Luganese

Non è ancora finita: le strade di Cornaredo finiscono al Tf

L’Associazione traffico e ambiente impugna la sentenza del Tram che ha respinto il ricorso sul progetto che vuol ridisegnare la viabilità del quartiere

Intanto il cantiere del Pse prosegue
(Ti-Press)
5 giugno 2024
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L’Ata non ci sta. Anzi, rilancia ritenendo di avere delle “valide argomentazioni”. L’Associazione traffico e ambiente della Svizzera italiana ha impugnato la recente sentenza del Tribunale cantonale amministrativo (Tram) che ha respinto i ricorsi presentati ormai circa un lustro fa sul progetto che dovrebbe ridisegnare radicalmente la viabilità del quartiere di Cornaredo e in generale di tutta l’area nord dell’agglomerato. Si andrà dunque al Tribunale federale, rimandando in tal modo ulteriormente l’eventuale fase operativa che, ricordiamo, comprende la realizzazione: della nuova via Stadio che dovrebbe collegare via Ciani con via Trevano, di una maxi rotonda sopraelevata sul fiume Cassarate, di una pista ciclopedonale, di una risistemazione di via Sonvico.

Il progetto, del Cantone e condiviso dai Comuni toccati, riguarda Lugano, Porza e Canobbio. A essere toccata è la zona che va dall’area del cantiere del nuovo Polo sportivo e degli eventi (Pse) all’uscita della galleria Vedeggio-Cassarate. In particolare, si prevede di costruire una nuova arteria stradale, la via Stadio, che dovrebbe sorgere al posto degli attuali parcheggi a pagamento situati a sud dello stadio di calcio e collegare in tal modo le vie Ciani (lungo il fiume) e Trevano. Più a nord, la via Sonvico – che è quella che costeggiando la Resega porta verso la galleria, andando in direzione nord – verrebbe leggermente spostata a ingrandita, mentre all’altezza dell’imbocco della galleria verrebbero edificate la rotonda e lungo l’asse stradale la pista ciclopedonale.

‘Rovinerebbe inutilmente il paesaggio’

Un progetto che Ata ritiene “particolarmente invasivo” e che rovinerebbe “inutilmente il paesaggio. In particolare, la nostra associazione contesta la grande rotatoria sul Cassarate (4 corsie e 61 metri di diametro) posata proprio sopra il fiume, inclusa la pista ciclabile soprelevata (estremamente costosa e disfunzionale, quando la si potrebbe far passare semplicemente al livello del suolo) e la nuova strada a quattro corsie, che dovrebbe convogliare il traffico da via Ciani a via Trevano (detta via Stadio), lunga 285 metri e che attraversa proprio nel mezzo la superficie dedicata allo sport”. Nel mirino delle critiche, non da ieri e anche dal punto di vista politico dato che sul tema si erano mossi anche i Verdi, è appunto la maxi rotonda.

La maxi rotonda? ‘Un ecomostro’

Un elemento viario, sostiene Ata, che “si pone in contrasto con il progetto di riqualifica e rinaturazione del fiume Cassarate, dal piano della Stampa alla foce, chiamato anche ‘parco fluviale’ o ‘raggio verde’. Per il lotto 1, che va da Ponte di Valle allo stadio, sono già stati stanziati 12,6 milioni di franchi. È difficile credere, o far credere, che un ‘ecomostro’ dal diametro di 61 metri, sopra il quale si prevede un traffico di circa 30mila veicoli al giorno, con relativo rumore e inquinamento, possa in qualche modo integrarsi in un (bel) progetto di rinaturazione e restituzione delle sponde del fiume alla popolazione!”. L’associazione ricorda inoltre che “la legislazione federale è molto restrittiva in materia di copertura dei corsi d’acqua (che di principio non possono essere coperti) e che la stessa prevede delle precise procedure in materia di costruzione di strade” e pertanto “ritiene di avere delle valide argomentazioni per ricorrere contro la sentenza del Tram”.

E proprio al Tram la nota dell’Ata riserva un’osservazione, in quanto ha prodotto uno studio “nel quale si dimostra che è possibile rinunciare alle due opere senza compromettere la viabilità del comparto Lugano Nord (e spendendo meno). Studio che purtroppo non è stato preso in considerazione dal Tram”. In chiusura, l’associazione evidenzia che con il suo nuovo ricorsa spera di “riuscire a evitare una deturpazione del paesaggio, un inutile attacco alla salute dei giovani atleti, e pure una spesa ingiustificata in un periodo di finanze pubbliche non proprio floride”. Nel proprio ricorso originario, ricordiamo, formulato con la Società ticinese per l’arte e la natura, Ata chiedeva di rinunciare alla maxi rotonda e alla via Stadio, di ripristinare i percorsi pedonali e ciclabili lungo gli argini del fiume formando un asse verde continuo dalla foce al piano della Stampa e di mantenere la via Sonvico quale strada cantonale.

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