietudine tra le persone presenti in quel momento e tra i commercianti del centro città. Simili le reazioni di alcuni passanti, che incontriamo poco dopo i fatti in piazza Cioccaro. Tutti esprimono sorpresa e nel contempo manifestano turbamento. Mai si sarebbero aspettati un episodio del genere. In effetti sono pochi i precedenti.
È invece passata sottotraccia la spaccata messa a segno da ignoti nella notte tra venerdì 28 e sabato 29 giugno alla gioielleria Charly Zenger. Dalla vetrina del negozio in via dei Gorini sono spariti alcuni orologi. I ladri non sono stati rintracciati. Questa è tuttavia una situazione diversa rispetto a quanto capitato oggi in via Pessina. Rapine o furti in pieno centro durante il giorno sono fatti fuori dall’ordinario.
Per un caso simile, occorre tornare indietro di tredici anni. Allora, fu proprio lo stesso negozio a essere oggetto di attenzioni malavitose. Quella volta, però, la rapina era riuscita. Capitò di venerdì mattina, verso le 9.30, il 21 ottobre del 2011, quando due uomini entrarono nel commercio di via Pessina 18/20, dove il titolare e la commessa fecero resistenza, malgrado i due ladri avessero spray al pepe e un piede di porco. Ne scaturì una breve colluttazione, dopodiché i rapinatori riuscirono ad arraffare ben 26 orologi esposti in vetrina (per un valore stimato di mezzo milione di franchi). L’allarme era tuttavia stato attivato, tanto da spingere i due ladri a tentare la fuga in sella a una moto (risultata in seguito rubata), che avevano posteggiato lungo via Motta. La corsa sul veicolo durò poco: i due caddero e solo uno riuscì a far perdere le proprie tracce dileguandosi verso la stazione, mentre l’altro, un cittadino serbo sulla trentina, venne fermato, dopo un inseguimento da parte degli agenti della Polizia comunale in collaborazione con i loro colleghi del Reparto mobile della Polizia cantonale. Quella rapina sfociò in un processo celebrato dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, che nell’aprile dell'anno successivo condannò a tre anni di detenzione il cittadino serbo sulla trentina, che assieme a un connazionale, aveva rapinato la gioielleria Taleda di via Pessina, tentando poi una rocambolesca fuga attraverso il centro prima a piedi e poi in moto. L’uomo venne inoltre riconosciuto colpevole di lesioni semplici per aver colpito con calci e pugni il titolare del negozio, che aveva tentato di bloccarlo in via Pessina e successivamente lo aveva inseguito fino all’autosilo Motta.
Rupen Nacaroglu, presidente della Società dei commercianti di Lugano, contattato dalla ‘Regione’ tiene a sottolineare l’ottimo lavoro svolto dalla polizia: «Il fatto che quanto successo sia abbastanza raro è sintomatico. Proprio per questo motivo, la circostanza che le forze dell’ordine siano riuscite a intervenire così rapidamente dimostra la loro preparazione. Faccio i complimenti alle forze di polizia per l’intervento tanto repentino quanto risolutorio. Ho visto alcuni video pubblicati e metto in evidenza la sensazione di sollievo suscitata dalla rapina sventata così velocemente».