Bocciato il referendum che voleva salvare l’edificio: la popolazione ha accettato che venga venduto per un minimo di 940mila franchi
L’intenzione dei referendisti di salvare l’ex casa comunale di Lugaggia si è scontrata con la volontà popolare. La maggioranza dei cittadini ha infatti sposato la tesi del Municipio e del Consiglio comunale (Cc) di Capriasca di vendere lo stabile a un prezzo minimo di 940mila franchi. Pertanto il Comune potrà trasformarlo da bene amministrativo a bene patrimoniale. La partecipazione al voto è stata pari al 54%: di 2’775 votanti, 1’572 (58,3%) hanno votato ‘sì’ e 1’124 (41,7%) ‘no’.
A dicembre, a seguito del via libera del Cc, è scattata una raccolta firme per il referendum comunale. In estrema sintesi, il gruppo Onda Rossa, in collaborazione con il gruppo Verdi e Pac, ha lanciato una raccolta firme per impedirne l’alienazione perché convinta che senza di essa circa 1’100 abitanti della frazione si sarebbero trovati sprovvisti, oltre di un luogo permeato di storia e di affetti, anche di uno spazio in cui organizzare qualsiasi attività collettiva. Infatti, secondo i referendisti, l’edificio che fino a pochi mesi fa ospitava la sede della Polizia Torre di Redde, si presterebbe per ospitare da subito attività diversificate, sia lucrative, sia sociali.
«Il risultato – commenta Zeno Casella, consigliere comunale del Partito comunista in rappresentanza del comitato contrario alla vendita – è in linea con quanto avevamo immaginato. Il nostro comitato si trovava in una posizione di svantaggio davanti a un fronte dei favorevoli rappresentato da quasi tutti i partiti. Per noi questo risultato è sicuramente un’occasione persa, lo stabile sarebbe stato un immobile in buono stato, in un luogo facilmente raggiungibile, con spazi molto interessanti, versatili e funzionali, utilizzabili per vari scopi. Per esempio, c’era l’idea di crearvi all’interno un asilo nido». Comunque, aggiunge, «noi ci abbiamo sperato e creduto in questa battaglia e lo abbiamo fatto fino in fondo». Tra i sentimenti, anche un certo compiacimento. «A ogni modo siamo soddisfatti della campagna che abbiamo fatto e che crediamo abbia permesso di sollevare un dibattito pubblico che ha coinvolto tutta la cittadinanza su quello che è il futuro del patrimonio immobiliare del Comune».
Il 41,7% dei votanti, ha infatti sposato la tesi referendista. «È un segnale chiaro del fatto che una parte consistente della popolazione di Capriasca sia contraria alla svendita del patrimonio immobiliare del Comune e crede piuttosto in una sua valorizzazione, in una sua messa a disposizione a favore della cittadinanza». I favorevoli, prosegue Casella, «hanno puntato molto sul fatto che a Lugaggia ci siano anche altri immobili di proprietà del Comune che potrebbero assolvere queste funzioni, in particolare Casa Cattaneo, che però, purtroppo per una inazione da parte del Municipio è oggi fatiscente. Ammesso che si decida di investire per sistemarla e valorizzarla, è un discorso che si farebbe nei prossimi anni e che probabilmente prima del 2030 non si vedrebbe realizzato».
Dal canto suo, il sindaco Francesco Canonica, ha accolto positivamente il risultato. «Sono soddisfatto – ci racconta – e approfitto dell’occasione per ringraziare i cittadini che con il loro sì ci autorizzano ad alienare la proprietà. Senza il ricavato della vendita sarebbe impensabile poter procedere alla ristrutturazione della Casa Cattaneo, stabile di maggior pregio che potrebbe essere utilizzato per gli scopi previsti dai referendisti». L’investimento, «per la sua ristrutturazione – conclude Canonica – supera infatti i 2 milioni di franchi e dovrà generare un introito adeguato per coprirne i costi. Bisogna però essere consapevoli che tale investimento non è di poco conto e che, in considerazione delle priorità in essere, non potrà avvenire prima di tre o quattro anni nella migliore delle ipotesi».
In vista, secondo il sindaco, non poche difficoltà. «Da ultimo prendo atto del risultato odierno delle votazioni (approvazione della riforma fiscale e delle misure di compensazione delle rendite pensionistiche della Cassa pensione dei dipendenti dello Stato) che ci porterà a una riduzione importante del gettito fiscale e che ci costringerà a non pochi sacrifici».